Sciopero della spesa: a Firenze stamane shopping ridotto del 30%

Redazione Nove da Firenze

Spesa ridotta di un terzo questa mattina per lo sciopero della spesa proclamato dall'intesa dei consumatori. In base ai primi dati raccolti dalle 4 associazioni che hanno organizzato la mobilitazione, nelle principali citta' italiane lo shopping e' diminuito tra le 9 e le 11 di circa il 30%. Verificando l'afflusso medio di consumatori nei supermercati e centri commerciali nei giorni di martedi' 9, mercoledi' 10 e giovedi' 11 e confrontandoli con quelli di oggi, l'intesa ha rilevato una contrazione del 30% a Firenze.
!Siamo soddisfatti -ha commentato il presidente dell'Adoc Carlo Pileri- anche perche' la spesa piu' consistente avviene di mattina.

Se alle 11 ci sono questi risultati significa che nel corso della giornata non si puo' che migliorare".
Dopo aver segnalato più volte il pericolo dell’aumento dei prezzi in interrogazioni, lettere aperte, richieste di intervento, Pieraldo Ciucchi insiste: “Occorrono provvedimenti veri e non palliativi” commenta il Presidente del Gruppo Sdi e segretario regionale del partito. “Bisogna innanzitutto sostenere l’azione dei sindacati e delle associazioni dei consumatori, perchè venga individuato un paniere reale, corrispondente alle prime e vere esigenze di vita dei cittadini, liberato, quindi, da voci, articoli e orpelli che servono solo per evitare al Governo di pagare il conto a fine anno, in termini di aumento di stipendi e salari”.
“Occorrono sistemi di controllo sugli aumenti dei prezzi, che sono diventati vere speculazioni – insiste Ciucchi.

– Occorre dare direttamente ai Comuni la responsabilità, i compiti e le funzioni di controllo: il cittadino deve sapere a chi rivolgersi e non essere rimbalzato da un’autorità all’altra”.
“E’ necessario prevedere sanzioni per i casi più evidenti di aumento ingiustificato. Sanzioni vere: così come è prevista una multa per chi pratica prezzi troppo bassi, ci deve essere ancora di più quella per chi specula!”
“La Regione non può mostrarsi timida in questa situazione che per molti cittadini costa il passaggio allo stato di povertà (si pensi solo al grande numero di famiglie monoreddito).

È il momento di osare – conclude Ciucchi – oltrechè di agire e la Regione non può trastullarsi e filosofeggiare”.