Bilancio di previsione, il dibattito in Palazzo Vecchio

Redazione Nove da Firenze

“Il secondo bilancio di previsione della Sindaca Funaro, racconta una scelta politica precisa: investire sul futuro della città senza dimenticare chi la città la vive oggi.

Perché una città moderna non si misura solo dai cantieri che apre, ma dalla qualità dei servizi che garantisce ogni giorno, soprattutto a chi ha più bisogno.

Investire sul futuro, con responsabilità".

Lo dichiarano consigliere e consiglieri del gruppo consiliare PD. che proseguono:

"Il Piano Triennale degli Investimenti 2026–2028 mobilita oltre 1 miliardo e 127 milioni di euro.

Un Piano ambizioso, che guarda a:

  • mobilità e trasporto pubblico
  • scuole più sicure
  • ambiente e territorio
  • sport, cultura e quartieri
  • Questo Piano degli investimenti, è possibile perché è costruito anche con risorse esterne: statali, regionali ed europee, mostrando la capacità dei nostri uffici di partecipare e aggiudicarsi progetti finanziati, e poi con un uso responsabile e selettivo del debito. Riassumendo: si investe molto, ma con i conti in ordine.

    La spesa corrente: il vero volto della città. Accanto agli investimenti, questo Bilancio mette al centro la spesa corrente, cioè quella che ogni anno permette di garantire servizi essenziali ai cittadini. Ed è qui che emerge con forza la scelta sociale di questa Amministrazione.

    La spesa corrente è orientata in modo chiaro verso:

  • servizi sociali e assistenza
  • istruzione e servizi educativi
  • sostegno alle famiglie
  • cura degli anziani
  • inclusione delle persone con disabilità
  • tutela dei minori e contrasto alla povertà.
  • Welfare non come costo, ma come investimento. Quando parliamo di spesa sociale, non parliamo di numeri astratti. Parliamo di:
  • assistenza domiciliare
  • servizi educativi e scolastici
  • sostegno alle famiglie in difficoltà
  • inclusione sociale
  • diritto allo studio
  • protezione delle fragilità.
  • Questa non è spesa improduttiva.

    È investimento umano e sociale. È ciò che permette a una città di:

  • non lasciare indietro nessuno
  • ridurre le disuguaglianze
  • costruire coesione sociale.
  • Una parte importante della spesa corrente è destinata a:
  • servizi educativi
  • scuole dell’infanzia
  • supporto alla didattica
  • diritto allo studio.
  • Qui la scelta è chiara: investire sull’educazione significa investire sulle pari opportunità, indipendentemente dal reddito o dal quartiere di provenienza.

    Anziani, disabilità, fragilità. Il Bilancio rafforza i servizi dedicati a:

  • anziani non autosufficienti
  • persone con disabilità
  • nuclei familiari fragili.
  • Servizi che non fanno rumore, ma che fanno la differenza nella vita quotidiana di migliaia di persone e delle loro famiglie.

    Accanto al welfare in senso stretto, la spesa corrente sostiene:

  • manutenzione ordinaria
  • decoro urbano
  • sicurezza e protezione civile
  • mobilità e trasporto pubblico
  • funzionamento dei servizi comunali.
  • Sono servizi che tengono insieme la città e rendono concreta la presenza dell’istituzione sul territorio.

    Responsabilità e sostenibilità.

    Tutto questo avviene nel rispetto degli equilibri di bilancio:

  • la spesa corrente è sostenibile nel triennio
  • non viene finanziata con debito
  • il fondo di cassa è positivo
  • la programmazione è prudente e credibile.
  • Questo Bilancio dice una cosa molto semplice: possiamo costruire nuove infrastrutture, senza dimenticare le persone; possiamo investire nel futuro, senza sacrificare il presente.

    È un Bilancio che mette al centro:

  • la dignità delle persone
  • la coesione sociale
  • la responsabilità nella gestione delle risorse pubbliche.
  • Per queste ragioni, questo non è solo un Bilancio tecnicamente corretto.

    È un Bilancio giusto, credibile e profondamente politico nel senso più alto del termine”, concludono consigliere e consiglieri del gruppo consiliare PD.

