Negli ultimi 3 anni i Centri per l’Impiego della regione hanno registrato la crescita di servizi più alta d’Italia

Redazione Nove da Firenze

Complessità e integrazione: sono queste le due parole chiave che contraddistinguono il modello toscano dei servizi pubblici per l’impiego. Così l’assessore regionale all’istruzione, formazione e lavoro Paolo Benesperi nell’intervento al convegno “Il nuovo mercato del lavoro, diritti e garanzie oltre la flessibilità”, organizzato dalla Provincia di Siena alla Certosa di Pontignano (Siena).
Una complessità, sinonimo di completezza – ha spiegato Benesperi – dovuta in particolare alla rete dei rapporti tra cittadini e aziende che trovano nei Centri per l’Impiego un punto d’incontro, anche attraverso i tirocini nelle imprese.

Per integrazione, poi, si intende la sostituzione degli uffici di collocamento con i servizi per l’impiego e la formazione professionale, gestita dalla Provincia. Da non dimenticare, infine, l’importanza che la Regione ha riservato al sistema informativo che permette al cittadino di trovare agevolmente notizie riguardanti formazione ed opportunità di impiego.
Il modello toscano dei servizi pubblici per l’impiego – ha concluso l’assessore Benesperi – deve uscire dal confronto con la Legge 30 ulteriormente rafforzato, sia attraverso la collaborazione tra pubblico e privato, sia attraverso la qualificazione dei servizi per i cittadini.

Secondo dati Isfol e Censis, negli ultimi tre anni i Centri per l’Impiego hanno registrato una netta crescita, la più alta in Italia, tanto che da un erogazione di servizi impresa-utente del 3 per cento siamo passati ad un 20 per cento. Per quanto riguarda poi la provincia di Siena, i Centri per l’ Impiego hanno raggiunto uno standard qualitativo molto elevato: il 42 per cento dei lavoratori segnalati dai Centri alle imprese è stato infatti assunto.
La legge 30 ormai è una realtà. Vediamo di farla funzionare al meglio.

In questi mesi ha riscosso molte critiche, ma pure nella sua base mediocre offre spunti interessanti su cui lavorare tutti insieme. Ed è positivo che questa mattina intorno al tavolo del Ministero tutte le parti sociali siano state presenti per un confronto sui contenuti. Così Tiziano Treu intervenuto questa mattina a Siena al convegno: “Il nuovo mercato del lavoro: diritti e garanzie oltre la flessibilità”, organizzato dalla Provincia di Siena.
L’Europa – ha detto – ci indica tre priorità da seguire: maggiore innovazione attraverso la ricerca e la formazione professionale; politiche di sostegno all’occupazione per gruppi sottorappresentati (anziani, donne, lavoratori con bassi salari, sommersi); definizione di flessibilità basata su orari e salario e non solo sull’apertura di nuove forme contrattuali.
Sull’Italia, Treu ha commentato il divario che esiste a livello regionale nell’applicazione delle normative: Ormai, le politiche del lavoro si fanno dal basso.

Come insegna il modello toscano, e senese in particolare, le buone pratiche delle regioni e province assicurano miglioramenti nei servizi offerti, ma occorre continuità e omogeneità tra territori. Ancora oggi il mercato del lavoro in Italia è troppo squilibrato, nonostante anni di politiche di convergenza a livello comunitario. Ci vogliono sempre più servizi intergrati in cui i centri per l’impiego facciano da rete e da servizio. Le regioni hanno tutti i poteri per farlo ma alle province vengono date sempre meno risorse pur avendo le capacità per gestirle.

Occorre allora imparare a camminare autonomamente senza più contare sul Fondo sociale europeo.
Treu ha poi analizzato i punti critici della legge 30, soffermandosi sui criteri di accreditamento (E’ necessario definire meglio i criteri di accesso per creare un filtro vero ed evitare brutte sorprese. Poi occorre puntare a controlli sulla qualità dei servizi offerti); sui contratti di formazione esterni e interni e sulle tutele e definizione dei nuovi contratti Co.co.co. Non sappiamo come andrà a finire con i Co.co.co – ha detto -.

Sono aumentati in modo abnorme ed ora ci sono tentativi di sostituirli con contratti di lavoro a tempo indeterminato. Ne sono rimasto incuriosito. Si può ben sperare ma stiamo a vedere.