​Bitcoin: quanta energia serve per la loro creazione?

Redazione Nove da Firenze

Bitcoin: quanta energia serve per la loro creazione?

Secondo alcuni studi estrarre bitcoin è molto dispendioso dal punto di vista energetico, scopriamo perché e come funziona questo processo

Secondo un recente studio condotto dall’università di Cambridge estrarre bitcoin consumerebbe moltissima energia elettrica, tanta quanto il fabbisogno di un paese enorme come l’Argentina.

Il bitcoin è la più famosa delle criptovalute, cioè monete virtuali non controllate dagli istituti di credito e, dunque, decentralizzate. Possedere bitcoin significa quindi possedere un codice spendibile, ma non una moneta fisica.

La moneta virtuale, quindi, viene creata attraverso un software e si basa su una tecnologia chiamata blockchain che assicura che ogni dato sia crittografato. Proprio questi calcoli crittografici complessi richiedono computer e processori potenti, che consumano molta energia.

Secondo alcune stime oggi vengono estratti circa 1.800 bitcoin al giorno dai miner o minatori, che come vedremo nel dettaglio più avanti, sono coloro che mettono a disposizione i computer per sfruttarne la capacità di calcolo.

Chi estrae Bitcoin, a differenza di chi fa trading di criptovalute su apposite piattaforme (come ad esempio Bitcoin compass), riceverà le monete su appositi portafogli virtuali chiamati wallet. Quando si scegliere di spendere i Bitcoin provenienti dal mining, sarà poi la blockchain a garantire che, non si possano vendere gli stessi bitcoin a più persone.

Ma vediamo nel dettaglio, dunque, come si estraggono bitcoin e se veramente consumano tutta questa energia.

Come funziona la blockchain e il mining

La blockchain è l’innovativa tecnologia su cui si basano i bitcoin, che significa letteralmente “catena di blocchi”.

In sostanza, è un grande registro virtuale in cui viene annotata ogni operazione in un blocco in ordine cronologico, ogni dato immesso nella catena non è modificabile in nessun modo ed è crittografato.

I bitcoin vengono accreditati 6 volte l’ora ed è attraverso il mining che si controllano questi intervalli, in modo che la rete non possa essere frutto di manipolazioni.

Ogni transazione, infatti, viene inviata usando la tecnologia peer to peer e sarà prima controllata, poi autorizzata da tutti i nodi che compongono la rete. Dunque, per ogni transazione i minatori, che in cambio ricevono bitcoin, devono risolvere calcoli molto complessi che richiedono non solo computer, ma anche processori molto performanti.

Oggi, data la richiesta sempre maggiore di bitcoin sul mercato, esistono grandi data center per l’estrazione e gruppi di miners che lavorano insieme utilizzando computer spesso autoprodotti e dotati di tanti processori, in modo da essere più potenti.

Tutti questi computer nel mondo che lavorano per generare bitcoin, e che richiedono anche dei sistemi di raffreddamento altrettanto potenti, portano ad un consumo di energia molto importante.

Bitcoin ed energia

Tutto questo dispendio di energia elettrica, dunque, è fondamentale per mantenere la rete sicura attraverso il mining.

Oggi, l’estrazione di bitcoin è paragonabile a quelle delle materie prime, si decide cioè di aprire “miniere” per l’estrazione della criptovaluta dove l’energia elettrica ha costi più bassi, e più il bitcoin ha valore più le miniere sono fruttuose.

Il bitcoin, dunque, crea un problema ambientale, secondo alcune stime consuma infatti un milione di dollari di energia elettrica ogni giorno, ma non è l’unico problema legato all’ambiente.

Il bitcoin, infatti, oggi è dotato di particolari chip minerari chiamati ASIC cioè circuiti integrati in grado di risolvere operazioni di calcolo, ma che richiedono l’impiego di energie e costi elevati.

Per ovviare a questi problemi, e rendere il bitcoin e le altre criptovalute più green, molte aziende specializzate stanno progettando soluzioni alternative, che permettano di ottenere i complessi calcoli, essenziali alla sicurezza della blockchain, consumando meno energia elettrica e rendendo le monete virtuali più sostenibili dal punto di vista ambientale.