    Il consigliere PD Andrea Ciulli, in particolare, dichiara: "Questo bilancio non è un elenco di numeri, ma una scelta politica chiara: investire e rilanciare Firenze mettendo al centro le persone e i territori. È un bilancio che si prende cura del sociale, perché per noi lo sviluppo non ha senso se lascia indietro qualcuno.Abbiamo scelto di investire su ciò che tiene insieme una comunità: welfare, scuola, ambiente, mobilità, casa e sicurezza. Scelte che parlano di una città più giusta, più sostenibile e più attenta ai bisogni reali dei cittadini, a partire da quelli più fragili.La cultura rappresenta uno dei pilastri di questa visione politica.

    Firenze è la seconda città d’Italia per livello culturale e la prima per partecipazione civile: un risultato che non è casuale, ma frutto di una tradizione democratica e di una comunità viva. Per questo la cultura non può essere un privilegio per pochi, ma un diritto da garantire a tutte e tutti.Sostenere l’Estate Fiorentina e l’Autunno Fiorentino è una scelta precisa: portare la cultura nei quartieri, fuori dal centro, dove diventa strumento di inclusione, partecipazione e coesione sociale.

    È lì che si rafforzano le comunità e si costruisce un vero senso di appartenenza.Accanto a questo, continuiamo a investire sui musei civici, sulle biblioteche, sul potenziamento della Firenze Card e sulla valorizzazione delle tradizioni popolari, perché difendere l’identità culturale di Firenze significa renderla accessibile, contemporanea e condivisa.Questo bilancio indica una direzione netta: una città che non si limita ad amministrare, ma che sceglie da che parte stare. Noi scegliamo una Firenze inclusiva, solidale e culturalmente viva.

    Una città che guarda al futuro senza dimenticare nessuno", chiude Ciulli.

    “Sono intervenuto per sottolineare importanti e positive scelte politiche che la giunta ha compiuto nella redazione del bilancio preventivo 2026 in merito al personale ed ai servizi culturali, sportivi ed educativi. Sono previsti 9 milioni di euro di risorse aggiuntive dedicate al personale del Comune di Firenze, in particolare 6 milioni per il contratto integrativo frutto del confronto con le organizzazioni sindacali e 3 milioni per nuove assunzioni da destinare all’implementazione dei servizi comunali. Queste risorse si aggiungono ad altre previste per l’introduzione del salario minimo ed i diritti dei lavoratori in appalto, come avvenuto per gli addetti esterni delle biblioteche, che a differenza del passato saranno assunti con il contratto collettivo Federculture.

    Cresce la spesa corrente per la Cultura e lo Sport, perché nonostante arrivino al termine risorse europee e nazionali la giunta ha scelto di non tagliare ma confermare attività e servizi con risorse proprie, per esempio per: Estate Fiorentina, attività nelle biblioteche, accesso ai Musei Civici, educativa di strada, buono sport a supporto delle famiglie a basso reddito, sport nelle scuole primarie, attività sportive per anziani e disabili. Inoltre, nel piano triennale degli investimenti sono previsti 5,5 milioni di euro per le strutture sportive, compreso l’impegno di spesa per la realizzazione degli spogliatoi a completamento della nuova palestra geodetica presso la scuola Barsanti. Si tratta di interventi importanti per rafforzare i legami sociali e investire su ulteriori spazi diffusi per la cultura e lo sport nella nostra città”, conclude il consigliere PD e presidente della commissione Cultura e Sport Marco Burgassi.

    «Il bilancio che oggi discutiamo e votiamo in Consiglio comunale conferma una scelta politica chiara: rafforzare i servizi pubblici, sostenere le fragilità e continuare a investire sulla trasformazione di Firenze, mantenendo al tempo stesso una forte attenzione alla tutela dei cittadini e delle famiglie».

    Lo afferma Marco Semplici, consigliere comunale del gruppo civico “Sara Funaro Sindaca”, sottolineando come gran parte delle scelte di spesa siano in continuità con il bilancio precedente, ma con un deciso rafforzamento delle politiche pubbliche.

    «Registriamo un aumento significativo della spesa corrente, legato sia all’incremento dei costi – a partire dall’inflazione – sia alla volontà di rendere strutturali servizi che negli anni hanno dimostrato la loro efficacia. Parliamo di circa 25-30 milioni di euro in più all’anno, destinati in larga parte al personale, all’istruzione, al sociale, alla cultura e allo sport».

