Condono edilizio: contrari sia gli ambientalisti che i costruttori
Martini: "Ci batteremo per cambiare la Finanziaria"

Redazione Nove da Firenze

FIRENZE- Netta contrarietà al condono edilizio deciso dal Governo, sia da parte delle associazioni ambientaliste che da parte dei costruttori edili. E’ questo l’esito delle consultazioni che la commissione Territorio e ambiente del Consiglio regionale, presieduta da Sirio Bussolotti (Ds), ha svolto sulla proposta di legge di inziativa della Giunta regionale, che mira a neutralizzare il provvedimento governativo sul territorio toscano. Pe i costruttori, sono intervenuti Ance e Confapi, sostenendo che il condono va nella direzione contraria allo sviluppo della cultura della legalità, mentre bisognerebbe premiare le imprese che lavorano totalmente nella regolarità e nella trasparenza.

Da punto di vista pratico, hanno invitato però a riflettere sulla possibilità che in Toscana, se entrasse in vigore la legge regionale, i cittadini si potrebbero sentire penalizzati rispetto ad altri territori. Dall’Ance sono venute anche alcune indicazioni su come comportarsi se il condono dovesse comunque essere applicato, ad esempio limitando le superfici condonabili, tutelando in modo ampio le aree demaniali e i centri storici, utilizzando i proventi per progetti finalizzati alla tutela del territorio.

Per gli ambientalisti, Italia Nostra e Legambiente hanno espresso un’adesione completa all’iniziativa della Giunta. Per Italia Nostra, bisogna però prendere atto che gli abusi ci sono e che i controlli sul territorio devono essere più stringenti. Secondo Legambiente, dal punto di vista costituzionale la proposta di legge rientra pienamente nelle prerogative della Regione, ed è anzi il condono deciso a livello nazionale che espropria la Regione delle sue competenze. Il condono, è stato detto, è un provvedimento vergognoso ed è un regalo alla criminalità organizzata.


Oggi il presidente Claudio Martini, insieme all’assessore al bilancio e alle finanze Marco Montemagni, ha presentato il libro bianco sugli effetti della manovra economica dell’esecutivo nazionale sulle tasche dei cittadini toscani. Un affresco a tinte oscure che si risolverebbe, in caso di approvazione in Parlamento, in una serie di tagli e nel mancato rispetto degli impegni riguardanti la Toscana per complessivi 930 milioni di euro. Di questi 780 milioni in meno andrebbero alla Regione e 150 agli enti locali.

Il settore più colpito, quello che peraltro incide maggiormente sul bilancio regionale, sarebbe quello della sanità e delle politiche sociali, con un ammanco complessivo valutato in circa 560 milioni di euro. “Se non dovessero esserci cambiamenti – ha dichiarato Martini – riteniamo di essere in grado, pur a fatica, di mantenere il livello dei servizi offerti. Non saremmo però in grado di soddisfare nuove richieste e in tal caso si dovrebbe cercare sia di instaurare una maggiore collaborazione con le associazioni private e del volontariato che, qualora ciò non fosse sufficiente, di reperire nuove risorse con contribuzioni sociali o tassazioni di scopo.

Queste però devono essere mirate, destinate a creare nuove attività e concertate. Non vedo altre vie. Il rischio è che il modello toscano salti”. Martini ha insistito molto sulla volontà di tutti (dalle associazioni economiche e sociali agli enti locali) di provocare un cambiamento della proposta di legge Finanziaria. “Ci batteremo fino in fondo e per quelle che sono le nostre possibilità affinchè venga cambiata. Ma anche per far sì che gli impegni assunti a suo tempo dal Governo vengano rispettati.

Quello che ci stupisce di più – ha continuato – è che da un lato ci viene richiesto di far fronte alle nostre esigenze con mezzi fortemente ridotti e dall’altro si propone di impiegare risorse in progetti alquanto discutibili. Un’altra preoccupazione, emersa durante la conferenza unificata, è l’approccio del Governo, un approccio di palese sottovalutazione dei problemi”.
Concetti ampiamente ripresi e ribaditi anche dall’assessore al bilancio Montemagni. “E’ una manovra finanziaria completamente insostenibile per tutti, soprattutto per i cittadini, sui quali maggiormente ricadrà il peso di scelte discutibili.

Noi abbiamo espresso un parere negativo sulla legge, fatto salvo l’accoglimento degli emendamenti proposti dalle Regioni e nei quali l’attenzione per il settore sanità rappresenta uno dei punti fondamentali. In questo modo non sarà possibile far fronte al complesso dei tagli previsti, ci auguriamo ci possa essere un cambio di rotta”.