Disposta la chiusura di 39 pelletterie cinesi all'Osmannoro

Redazione Nove da Firenze

Rilevanti rischi per i lavoratori che operano all’interno dei capannoni: è questa la motivazione dell’ordinanza contingibile e urgente firmata stamani dal sindaco Gianni Gianassi per disporre la chiusura di 39 aziende cinesi di pelletteria dell’Osmannoro. Le carenze e le inadeguatezze sono emerse nei capannoni ai numeri civici 44, 46 e 50 di via Majorana a seguito di un sopralluogo congiunto effettuato nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza, dai Carabinieri, dai Vigili del Fuoco, dalla Polizia Municipale di Sesto Fiorentino e dai funzionari di Inps, Inail e Direzione Territoriale del Lavoro di Firenze.

La successiva relazione della Asl 10 ha reso noto che nei capannoni in questione - di proprietà di cittadini italiani - sono stati riscontrati servizi igienici fatiscenti, impianti elettrici utilizzati in modo improprio, locali adibiti a cucine con scarsi requisiti igienici, uscite di sicurezza inadeguate, grossi quantitativi di materiale combustibile, nonché soppalchi abusivi utilizzati per il deposito di materie prime o prodotti finiti derivanti dalle lavorazioni. Il provvedimento del sindaco dispone l’immediata sospensione delle 39 attività svolte nei capannoni di via Majorana 44-46-50, che potranno riaprire solo quando i destinatari dell’ordinanza avranno reso i locali conformi alle norme igieniche, di sicurezza e di prevenzione incendi. L’area produttiva dell’Osmannoro è stata interessata negli ultimi tre anni da altre iniziative analoghe da parte del Comune di Sesto Fiorentino che hanno portato complessivamente alla chiusura di oltre 300 ditte cinesi.

Nell’autunno 2009 i sopralluoghi delle forze dell’ordine riscontrarono gravi irregolarità igienico-sanitarie, urbanistiche, ambientali e in materia di sicurezza sul lavoro che imposero l’interruzione dell’attività per 155 aziende operanti nei capannoni industriali di via Avogadro, via Forlanini, via De Gasperi e via Edison. Nel dicembre 2011 fu poi la volta di 36 ditte individuali di borse e pelletteria di via Ponte all’Asse, mentre nel gennaio scorso furono sequestrati tre capannoni dove avevano sede 92 ditte artigiane di pelletteria in via Ponte a Giogoli.