No alle ³casse di espansione² in Casentino; si ad un piano di bacino dell¹Arno, compatibile con l¹ambiente e gli interessi economici locali, del settore agricolo

Redazione Nove da Firenze

Questa in estrema sintesi la linea della Coldiretti Arezzo - che si è subito mobilitata -, sulla proposta, recentemente pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, di realizzazione di interventi strutturali per la sicurezza da eventi alluvionali nei prossimi quindici anni, nel territorio del bacino del fiume Arno. Nell¹area del Casentino, considerata ad alto rischio idraulico, il ³Piano² prevede la creazione di 16 casse di espansione, per un volume di acqua di oltre 26 milioni di metri cubi, nei comuni di Pratovecchio, Poppi, Bibbiena, Castel Focognano e Chiusi della Verna.

Forte la preoccupazione della Coldiretti, per le conseguenze che l¹economia casentinese potrebbe avere da questo tipo di interventi, che si è mossa organizzando riunioni nella vallata, che hanno visto una massiccia partecipazione di cittadini ed imprenditori locali, al fine di valutare le problematiche relative al Piano e di presentare all¹Autorità di Bacino le opportune osservazioni e controproposte.
La nostra valutazione complessiva del piano è stata ­ sottolinea la Coldiretti - ed è estremamente negativa, a causa del forte impatto ambientale, sociale ed economico che le scelte proposte potrebbero implicare per il territorio e le popolazioni del Casentino.

Emerge nel piano ­ prosegue ­ la esclusiva volontà di tutela delle aree urbane fiorentine.
Nel dettaglio, i punti dell¹attuale Piano di Bacino, non accettabili: la creazione di casse di espansione e quindi di rilevati e soglie di sfioro comporta un pericoloso stravolgimento dell¹ambiente. E¹ troppo vasto poi, il territorio interessato alle opere, in particolare i terreni nel fondovalle molto fertili e indispensabili all¹agricoltura; inoltre, non sono stati previsti, quale alternativa alle opere di laminazione, interventi di rimboschimento, di sistemazioni idraulico-forestali e idraulico-agrarie; infine, non è stato analizzato l¹impatto sociale ed economico sui proprietari e conduttori dei terreni interessati e mancano proposte di indennizzo e ricostituzione delle attività presenti.
Ecco invece quali sono le proposte di modifica al Piano: Pur essendo coscienti ­ precisa la Coldiretti aretina - che i terreni di fondovalle sono soggetti ad esondazione, si ribadisce il no alle casse di espansione, proponendo come alternativa la costruzione di invasi collinari con la duplice finalità di regimare le acque in caso di piena e di accumulare acqua da utilizzare in periodi di magra.

Quindi realizzare opere di regimentazione dell¹Arno e dei suoi affluenti (in particolare Archiano e Sieve); infine, incentivare l¹imboschimento, le sistemazioni idraulico-forestali e idraulico-agrarie nelle aree declivi per accrescere l¹assorbimento idrico da parte del suolo ed aumentare i tempi di corrivazione.
La Coldiretti Arezzo non lascerà quindi nulla di intentato, affinché vengano accolte le modifiche al Piano di Bacino, nell¹interesse dell¹economia locale e dell¹ambiente.