Agriturismo: ok ‘bipartisan’ al confronto per una nuova legge

Redazione Nove da Firenze

San Rossore (Pisa)− Continua il tasso di crescita degli agriturismi toscani (4.061 con + 3% nel 2008) e dopo un inizio difficile (-10% delle presenze tra gennaio e maggio 2009) la stagione estiva ha tenuto nonostante la crisi economica (dalle prime stime di ‘Turismo verde’ la contrazione si è fermata al 2%), recuperando in termini assoluti sul numero di utenti del periodo precedente. Gli imprenditori agricoli, adesso, concordano che per mantenere la leadership nazionale adesso serve un rilancio da parte delle istituzioni e della politica. Appello accolto al seminario “In campagna è un’altra cosa?”, organizzato oggi nella Tenuta di San Rossore (Pi) dalla Commissione Agricoltura del Consiglio regionale per discutere sui risultati della ricerca dell’Irpet “Le politiche regionali per la disciplina e lo sviluppo dell’agriturismo in Toscana”.

In modo ‘bipartisan’ il via libera al confronto in II Commissione delle due proposte di legge (la prima a firma dei consiglieri di An-PdL e Fi-PdL e la seconda della Giunta regionale), è stato dato da Angela Notaro (An-PdL), Piero Pizzi (Fi-PdL), Fabiana Angiolini (Pd) ed Aldo Manetti (Prc e presidente della Commissione). Il seminario di San Rossore è stato utilizzato dai rappresentanti delle categorie economiche proprio per esprimere la richiesta dell’approvazione della nuova normativa sull’agriturismo prima della scadenza della legislatura e per suggerire integrazioni e modifiche rispetto alla legge 30/2003.

Del resto, proprio attraverso i focus-group realizzati dall’Irpet per la ricerca, gli imprenditori avevano già evidenziato i punti – a loro giudizio - utili alla modifica legislativa: autorizzazioni, controlli, incentivi, promozione, ma anche innovazione (infrastrutture, servizi telematici, tutela dell’ambiente, ristorazione, formazione ecc...) e recupero delle caratteristiche e dei valori originari dell’agriturismo. La ricerca, inoltre, ha evidenziato la difformità dell’offerta nelle dieci province toscane (allegata tabella) e quindi anche la necessità di flessibilità tra nuovi ingressi nel settore e diversificazione qualitativa.