    Sul fronte del personale, il Comune investe risorse importanti sia per il contratto integrativo sia per nuove assunzioni, necessarie a garantire servizi di qualità. Crescono gli stanziamenti per l’istruzione, con più risorse per la refezione scolastica e per l’ampliamento dei servizi educativi, così come per la cultura e lo sport, dove l’amministrazione interviene anche in supplenza a finanziamenti esterni venuti meno.

    «Molto rilevante – prosegue Semplici – è l’aumento delle risorse sul sociale: maggiori fondi per il trasporto delle persone con disabilità, il sostegno ai caregiver, gli interventi socio-assistenziali e le strutture di accoglienza, con un’attenzione particolare alla marginalità e all’accoglienza invernale. Importante anche il progetto innovativo delle RSA a domicilio, che rafforza l’assistenza territoriale e la vicinanza alle persone».

    Il bilancio prevede inoltre più risorse per il verde pubblico, per i servizi tecnici e per il trasporto pubblico locale, oltre al rafforzamento dei servizi informativi.

    Capitolo tasse: «IMU e TARI restano invariate, così come le tariffe dei servizi per l’infanzia, ferme da oltre dieci anni. Una scelta politica precisa, resa possibile da un lavoro serio di razionalizzazione della spesa e dal recupero dell’evasione fiscale, che vale complessivamente 34 milioni di euro». Crescono invece le entrate dall’imposta di soggiorno, che passano da 77 a 85 milioni di euro, e quelle legate all’attività edilizia, anche grazie all’operatività del nuovo POC.

    Sul fronte degli investimenti, il bilancio prevede 898 milioni di euro nel 2026, a conferma di una città che continua a migliorare e trasformarsi: dalle riqualificazioni degli edifici scolastici alle grandi opere infrastrutturali, a partire dalle tramvie, passando per il verde pubblico, le strade, gli impianti sportivi e interventi mirati su scuole, centri anziani e strutture di accoglienza per persone con disabilità.

    «È un bilancio solido, responsabile e ambizioso che tiene insieme sviluppo e coesione sociale, investimenti e servizi, senza scaricare i costi sui cittadini. Un bilancio che valorizza il lavoro fatto e guarda con concretezza al futuro di Firenze», conclude Semplici. 

    “In un contesto segnato da minori trasferimenti statali e da bisogni sociali crescenti, l’amministrazione mantiene l’equilibrio di bilancio ed aumenta i servizi senza aumentare le tariffe per cittadine e cittadini, a partire da servizi essenziali come le mense scolastiche". Lo dichiarano Caterina Arciprete, Giovanni Graziani e Vincenzo Pizzolo per il gruppo AVS–Ecolò.

    "Il bilancio presenta una forte impronta sociale, confermando risorse per la sperimentazione della RSA a domicilio, la riduzione delle liste di attesa nei servizi per le persone con disabilità e nel trasporto sociale, il lavoro delle unità di strada, il sostegno all’accoglienza invernale e l’aumento delle rette SAI per i MSNA. Un’impostazione che considera il welfare come infrastruttura ordinaria della città.

    Rilevanti anche gli investimenti ambientali, pari a circa 33,6 milioni di euro nel triennio, orientati a manutenzione, adattamento climatico e cura diffusa dello spazio pubblico. Abbiamo oggi risorse per rendere operativo il piano del verde.

    Sono previsti investimenti su ciclabilità, rinnovo elettrico del parco mezzi, infrastrutture di ricarica, bonus TPL e nodi di interscambio. Sulla mobilità, il bilancio conferma una scelta chiara: la mobilità pubblica come diritto e la tramvia come asse portante.

    Positiva anche la scelta di destinare risorse alla cooperazione internazionale, dopo anni di assenza del Comune da questo ambito, riconoscendo il ruolo degli enti locali nelle politiche di pace. Da valorizzare inoltre l’assegnazione di oltre 25 immobili del patrimonio non abitativo a funzioni pubbliche, in accordo con associazioni culturali e del volontariato.

    Sugli interventi per la casa, a fronte di uno stanziamento del Governo nazionale di 877 milioni in 5 anni (122 nel 2026 per tutti i circa 8000 comuni italiani), il Comune di Firenze compie lo sforzo di destinare, autonomamente, 60 milioni in 3 anni (17 milioni nel 2026, altrettanti nel 2027, 26 nel 2028)

    Sul fronte delle entrate, condividiamo la scelta di non aumentare le tariffe, ma riteniamo necessario aprire una riflessione sulla progressività dell’addizionale IRPEF come leva di giustizia fiscale. Le risorse legate al turismo vanno utilizzate in modo trasformativo, investendo in diversificazione economica e qualità urbana nei quartieri, per ridurre la dipendenza della città dal turismo.

