Balneari: la consulta boccia la legge toscana
La decisione della Consulta, messa ieri nera su bianco con la sentenza n. 89/2025, dichiara incostituzionale la legge della Regione Toscana n. 30/2024, che interveniva sul delicato tema delle concessioni demaniali marittime invadendo un ambito — quello della tutela della concorrenza — riservato in via esclusiva allo Stato. La legge toscana prevedeva, tra l'altro, indennizzi per i concessionari uscenti, criteri premiali per micro e piccole imprese, e demandava alla Giunta regionale la definizione di linee guida attuative. Ma per la Corte, la materia va regolata a livello nazionale, in coerenza con il diritto dell’Unione.
La Corte Costituzionale ha dichiarato la parziale incostituzionalità di una legge della Regione Toscana che stabiliva gli importi da indennizzare ai balneari che non erano riusciti a vincere le gare per l’assegnazione delle spiagge demaniali. Ma la questione va avanti da anni, con governo e opposizioni che cercano il favore dei balneari che, secondo sentenze della Corte di Giustizia Ue, occupano illegalmente le spiagge demaniali.
“La sentenza della Corte costituzionale non aggiunge né toglie nulla alla nostra legge. Avevamo chiarito, proprio nell’articolato, che avremmo subito preso atto della tanto attesa normativa nazionale. Rimane tuttavia la disputa nel merito, perché la legge nazionale a cui siamo tenuti ad adeguarci, ha aggiunto confusione alla confusione e il decreto attuativo appena proposto dal ministro Salvini non fa che confermarlo. Avevano a disposizione una legge ben fatta e hanno stravolto anche il compito più semplice: quello di copiarla.
Rispettiamo questa decisione, ma politicamente non possiamo che osservare un’altra volta quanto questa materia sia stata usata soltanto a fini elettorali, senza mai entrare davvero dentro al cuore di uno dei settori più importanti del turismo italiano, i cui effetti negativi dovuti allo stallo, continueranno a generarsi anche nei prossimi anni” Così il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, e l’assessore a turismo e attività produttive, Leonardo Marras, commentano la notizia della sentenza della Consulta.
“La Corte Costituzionale non poteva fare altrimenti: le Regioni non possono colmare il vuoto lasciato dallo Stato neppure con misure provvisorie. Ma intanto il settore balneare resta nel caos. Urgente una regolamentazione nazionale”. L’avvocato Stefania Frandi, responsabile giuridico nazionale del Sindacato Italiano Balneari Fipe Confcommercio, commenta così “Questa pronuncia è pienamente in linea con la giurisprudenza costituzionale e non rappresenta un elemento di novità né però aiuta a risolvere i problemi strutturali del settore”, prosegue l’avvocato Frandi, che denuncia la persistente incertezza per le imprese: “la legge regionale 31/2016 non è più applicabile, e quella nazionale è incompleta per l'assenza del decreto interministeriale sugli indennizzi.
Le amministrazioni locali non sanno ancora come muoversi. Il vuoto normativo rimane”. Rinnova quindi l'appello di SIB FIPE Confcommercio, l’associazione di categoria più rappresentativa, per una riforma organica del settore: “È urgente una normativa unitaria che garantisca certezza del diritto e tuteli gli operatori. Serve anche un intervento sul Codice della Navigazione, fermo a oltre 80 anni fa”, conclude Stefania Frandi.
"Il governo se la mena tra rinvii e rinvii, ma non ha tollerato che una Regione, di colore politico opposto, la Toscana, legiferasse in sua vece, proprio su quello che poi lo stesso governo vorrebbe intervenire per prendersene il merito -dichiara Vincenzo Donvito Maxia, presidente dell'Associazione Diritti Utenti e Consumatori- Ecco che la Corte Costituzionale ha dato ragione al Governo: è competenza dello Stato non delle Regioni.
Baruffe politiche che faranno esultare il governo (siamo noi che comandiamo) e disperare la Regione Toscana che, alle prossime elezioni di novembre avrebbe voluto portare questa regalia ai balneari come un trofeo attrattore di voti. In mezzo a questa baruffa ci sono i consumatori e le leggi dell’Europa e dello Stato.
I primi - i consumatori - beffati da aziende balneari che si sono impossessate delle spiagge demaniali e, in molte località, compromettono la libera fruizione delle stesse spiagge e, soprattutto, una concorrenza che - oggi mancante - fa sì che i prezzi per la fruizione dei loro servizi siano assurdi. Le disposizioni Ue e le leggi dello Stato che vengono interpretate a mo’ di serbatoio elettorale, con violazioni reiterate e rilevate delle pur minime leggi sulle liberalizzazioni. Violazioni che poi, per l’accaparramento corporativo da parte dei balneari, vedrà il nostro Paese pagare fior fiore di sanzioni, che vengono pagate coi soldi di tutti".
"La bocciatura della legge della Regione Toscana da parte della Corte Costituzionale equivale a una grande occasione persa, proprio perché in grado di colmare una lacuna evidente della legge approvata in Consiglio dei Ministri lo scorso settembre, che non teneva minimamente conto degli investimenti fatti negli anni e del valore commerciale delle aziende" Il direttore generale Confcommercio Pisa, nonché segretario nazionale Sib, Federico Pieragnoli, commenta con amarezza il pronunciamento della Consulta "Questo ennesimo stop non aiuta a risolvere i problemi del settore ed è un vero peccato, perché la Regione Toscana si era tempestivamente attivata con grande senso di responsabilità fornendo indicazioni importanti per la definizione dell'entità degli indennizzi e l'auspicio era proprio quello di vedere recepiti questi indirizzi a livello nazionale.
Purtroppo ancora una volta si aggiunge ambiguità a un quadro normativo che rimane nebuloso sul fronte delle concessioni. Non ci resta che confidare in una soluzione legislativa corretta ed equilibrata da parte del Governo, per evitare di pregiudicare irrimediabilmente il futuro delle nostre imprese balneari e le prospettive di crescita turistica del Paese”.
Preoccupazioni condivise dal presidente Sib Confcommercio Pisa Fabrizio Fontani: "La giunta regionale aveva dimostrato concreta vicinanza alle migliaia di piccoli imprenditori che gestiscono le strutture balneari toscane e come spesso succede la sentenza della Corte Costituzionale è l'ennesima dimostrazione di come funzionano le cose in Italia: la mano destra non sa cosa fa la sinistra e la testa non sa cosa fanno le due mani. La norma della Regione Toscana era in grado di offrire indicazioni importanti per la definizione dell’entità degli indennizzi”.
“Adesso l'unica speranza è che il decreto proposto dal Governo prosegua spedito il suo iter, in modo che possa essere chiaramente definito il valore degli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni e non ancora ammortizzati al termine della concessione e dei beni immateriali, tenendo conto inoltre del valore che hanno generato le imprese balneari e della loro capacità di attrarre e fidelizzare clienti, turisti e visitatori negli anni. È urgente una normativa unitaria che garantisca certezza del diritto e tuteli gli operatori” conclude Fontani.