Concerto happening con i bambini rom al Festival delle Colline martedì 23 luglio – ore 21,15 - a Prato

Redazione Nove da Firenze

Martedì 23 luglio ultimo appuntamento del Festival delle Colline 2002, la rassegna di musica, teatro e spettacolo promossa dal Comune di Poggio a Caiano in collaborazione con Assessorato alla Cultura della Provincia di Prato - Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci - Assessorato alla Cultura e Spettacolo del Comune di Prato - Comune di Carmignano – Comune di Montemurlo. Sul Lungo Bisenzio di Prato – viale Galilei all’altezza del Ponte Datini, inizio ore 21,15, ingresso gratuito – sarà di scena “Tikni Muzika Basalem - Piccole Musiche Crescono”, concerto/happening che vede protagonisti i bambini rom che nei mesi scorsi hanno partecipato al laboratorio di attività musicali tenuto nei campi nomadi della Toscana: una produzione di Toscana Musiche, (associazione di Regione Toscana che raccoglie i principali festival musicali della regione).

Di seguito una scheda di presentazione del progetto “Tikni Muzika Ba?alem - Piccole Musiche Crescono”:
Le esperienze di animazione culturale per bambini e ragazzi rom sono state numerosissime in Toscana almeno a partire dalla fine degli anni '80. I risultati sono stati spesso deludenti, malgrado le buone intenzioni, e malgrado qualche esperienza di qualità. Per fortuna non sono pochi quelli che ormai hanno capito le ragioni chiave di questi scacchi successivi, legati alle caratteristiche stesse della cultura rom (in particolare a quella familiare) e anche all'importanza perfino eccessiva che questa cultura attribuisce alla musica, alla danza, alla festa.

La chiave centrale resta quella della necessità di un'autogestione, spesso sia nei contenuti che nelle forme, per queste esperienze. E in questi anni si è creata, più che in passato, una capacità propria della comunità rom a questo livello. La crescita di una generazione di mediatori culturali coscienti del proprio ruolo, un aumento della scolarizzazione di base, l'aumento generale della coscienza di sé nelle famiglie e nei giovani, sono i fattori positivi di questa crescita, che pure continua ad accompagnarsi a condizioni di vita prevalentemente allucinanti, e a un'irriducibilità culturale fonte di non pochi equivoci.

Insomma per lavorare su comunità diverse davvero, come quelle dei rom residenti in Toscana, è necessario aprire dei processi più che confezionare programmi o spettacoli, dunque rimettere in gioco il meccanismo della didattica, della produzione e degli spettacoli nel tempo e nelle modalità. Più tempo, percorsi più complicati, più integrazione tra ricerca, laboratori permanenti, occupazione performativa degli spazi. E soprattutto la necessità di inserirsi, sostenendole, in esperienze e bisogni espressi direttamente dalle comunità e dai loro giovani.

Solo su questa base si può partire, con la speranza scatenare e sostenere, rispettandole, le impareggiabili energie creative di un popolo, i rom, troppo spesso relegato (e auto relegato) nel degrado, nel pregiudizio, nell’assistenzialismo o nella persecuzione. Le musiche, le danze, la festa, non si concluderanno dunque a Prato il 23 luglio, o nei giorni successivi, esibendo una sorta di saggi di fine o metà corso. Però a Prato apriranno in festa e a tutti i laboratori in corso, proponendo spezzoni di lavoro che sono confronto reale, quasi mai agevole, ma sempre illuminato dalla straordinaria musicalità di questo popolo "leggero" per definizione.