Calcio: riforma dei campionati e fantacalcio (quello vero)

Redazione Nove da Firenze

Ormai se ne fa un gran parlare da alcuni giorni: doppia serie A, doppia serie B o serie C unica? Dopo quanto è stato illustrato dai rappresentanti della Lega – contestato frontalmente dalla Federcalcio – è tutto un susseguirsi di proposte, dettagli, spostamento di squadre. Nel dibattito che si è scatenato vogliamo proporre un estratto di un interessante articolo apparso oggi sulle colonne del Messaggero a firma di Roberto Renga, che apre nuove panoramiche ed inizia a far intravedere quale potrebbe essere il punto di caduta finale. Non sarà guerra tra Federcalcio e Lega, ma poco ci manca.

Per la Roma, per gli arbitri, per la giustizia sportiva e adesso per la riforma dei campionati. Federcalcio (Carraro) e Lega (Galliani) sono d’accordo soltanto su una cosa: bisogna rifare tutto e sbrigarsi, prima che si prosciughino le ultime risorse. Però Carraro punta sul progetto Abete, ossia sulla B in due gironi, mentre Galliani sposa la controproposta, vale a dire una maxi serie A con quaranta squadre. Polo nord e polo sud, in sostanza. E poco tempo per mettersi d’accordo. Ma che cosa pensa, allora, Galliani? Pare che la proposta sia stata sollecitata da Matarrese, ma che Galliani non l’abbia bocciata e che abbia anzi lanciato nel corso dell’assemblea delle idee per abbellirla e renderla presentabile.

Tanto che, in silenzio, in Lega stanno preparando un progetto ben diverso da quello di cui si è parlato giovedì, comico e degno di Totò, al contrario del piano che stiamo per presentare. Si sta lavorando su questa ipotesi: due gironi da venti squadre ciascuno, che chiameremo girone A e girone B. Sarebbe la classifica a determinarli, secondo formule che puntano sull’equilibrio. La prima e l’ultima da una parte, la seconda e la penultima nell’altro girone e così via. Verrebbero posti dei paletti, tipo quello relativo al derby, ovviamene da salvaguardare.

Un girone giocherebbe il sabato e l’altro la domenica. La stagione si aprirebbe a ferragosto. Partite di sola andata, dunque diciannove. Al termine del campionato d’apertura, la pausa invernale e poi il nuovo campionato. Due nuovi gironi, uno formato dalle prime dieci dei due gruppi iniziali, e l’altro dalle ultime dieci. Ogni squadra giocherebbe ancora nove partite, avendo per avversari soltanto i club provenienti dall’altro girone. Quindi, alla fine, play off per quattro o per quante ne vogliamo, e play out per otto o quante ne vogliamo.

Secondo uno studio fatto dalla Lega una riforma del genere presenterebbe questi vantaggi: 1) verrebbe valorizzata la serie B, che al momento, commercialmente, vale zero; 2) i dirigenti spenderebbero di meno, essendo inferiore la competizione (due retrocessioni a girone); 3) maggiore esposizione per club periferici e generalmente ignorati (la Rai avrebbe la possibilità di raddoppiare tutti i programmi); 4) rilancio della serie C, che cambierebbe anche nome: da promossi si andrebbe subito in serie A; 5) mutualità attraverso una ridistrubuzione degli introiti televisivi: più di dieci miliardi a testa alle società di B; 6) rilancio della Coppa Italia con partite tra squadre di diversi gironi: esempio, subito un Roma-Juve.

Si potrà trovare un’intesa sul progetto Abete o su quello della Lega? E se non si trova, che succede? La Federcalcio non ha dubbi: potrebbe al limite anche aspettare la fine della stagione e poi puntare sulla doppia B. La Lega crede invece di rivestire un ruolo predominante: contano i pro, gli altri devono stare a sentire. Un ruolo importante hanno le società di serie B, che sono quelle, tra l’altro, che se la passano peggio. Con chi vivrebbero meglio, con la Federcalcio o con la Lega? E si può essere certi che i grandi club in realtà non abbiano in testa la Superlega e dunque l’addio della serie B? Non esistono punti fermi.

Anzi, ne esiste uno soltanto: non ci sono più soldi, tanto che la maggior parte delle società ha pagato gli stipendi sino a ottobre, neppure aprendo la stagione in corso. Se quanto ipotizzato dal Messaggero corrispondesse al vero, i presidenti di serie B non avrebbero alcun dubbio sul decidere con chi schierarsi tra Federcalcio e Lega. E’ infatti un “paradiso” quello sopra descritto, con un discreto blocco delle retrocessioni e una garanzia di nuovi introiti economici derivanti dai diritti televisivi (da pretendere con certezza visto che salirebbe moltissimo il numero delle cosiddette "piccole"). Ammesso e non concesso che tutto si realizzi, rimangono però due aspetti da valutare: siamo sicuri che la miglior risposta all’inflazione delle partite di calcio sia dilatare ulteriormente il numero di incontri da giocare? E per ultimo: le tre o quattro grandi squadre dell’attuale serie A, stante la lunghezza del presunto campionato e l’attesa per l’inizio dei play off scudetto (unico obiettivo atteso) cosa faranno da Ottobre ad Aprile, si dedicheranno al nuovo grande Campionato Europeo per Superclub (che a quel punto Galliani non potrà fare a meno di proporre)? (as)