    Le sfide aperte restano il rafforzamento del decentramento e della partecipazione, capace di migliorare la qualità e la legittimità delle decisioni. In questo senso, l’area ex OGR può e deve essere un banco di prova per una visione di rinnovata centralità della partecipazione della cittadinanza nelle decisioni sugli usi delle aree di trasformazione", concludono Arciprete, Graziani e Pizzolo.

    «Il nostro è un voto contrario, ma non ideologico. Continuiamo a svolgere un ruolo di opposizione responsabile, che riconosce ciò che funziona ma non rinuncia a segnalare ciò che non convince». Lo dichiarano i consiglieri comunali Francesco Grazzini e Francesco Casini (Italia Viva – Casa Riformista) intervenendo in aula durante la discussione sul Bilancio di previsione.

    «Sul piano tecnico – spiegano – la solidità complessiva del bilancio non è in discussione. Ma a noi spetta una valutazione politica, e per il secondo anno consecutivo ci troviamo a ribadire che manca una strategia complessiva capace di guardare allo sviluppo della città, a cosa ambiamo, cosa sarà Firenze nel futuro».

    Grazzini e Casini riconoscono «alcuni elementi positivi, a partire dalla prosecuzione delle grandi opere già avviate, dagli investimenti in edilizia scolastica, dall’aumento dei nidi e da una parte delle politiche sociali». «Così come – aggiungono – siamo al fianco dell’amministrazione quando si tratta di sbloccare nodi fondamentali come i lavori della tramvia in Piazza Beccaria, o nel ribadire con chiarezza la necessità dello sviluppo dell’aeroporto».

    Accanto a questi aspetti, però, emergono forti criticità. «Ci sembra che in questi due anni abbia preso forma una vera e propria politica dei divieti – sottolineano –: dal blocco degli affitti turistici nel centro storico, fino al rischio di estenderlo alle periferia, ipotesi che riteniamo assurda e senza risultati per le politiche dell’abitare dal momento che manca un vero e concreto piano casa; dal divieto di nuove attività alimentari in alcune aree, alle restrizioni su monopattini, bus turistici, sosta, Ztl e Scudo Verde, che finirà per imporre a molte famiglie il cambio dell’auto».

    «Non si può parlare di immobilismo – precisano – ma a fronte di tanti divieti fatichiamo a vedere una visione di sviluppo e una strategia complessiva per Firenze».

    I due consiglieri evidenziano anche le contraddizioni sulle politiche turistiche. «Da un lato si continua una battaglia ideologica contro il turismo, dall’altro la tassa di soggiorno supera gli 80 milioni di euro e aumentano in modo significativo i costi dei biglietti museali per i non residenti, come il biglietto di Palazzo Vecchio che arriva a 38 euro a persona».

    Sul fronte delle grandi opere storiche, come lo stadio, Grazzini e Casini confermano la posizione già espressa: «Abbiamo sempre ritenuto che la strada scelta non fosse quella giusta. Oggi, con il cantiere aperto, ci auguriamo che almeno vengano rispettate le scadenze annunciate. Saremo i primi a riconoscerlo, se accadrà e siamo i primi a collaborare perché oramai indietro purtroppo non si torna».

    «Nel complesso questo è il secondo bilancio di questa consiliatura e di questa amministrazione e non lo riteniamo funzionale allo sviluppo della città, a dare a Firenze la proiezione di città modello nel mondo. È un documento lontano dall’idea riformista che ha storicamente caratterizzato Firenze e che oggi sarebbe più che mai necessaria. In questi due anni abbiamo dimostrato di saper fare un’opposizione responsabile: quando le cose sono fatte bene lo riconosciamo senza difficoltà. Anche in questo bilancio ci sono singole misure condivisibili, ma un voto sul bilancio è un voto politico complessivo.

    Dopo due anni di annunci, su tante partite continuiamo a non vedere risultati concreti. Per tutte queste ragioni – concludono Grazzini e Casini – pur riconoscendo ciò che funziona e confermando la nostra disponibilità a collaborare sui temi che uniscono, il giudizio politico complessivo su questo bilancio resta negativo e il nostro voto non può che essere contrario». 

