Spc, ecco la gara

Redazione Nove da Firenze

Come più volte ricordato il Spc (Sistema Pubblico di Connettività) è il cuore del Codice dell'Aministrazione Digitale. Fin dal 2004 è stato apporvato lo schema di decreto legislativo per l'istituzione di questo sistema il cui scopo è l'interconnessione informatica tra le p.a. italiane, creando una struttura tecnologica, o meglio un complesso di strutture, secondo standard omogenei nei plurimi elementi tecnologici (accessibilità, sicurezza, front-office, organizzazione ecc.). Il SPC dovrebbe garantire a tutta l'amministrazione italiana, ivi e soprattutto compresa quella locale, gli strumenti base per la realizzazione di un'efficace amministrazione digitale: il protocollo informatico, i mandati di pagamento on line, la posta elettronica certificata ecc.

L'esigenza di un sistema del genere è sancita a livello europeo ormai da molti anni, l'interoperabilità infatti dovrà in realtà estendersi ben oltre i confini italiani per comprendere l'intera Ue, un framework della Commissione (pubblicato nel febbraio 2004) ha sancito il dovere di tutti i paesi dell'Unione di rendere i servizi pubblici online fruibili senza "confini", superando le barriere create dalle diverse strutture tecnologiche, da cui anche la necessità di rafforzare lo scambio delle buone pratiche per realizzare una vera e propria selezione, scegliendo le migliori e adottandole 'globalmente' in modo condiviso. Il Sistema Pubblico di Connettività è stato definitvamente istituito e disciplinato col Decreto lgs.

del 28 febbraio 2005, n. 42, dal titolo "Istituzione del Sistema pubblico di connettività e della Rete internazionale della pubblica amministrazione, a norma dell'art. 10, della L. 229 del 29 luglio 2003" (G.U. del 30 marzo 2005, nr. 73). Il Spc è stato definito "l’insieme di strutture organizzative, infrastrutture tecnologiche e regole tecniche, per lo sviluppo, la condivisione, l’integrazione e la circolarità del patrimonio informativo della pubblica amministrazione, necessarie per assicurare l’interoperabilità e la cooperazione applicativa dei sistemi informatici e dei flussi informativi, garantendo la sicurezza e la riservatezza delle informazioni." Il progetto è articolato in due fasi principali: la definizione del SPC nel suo complesso, delle strutture organizzative per il suo governo, le infrastrutture tecnologiche e le regole tecniche per la fornitura dei servizi di connettività ed interoperabilità di base nel rispetto dei necessari requisiti di sicurezza; e la definizione del modello e dei servizi di interoperabilità evoluta, cooperazione applicativa ed accesso, lo sviluppo dell'architettura abilitante e delle relative regole di governo.

Si tratta di fasi ancora del tutto teoriche come si può ben capire, il passaggio dalla teoria alla pratica, essendo ormai passati più di due anni, è auspicabile e dovrebbe prendere il via a seguito del compimento della gara pubblica per la realizzazione del Spc, gara per la quale è stata proprio in questi giorni completata la procedura per la verifica tecnica prevista dal bando multifornitore, che ha visto l’aggiudicazione della gara con al primo posto il Raggruppamento Fastweb-EDS, seguito da BT-Albacom, da Wind e da Telecom Italia. "Con l’aggiudicazione definitiva di questa gara si avvia non solo un ampio processo di razionalizzazione e abbattimento dei costi per la gestione delle connessioni digitali, coinvolgendo tutte le amministrazioni pubbliche italiane a beneficio soprattutto di cittadini ed imprese”, ha detto Zoffoli, “ma si apre anche il mercato del settore delle telecomunicazioni con una gara multifornitore.

In questo contesto e nell’ambito di una logica concorrenziale, a parità assoluta di standard di efficienza e sicurezza, si è innescato un meccanismo che determina un netto abbattimento dei costi, valutabile in oltre il 50%".