Caso Al Sahalat: in quanti fiancheggiavano il terrorismo?

Nicola Novelli

Le dichiarazioni dell’Imam di Firenze Izzedin Elzir sul caso Raed Al Sahalat definiscono “bolla di sapone” l’inchiesta che ha portato all’arresto di nove persone accusate di aver raccolto oltre sette milioni di euro destinati ad Hamas. Secondo gli inquirenti, Al Sahalat avrebbe espresso apprezzamento per gli attentati terroristici, compresa la strage del 7 ottobre che ha visto centinaia di innocenti massacrati dalla furia omicida di Hamas. Eppure l’Imam lo descrive come una persona “che lavora per aiutare gli ultimi e i bisognosi”.

Al Sahalat, affermano invece gli inquirenti, era referente di Hamas per Firenze e l’intera Toscana attraverso l’Associazione Benefica di Solidarietà col Popolo Palestinese. Attività “filantropiche” che nascondevano il finanziamento del terrorismo internazionale. Ma un volantino circolato a Firenze la sera stessa dell’arresto parlava di “persecuzione politica” e “appoggio al genocidio del popolo palestinese”. Al Sahalat viene descritto come “un attivista conosciuto da tutti per il suo lavoro nella solidarietà”.

Quanto è estesa la rete di cui Al Sahalat faceva parte? Com'è possibile che attività eversive abbiano prosperato mascherate da solidarietà? A che cifra ammontano i finanziamenti raccolti dalla rete di associazioni facenti capo agli indagati e indirizzati alla fazione terrorista di Hamas?

Il governo israeliano da anni denuncia i finanziamenti che tutto l occidente invia all'ANP, l'unica che può ricevere questi soldi, miliardi di dollari, in quanto le organizzazioni militari per la liberazione della Palestina, jhadisti, etc. sono interdetti a livello internazionale. Soldi a cui vanno aggiunti quelli diretti da Qatar e Iran all'acquisto di armi e alla realizzazione di 750 km. di tunnel a Gaza e poi al confine con il Libano. Soldi del Qatar diretti anche in tutto l'occidente e nelle scuole della Cisgiordania e Gaza per istigare all'odio verso gli ebrei di tutto il mondo. Numerose anche in Italia le organizzazioni di sinistra che hanno appoggiato apertamente questo fenomeno con prese di posizione “pro-Pal” che palesano astio pregiudiziale verso Israele e indifferenza verso il terrorismo.