Arriva il Cesena, contro il passato per giocarsi il futuro

Redazione Nove da Firenze

Tornano al Franchi Adrian Mutu, Gianluca Comotto e Mario Alberto Santana che nel Cesena di Beretta affrontano un momento difficile per l'intera squadra e per i tifosi, ma anche per la loro carriera che necessita di un rilancio professionale e quando capitano sfide come questa, con la ex squadra, diventa obbligatorio togliersi delle malcelate soddisfazioni. Il tecnico dei bianconeri dichiara di volersi affidare a Mutu e Iaquinta per uscire dal tunnel retrocessione dove il presidente del club cesenate ha detto a gran voce di non voler stare. I padroni di casa potrebbero essere frastornati, ma De Silvestri ha consigliato ai suoi, dopo l'ultima sconfitta, di tapparsi le orecchie per attutire il contraccolpo psicologico.

Non è ben chiaro se vi sia una formazione tipo, e certo è che spaventa questa idea di Fiorentina in cui tutti sono utili, purché siano i migliori, e poi ti ritrovi in campo Montolivo che non è più viola, oppure Ljajic che lascia il campo a fine primo tempo per mancanza di presenza scenica. Poi entra Cerci che, necessariamente, per esser finito in panchina, risulta essere una seconda scelta, e vedi invece che per 10 minuti la squadra gioca e si propone. Dura poco, è vero, ma in momenti di difficoltà ci si attacca anche ai lampi di luce. Torna disponibile Amauri, dopo l'affaticamento muscolare, e il giocatore si ritrova l'onere e l'onore di portare a termine l'impegno di Santiago Silva, fare l'attaccante della Fiorentina (dispiace per il Tanque, ma quel rigore alla Roma non ha appagato i sensi di godimento della piazza).

Un ruolo che pesa, certo, quanto la maglia numero 10 consegnata ad Olivera. Sono gli imprevisti che capitano lungo il percorso, soprattutto a chi è arrivato a metà dell'opera, specie se quell'opera non era ancora iniziata. E' sbagliato aspettarsi tanto da chi è stato chiamato solo per un fugace passaggio? Per quell'aiuto che si chiede nel momento del bisogno? Ecco, forse, Amauri si trova a fare l'amico. Conti alla mano, dopo la gestione Mihajlovic ritroviamo un tabellino di marcia sconfortante.

Sinisa si è scusato, ma ha anche affermato che il problema più grande poteva non essere l'allenatore. Difficile poter confutare l'affermazione: una squadra la prepari durante l'estate e se i giocatori in campo corrono per 30 minuti sui 90 regolamentari, qualcosa non ha funzionato a dovere. Delio Rossi e l'eredità che potevi aspettarti, anche se il beneficio di inventario te lo sei giocato nel mercato di gennaio, con il tecnico che chiede di sfoltire la rosa e diventare competitivi ed invece ti ritrovi con la panchina lunga ed acquisti occasionali. Troppo triste parlare di corsa per la salvezza? Tappatevi pure le orecchie, ma parliamone. AntLen