    Queste le dichiarazioni della capogruppo di Firenze Democratica, Cecilia Del Re:

    “Votiamo contrario al bilancio di previsione 2026. Non vediamo alcuna diversa impostazione sul fronte dell’imposizione fiscale per rendere lo sviluppo della nostra città più giusto e sostenibile (le aliquote Irpef sono ancora uguali e immobili per tutti), e per non renderlo sempre più dipendente dall’economia del turismo (con un’imposta di soggiorno che arriva a 80 milioni di euro, record assoluto).

    Peraltro, aumentano anche alcune tariffe: quelle per la sosta, con l’eliminazione delle vetrofanie e l’aumento del 4.000% del costo degli abbonamenti (da 10 euro l’anno a 400 euro l’anno); e con gli abbonamenti per studenti delle scuole superiori, il cui costo raddoppia per famiglie con isee superiore ai 35k. E aumentano anche le poste a bilancio che si prevede di ricavare dalle multe.

    Nel metodo della gestione politica e amministrativa della città, grandi assenti continuano ad essere i consigli di quartiere e le politiche per la partecipazione. Assenti oggi in aula durante la discussione del bilancio i presidenti di quartiere, dopo che lo scorso anno avevano annunciato il bilancio partecipativo per l’anno a venire, che invece è rimasto ancora sulla carta. Così come qualsiasi riforma sul decentramento, la cui delibera era “pronta”, come annunciato dalla sindaca durante la discussione al Mandela Forum.Non ancora un euro sull’Urban centre, che era la migliore risposta ad un dibattito cittadino che ha bisogno di azioni concrete e di spazi fisici per incontrarci e partecipare.

    Non vediamo investimenti sul fronte delle imprese e del lavoro, e quindi sulle fondamentali economie della città diverse da quella turistica, a partire dalla mancanza ancora di investimenti in questo bilancio sulla Mercafir.

    Ci si limita ancora a gestire l’esistente, con un immobilismo politico che parte dalla mancanza di programmazione: si rincorre le situazioni contingenti, si annunciano svolte invece che lavorare per costruire fondamenta solide e dare un indirizzo a questa città.

    Non c’è traccia ad esempio di risorse sul PEBA, piano per le eliminazione barriere architettoniche, ma si continua ad interventi e annunci spot; sull’internalizzazione delle mense siamo ancora agli annunci, ormai da più di 6 anni.

    Sullo stadio e su tutta l’area di Campo di Marte (compreso il parcheggio di via Campo d’Arrigo, ma su tutti i parcheggi annunciati) si naviga a vista, compresa un’assenza di controllo sul ‘cantiere trasparente’ per la sicurezza sul lavoro nel più grande cantiere cittadino, come perduranti incertezze continuano sullo sviluppo del progetto Multiutility, che si preferisce togliere dai documenti dell’ente, come abbiamo appreso ieri.

    Ieri abbiamo altresì appreso che il comune ha con determina rinunciato alle risorse PNRR per la scuola Ghiberti, attingendo ad altre risorse per completare l’opera, e diviene importante capire lo stato di attuazione delle opere legate al PNRR.

    Non ci sono risorse per il percorso su Sollicciano, per mandare avanti ciò che il comune può e deve fare per tenere alta l’attenzione su quel luogo, e siamo ancora ad inserire i “tavoli di lavoro congiunti” nel DUP, quando questi tavoli dovevano essere stati già costituiti; non c’è alcuna innovazione nel campo delle politiche sociali, ormai uguali a se stesse da tempo: siamo ad esempi rimasti l’unica città a non aver attivato il sistema di emergenza ed urgenza sociale, e del vigile di quartiere e di politiche di prossimità non c’è traccia, con Ugnano che rischia di veder meno anche il centro anziani, fondamentale per la popolazione di quel luogo.

    Non ci sono nuovi bandi a cui il comune ha partecipato per ampliare il proprio patrimonio immobiliare pubblico, che ancora diminuisce e non aumenta, vedi l’operazione di Villa Monna Tessa.

    Ci preoccupa la mancanza di coordinamento tra comune e Regione, come dimostra il recente scambio sui giornali tra sindaca e presidente di regione sul futuro dell’ex ospedale San Giovanni di Dio.

