Corsi: "In un paese normale questa Roma non giocherebbe in serie A"
EMPOLI - Al termine dell'incontro di stasera il presidente dell’Empoli Fabrizio Corsi rilascia durissime dichiarazioni contro la Roma di Sensi: “Non capisco come una societá che ha 200-250 milioni di euro di debiti possa iscriversi al campionato -afferma in diretta su GiocoCalcio- Quando una squadra è in una situazione del genere è obbligata a cedere i giocatori migliori per non fallire. Se l'Empoli avesse solo 5 miliardi di debiti, le banche verrebbero a bussare alla mia porta. La Roma non potrebbe permettersi di avere in campo cinque o sei campioni di questo livello.
E non voglio parlare di fideiussioni vere o false... In un paese civile, però, qualcuno dovrebbe invitare la societá a vendere i giocatori”.
Il presidente empolese è pacato, ma determinato. Stasera deve pure digerire la vittoria esterna della Reggina a Parma, grazie certo alla crisi finanziaria della famiglia Tanzi, proprietaria del gruppo Parmalat, che demoralizza la squadra emiliana.
Ormai è un calcio pesantemente condizionato, non solo dagli interessi economici, ma anche dalle pressioni politiche e da malversazioni persino esterne all'ambiente sportivo.
Un calcio indebitato, in gran parte in mano alle banche, cioè finanziato con i soldi di tanti risparmiatori italiani, inconsapevoli mecenati delle follie dei presidenti alla Cecchi Gori.