Agguato a Betori, Baschini non sarebbe stato solo

Redazione Nove da Firenze

Dopo il lungo interrogatorio al quale è stato sottoposto Elso Baschini, il cui fermo è stato convalidato sulla base delle prove già in possesso e ritenute fondamentali per un procedimento a suo carico, gli inquirenti cercano elementi attraverso le dichiarazioni dell'amico, il marocchino Toufik che ha aperto un nuovo scenario evidenziando la pista del furto di beni preziosi da mettere a segno all'interno della curia fiorentina. Il Baschini, 73 anni, pedinato e intercettato dagli inquirenti del capoluogo toscano nei giorni successivio all'agguato, si sarebbe infatti recato più volte sul posto (piazza dell'Olio) scattando anche fotografie e calcolando i tempi di un possibile intervento armato.

Il movente sarebbero, stando all'ultima ipotesi, i preziosi custoditi nelle sale al piano alto dell'Arcivescovado, le stesse occupate dall'abitazione privata dell'arcivescovo. I piani inferiori sono occupati dagli uffici amministrativi. La stessa arma in suo possesso sarebbe servita quindi, secondo la ricostruzione logica fornita dal testimone, per prendere in ostaggio il prelato ed il suo assistente con l'intento di farsi consegnare i beni della curia e non per usarla direttamente contro don Brogi o contro lo stesso Betori. Resta da capire quale zolla di terreno abbia smosso la zappa ritrovata in via dell'Argingrosso, usata probabilmente per sotterrare la pistola, così da recuperare l'arma incriminata.