Tre regioni italiane, tra cui la Toscana, sosterranno lo sforzo della presidenza del Brasile per una forte crescita sociale ed economica
E in Repubblicana Dominicana un progetto di Confartigianato
Va in questa direzione l'accordo sottoscritto presso l'ambasciata del paese sud americano di Roma, per il quale anche l'Emilia-Romagna ha sottoscritto una dichiarazione comune per partecipare, insieme alle tre regioni, all'ampliamento della collaborazione.
"E' un atto molto significativo - ha commentato il presidente della regione Marche, Vito D'Ambrosio - in quanto e' il primo tra le regioni e uno stato nazionale. Il patto e' siglato mentre e' in corso un'intensa collaborazione tra alcune regioni italiane e molte realta' locali brasiliane.
Siamo disponibili a lavorare con gli amici brasiliani affinche' lo sforzo politico del presidente Lula possa restituire al Brasile il posto che merita nello scenario internazionale. Esporteremo il nostro modello di sviluppo marchigiano, nella sua articolazione distrettuale e nella sua accezione di esperienza che unisce strettamente l'espansione economica alla crescita sociale. Nasceranno nuove occasioni di interscambio e di relazioni di cui beneficeranno anche le Marche".
L'interscambio riguardera' i servizi di sostegno delle piccole e medie imprese, la facilitazione delle condizioni che regolano gli interscambi produttivi, l'organizzazione dei servizi pubblici locali nella logica della programmazione territoriale, l'integrazione delle politiche sociali nonche' la promozione culturale, turistica e formativa.
Si dice Repubblicana Dominicana e a tutto si penserebbe fuorché al fatto che in quel posto esiste una forte realtà del tessile-abbigliamento
Vedere per credere.
A questo è servita la missione di Confartigianato Prato nel paese caraibico: in rappresentanza dell’associazione c’erano il coordinatore regionale dell’area moda di Confartigianato, Marco Pieragnoli, e il presidente regionale del conto terzi di Confartigianato, Lido Grazzini. È servita a “esplorare” una realtà così lontana prima di eventuali accordi commerciali: “Siamo andati laggiù – spiega Pieragnoli - per valutare l’ipotesi di alleanze strategiche nell’ottica del trattato di libero scambio con gli Stati Uniti.
Siamo venuti così a conoscenza le ultime regole che permettono ai prodotti nazionali di entrare negli Stati Uniti a dazio zero ”. E che sorpresa scoprire che, in un paese con poco più di 8 milioni di abitanti, oltre 130 mila sono impiegati nel settore tessile-abbigliamento. Certo anche laggiù il settore ha i suoi guai: “La maggior parte delle imprese – racconta Grazzini – si trova ancora sotto l’egida degli Stati Uniti, ciononostante non manca la volontà di crescere, e in questo senso l’organizzazione produttiva del nostro distretto fa scuola”.
Insomma il modello pratese dà il buon esempio in America, tanto da diventare, per dirla con Grazzini, una sorta di “caput mundi” per il tessile mondiale. Fatto che potrebbe essere suscettibile di risvolti importanti per le nostre imprese, non ultimi scambi commerciali. Ma è ancora presto per dirlo: l’unica certezza è che, dopo la missione di Confartigianato, i pratesi e i dominicani si sono conosciuti un po’ di più, scoprendo di avere tante cose in comune sulla loro economia.
La missione di Confartigianato è stata organizzata in collaborazione con Toscana Promozione nell’ambito del programma Proinvest, il programma comunitario volto alla promozione degli investimenti nei paesi dell’Africa Caraibi e del Pacifico, gestito operativamente dal Centre pour le Developpement des Entreprises di Bruxelles.