Federalberlghi su aumenti Irap: albergatori Ko, settore turismo bistrattato
"E l'ennesimo “regalo” di una Regione che non considera il valore del comparto turistico" così Paolo Corchia, Presidente di Federalberghi Toscana, definisce l’aumento dell’IRAP contenuto nella manovra fiscale al vaglio del consiglio regionale. “Colpire le imprese in un momento di pesante difficoltà come quello presente è un grave errore e per gli albergatori la prospettiva è più scura che mai. Ci sarebbe bisogno di incentivi e invece ci troviamo in mano l’ennesimo “regalo” di una Regione che non considera il valore del comparto turistico e il determinante contributo che esso offre al PIL regionale”. E' l’amara considerazione di Paolo Corchia, Presidente di Federalberghi Toscana, di fronte all’aumento dell’aliquota IRAP dal 3,9 % (soglia base) al 4,8% per alcune categorie di imprese. Il documento attualmente al vaglio del consiglio regionale toscano esclude infatti il settore farmaceutico, le piccole imprese dei servizi alla persona e le PMI a conduzione familiare del settore ricettivo, commerciale e della ristorazione. “Se è vero che l’equità è il principio guida degli interventi fiscali della pubblica amministrazione, da quella nazionale a quella regionale - precisa Corchia – viene da chiedersi perché a sopportare gli incrementi debbano essere per lo più le società di capitali (spa e srl) del turismo e dell’alberghiero”. “Quello dell’IRAP è un meccanismo micidiale per le imprese – continua il presidente regionale degli albergatori – perché colpisce l’economia del valore aggiunto: più dipendenti hai, più sei penalizzato e se hai tutto personale interno (con ristorante e pulizie delle camere a gestione diretta) sei ancora più svantaggiato.
Calcoliamo che per alcune strutture ricettive il rialzo di 0,8 punti dell’IRAP si traduce in un aumento reale dell’imposta fino al 20% e che essa può abbondantemente superare l’utile lordo dell’impresa”. “Accogliamo con favore l’esclusione dall’aumento delle imprese a conduzione familiare – conclude Corchia – ma auspichiamo che ci sia margine per discutere modifiche. Qui si tratta di tutelare la posizione di un comparto determinante per l’economia regionale e per l’immagine che il territorio dà della sua ospitalità, un comparto che rischia di andare in perdita e di veder sfumati migliaia di posti di lavoro”.