Convegno sulla prevenzione delle dipendenze nelle scuole
Oltre 6mila i ragazzi coinvolti (per l'esattezza 6.444), 62 scuole tra medie inferiori e superiori, oltre 710 genitori e più di 350 insegnanti. Sono solo alcuni dei numeri dei progetti di prevenzione delle dipendenze che ormai da anni vengono svolti nelle scuole dell'area fiorentina e che saranno al centro del convegno "Dipende da chi. Generazioni, tendenze, dipendenze" in programma nel Salone dei Duecento di Palazzo Vecchio martedì 10 dicembre. L'appuntamento, organizzato dal Comune di Firenze e dall'Azienda sanitaria fiorentina, è stato presentato questa mattina dall'assessore alle politiche socio-sanitarie Graziano Cioni insieme a Duilio Borselli, responsabile dell'ufficio prevenzione del Comune e a Marisa Artioli e Luca Teodori dell'Azienda sanitaria fiorentina.
"Si tratta di un'occasione preziosa per far conoscere e sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza della prevenzione delle dipendenze - ha spiegato l'assessore Cioni - che passa attraverso la scuola, un luogo dove tutte le componenti che partecipano alla vita dei ragazzi si incontrano e hanno un ruolo specifico". I progetti infatti coinvolgono non solo i ragazzi ma anche gli insegnanti e i genitori. "Questo convegno è dedicato a Mario Santi che è recentemente scomparso - ha aggiunto l'assessore Cioni - e al suo impegno e lavoro in questo campo.
Da questa sua esperienza hanno preso avvio i progetti di prevenzione portati avanti dall'Amministrazione e dalla Azienda sanitaria". Una prevenzione che si basa sulla relazione e sul confronto con i ragazzi, sulla comprensione del loro mondo e su interventi che coinvolgono soggetti diversi che lavorano in rete. "Una filosofia che si distingue nettamente da quella a cui si ispira la campagna nazionale - ha commentato l'assessore Cioni -, anzi si può dire che si tratta di due visioni completamente opposte".
In dettaglio sono coinvolti soprattutto gli istituti superiori (34) ma non mancano situazioni in cui le attività di prevenzione sono state anticipate alla scuola media (28) senza considerare gli interventi del Ceis nelle scuole materne ed elementari, anche se in questo caso si tratta soprattutto di una generale promozione del benessere. Questa scelta è motivata dal fatto che oggi i ragazzi più a rischio cominciano a far uso di sostanze anche a 13 anni e che quindi gli interventi di prevenzione primaria deve iniziare molto prima rispetto a qualche anno fa.
Gli alunni coinvolti nelle scuole medie sono 1.256, gli insegnanti 145 e i genitori 567. Nelle superiori gli studenti sono 5.188, i professori 207 e i genitori 148. Possiamo notare una forte incidenza del lavoro nella scuola superiore (quasi cinque volte di più il numero dei ragazzi coinvolti e una media di 2 incontri per gruppo classe) anche se gli operatori si concentrano soprattutto nelle prime classi. Situazione del tutto diversa per quel che riguarda il lavoro sui genitori: è quasi quattro volte di più il numero di padri e madri coinvolti nei progetti della scuola media (con una media di 3 incontri per gruppo).
Per quanto riguarda gli insegnanti risulta maggiore l'impegno su quelli delle medie (in rapporto con il numero degli alunni), ma in realtà è più approfondito il lavoro sui docenti delle superiori. Un dato nuovo e interessante è quello della presenza centri di ascolto, finora quasi esclusivamente proposti nella scuola superiore, anche in una media in un'area ad alto rischio come quella delle Piagge. Si tratta di un progetto di prevenzione secondaria e risponde a una richiesta, sempre maggiore, di aiuto e sostegno psicologico di alunni, genitori o insegnanti.
Sono colloqui di almeno 4 ore di colloqui fatte nella scuola. Un ultimo dato riguarda la tipologia degli operatori della prevenzione: prevalgono psicologi e educatori in compagnia di alcuni medici e assistenti sociali.(mr)