La Regione Toscana finanzia Bianca, progetto presentato da 11 aziende e coordinato dall’IMM Carrara: obiettivo rilevare il fenomeno e consigliare ai progettisti marmi bianchi adeguati alle necessità

Redazione Nove da Firenze

Il marmo bianco di Carrara viene spesso utilizzato in maniera impropria, soprattutto nei rivestimenti esterni, e a causa di sistemi di posa non corretti o di scelte di varietà di materiale inadatte subisce deformazioni e gravi deterioramenti tanto che in molti casi si rende necessaria la sostituzione.
“E’ un danno particolarmente grave, oltre che dal punto di vista economico anche per l’immagine stessa del marmo apuano– secondo il presidente dell’Internazionale Marmi e Macchine Carrara, Giancarlo Tonini – anche perché spesso vengono attribuite al materiale o alle aziende fornitrici responsabilità ingiustificate.

Abbiamo perciò pensato di studiare scientificamente il problema del deterioramento superficiale e, soprattutto delle “curvature” che i rivestimenti esterni subiscono in particolari condizioni ambientali mettendo a punto un serio progetto di ricerca che, oltre a trovare le cause del comportamento del marmo, possano supportare progettisti e costruttori nella scelta delle varietà adeguate agli impieghi. L’adesione e la collaborazione di un gruppo significativo di aziende testimonia la validità dell’iniziativa ma anche la volontà del comparto di partecipare ad azioni di ricerca scientifica, di tutela dell’immagine ed a supportare il lavoro dei professionisti che impiegano il marmo”.
Da queste necessità e da questi obiettivi è nato BIAN.CA, acronimo di Bianco di Carrara, progetto di salvaguardia ambientale attraverso un corretto impiego nei rivestimenti esterni, coordinato dall’IMM Carrara, capofila di un gruppo di undici aziende lapidee del comprensorio Apuo-Versiliese e che ha ottenuto dalla Regione Toscana un finanziamento di 65.000 Euro, che saranno impiegati per studiare le cause scientifiche dei fenomeni di deterioramento e curvatura di alcune varietà di marmo bianco, che se impiegate nei rivestimenti esterni perdono resistenza meccanica in breve tempo, rendendo necessaria la sostituzione parziale o totale dei pannelli con grave danno economico, perdita d’immagine per tutti i materiali apuani e per i fornitori, ma con conseguenze evidenti anche per l’ambiente.


Il Progetto, che avrà diversi step, si pone come obiettivo principale quello di prevenire l’uso delle varietà di marmo inadatte agli impieghi esterni individuando, con appositi test, i materiali apuani più adeguati.
L’argomento, per la sua importanza e per l’emergere di gravi problemi in alcuni importanti edifici rivestiti di marmo bianco, è già stato affrontato da progetti comunitari (MARA e TEAM) che non hanno ancora portato a risultati definitivi anche perché predisposti per la valutazione di una casistica generale e non dei soli marmi apuani.
“Con questo progetto vogliamo individuare le cause del fenomeno, realizzando prima un dettagliato rilevamento degli edifici realizzati negli ultimi trenta anni con impiego esterno di marmo, verificandone poi lo stato di conservazione, – dice Paris Mazzanti direttore di IMM Carrara – è dunque necessaria la collaborazione di tutte le aziende del distretto alle quali chiederemo di segnalarci i lavori realizzati per poter creare una banca dati indispensabile alla valutazione sistematica dei fenomeni”.
Dallo studio di questi elementi sarà possibile comprendere le cause del fenomeno e consigliare professionisti e utenza finale nella scelta delle varietà di marmo che possono essere impiegate.