    Alla fine del mio intervento, ho citato il nostro atto approvato dalla maggioranza sulla necessità di una ricognizione del patrimonio pubblico cittadino appartenente ai vari enti per far fronte al tema casa, proposta che ha avanzato anche l’arcivescovo di Firenze includendo anche il patrimonio della Diocesi. Anche l’alleanza per la casa ha chiesto in commissione tale ricognizione, e per fortuna che avevamo vincolato le monetizzazioni al tema della casa e dell’edilizia residenziale pubblica, nuova norma fondamentale del poc per far fronte al taglio dei finanziamenti nazionali. Ci auguriamo, allora, che questo punto possa essere recepito nel prossimo Dup ma soprattutto messo in atto per la nostra città”, conclude Del Re. 

    Questo invece il giudizio dei consiglieri di Fratelli d’Italia Matteo Chelli e Angela Sirello (capogruppo):

    “Il bilancio che ci apprestiamo a votare manca di coraggio, di audacia, si limita a gestire l'ordinario senza fare lo straordinario. Un bilancio unilaterale, monotematico, che concentra la gran parte delle risorse, quasi 1/4 del totale, sul TPL, dimenticando altre priorità, come il diritto alla casa e l'edilizia residenziale pubblica, che cubano, complessivamente, appena l'1,5% del totale. Non pervenuta la mobilità privata: mancano, infatti, risorse per il prolungamento di Varlungo, per la tangenziale urbana, che potrebbero risolvere una volta per tutte il nodo traffico.

    È anche il bilancio delle contraddizioni e delle facilonerie, che predilige la criminalizzazione dei fenomeni alla gestione sapiente, imperniato sulla distorta e controproducente narrativa dell'overtourism ma che, nei fatti, continua a scommettere sul turismo, tanto che prevede 5 milioni in più dall'imposta di soggiorno senza, al contempo, incrementare le tariffe.

    Più che di numeri, di fatti e di idee, questa maggioranza ama, al solito, calciare la palla in tribuna, scaricando colpe a destra e a manca, inventandosi inesistenti congiure per celare i propri fallimenti. È grave che non riesca ad assumersi la responsabilità di quello che fa e di quello che non fa, soprattutto perché allontana sempre più la politica dai bisogni reali dei territori e dei cittadini”, concludono Chelli e Sirello.

    "Non saper leggere la città è la premessa all'errore. È un bilancio ricco, come l'anno scorso, e si rivendica di aver aiutato la città spendendo di più. Tuttavia, il problema non sono le risorse in sé ma l'uso che se ne fa. Sicurezza, mobilità, overtourism, l'abitare: sono questi i temi della città e non hanno spazio nei capitoli di bilancio. Le minoranze hanno fatto notare questa lacuna, Funaro ci ha bacchettato come una maestra dalla cattedra. Come è grave non leggere la propria città, è gravissimo non ascoltare chi fa notare dei problemi reali, chiudendosi ancor di più a riccio.

    Quanto alla spesa, sono quasi 900 i milioni di euro che Palazzo Vecchio spende all'anno, che ne fanno una delle realtà economiche più importanti della Regione, ma non vengono fatti adeguati controlli. Facile farsi belli spendendo o spendendo di più, ma il Comune come datore di lavoro e di appalti dovrebbe verificare. Abbiamo una tassa di soggiorno altissima che porta 90 milioni, che dovrebbe essere spesa per migliorare il centro e la qualità della vita, dei servizi e dell'offerta turistica; abbiamo una valanga di multe che tengono in piedi il bilancio; c'è il tema di Alia – difendo il progetto di multiutility, ma contesto l'attuale gestione –, che spende e produce sprechi, con continui aumenti e sono sicuro che con la prossima variazione di bilancio arriverà puntuale anche l'aumento della Tari.

    Riqualificare la spesa, controllare i lavori e al tempo stesso ridurre gli sprechi, è un dovere morale prima ancora che contabile; in conclusione, piuttosto che puntare a spendere di più, si cerchi di contenere i prelievi nelle tasche dei cittadini e delle aziende fiorentine, che sono già alti e in ulteriore fase crescente". Così Paolo Bambagioni, consigliere comunale della Lista civica Eike Schmidt e presidente della Commissione Controllo del Comune di Firenze.

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