Dal 1978 a oggi realizzati o recuperati 20mila alloggi in edilizia sovvenzionata e 9mila in agevolata
FIRENZE- “Costruire un sistema di edilizia pubblica capace di rispondere in maniera organizzata e flessibile alla domanda di tanti cittadini che hanno bisogno di un alloggio e che superi le carenze di un settore per anni guidato da strumenti di finanziamento centralizzati e rigidi, e con automatismi incapaci di rapportarsi col territorio”. Così l’assessore regionale a urbanistica e casa Riccardo Conti ha sintetizzato in Consiglio regionale l’obiettivo di fondo della giunta regionale in materia di politiche abitative, alla luce della riforma del titolo V della Costituzione, che attribuisce alle Regioni tutte le competenze in materia di edilizia.
Nella sua comunicazione l’assessore ha evidenziato come ai due filoni finanziari in cui è stato polarizzato sin qui il regime di edilizia pubblica, ossia il contributo all’acquisto dell’immobile (edilizia agevolata), e l’assegnazione a canone sociale (edilizia sovvenzionata), secondo modalità di utilizzo vincolate ai programmi del governo centrale, saranno superati dallo sviluppo di una ‘politica sociale della casa’ capace di fornire risposte più coerenti con le sempre più articolate componenti della domanda.
Si cercherà quindi di varare strumenti più flessibili, in grado di dare risposte al variegato popolo di chi cerca casa: tenendo quindi presenti le variabili sociali, economiche, territoriali, le caratteristiche dei nuclei familiari (vedi le giovani coppie e gli immigrati). “Il nostro impegno – ha aggiunto Conti - è volto a sostituire schermi ormai inattuali con un sistema articolato e flessibile che garantisca risposte mirate e che quindi consenta un utilizzo più proficuo delle risorse.
Il tutto nella piena valorizzazione del principio di sussidarietà: centrale in questo sistema sarà infatti il ruolo dei Comuni. Per raggiungere questo obiettivo di fondo, ha spiegato Conti, occorrerà adottare una complessa serie di misure a breve e medio termine in grado di riorientare la macchina amministrativa secondo le nuove esigenze, di varare progetti socialmente e territorialmente mirati, di favorire la riqualificazione urbana e di vincolare i finanziamenti a criteri come la cantierabilità delle opere, in modo da garantire l’utilizzo rapido e sicuro delle risorse stanziate.
Anche i finanziamenti assegnati sulla base della normativa passata, ma non ancora attivati (sono disponibili, per esempio, 95 milioni di euro per l’edilizia agevolata), verranno utilizzati in funzione di questi nuovi criteri.
Nel suo intervento l’assessore ha poi compiuto un attento bilancio sugli esiti dei finanziamenti per la casa stanziati dal 1978 (anno del varo del piano decennale per la casa) sino alla riforma del Titolo V.
Per quanto riguarda l’edilizia sovvenzionata i fondi Gescal e le altre fonti di finanziamento nazionale hanno fatto affluire in Toscana da allora a oggi quasi 1.600 miliardi di lire cui si sono aggiunti 350 miliardi incassati dall’Ater per la vendita di alloggi.
In virtù di questi fondi sono stati realizzati o recuperati circa 20mila alloggi. In parte, questi programmi sono ancora in fase di completamento.
9mila sono invece gli alloggi realizzati nello stesso periodo in regime di edilizia agevolata (cioè sotto forma di contributi per l’acquisto della prima casa): un risultato reso possibile da contributi per l’abbattimento degli interessi e da oltre 230 miliardi di lire in conto capitale.
L’assessore ha evidenziato come i fondi siano stati spesso stati concretamente utilizzati con ritardi dovuti alla difficoltà nella assegnazione delle aree o nella acquisizione degli immobili, o all’incongruenza delle norme nazionali per l’assegnazione delle risorse con i tempi naturali di realizzazione.
“Tutto questi limiti – ha concluso Conti - potranno essere superati mettendo al centro delle future politiche abitative il territorio, e finalizzando gli strumenti finanziari al perseguimento di obiettivi mirati”.