Dibattito in Consiglio comunale sulla vendita del patrimonio residenziale pubblico e acquisto di appartamenti liberi
«L'ordine del giorno per vincolare i proventi delle vendite del patrimonio residenziale all'acquisto di appartamenti liberi, approvato nella scorsa seduta dal Consiglio comunale, comporta indubbiamente concreti problemi per la gestione e la concretizzazione del bilancio degli investimenti». E' quanto ha dichiarato il Presidente della commissione urbanistica Vincenzo Esposito. «Come ho cercato di illustrare nel mio intervento in Consiglio - ha spiegato Esposito - il voto contrario all'ordine del giorno del gruppo DS, era motivato proprio dalla preoccupazione di privare alcune importanti opere pubbliche, da tempo attese, solo per fare un esempio, la riqualificazione di pizza Santa Maria Novella, dei necessari finanziamenti, provenienti appunto dai proventi delle vendite.
Il problema di costituire un fondo di dotazione finanziaria del Comune non vincolato ai parametri di costo dell'edilizia residenziale pubblica e che consenta di intervenire direttamente sul mercato per l'acquisto di alloggi con cui far fronte all'emergenza abitativa è altrettanto serio, ma poteva venire gestito senza mettere a rischio la realizzazione di opere pubbliche da lungo attese». «Ritengo che lo spirito dell'ordine del giorno sia da prendere in seria considerazione da parte della giunta - ha concluso il Presidente della commissione urbanistica - senza peraltro mettere a rischio la realizzazione, già nel 2002, delle tante opere pubbliche, grandi ma anche di modesta entità, e per questo non meno sentite utili da tanti cittadini, che attendono solo il finanziamento per essere realizzate già nel 2002.
Sono certo che le quelle forze di maggioranza che hanno votato a favore dell'ordine del giorno si renderanno disponibili a costruire, tutti insieme, questo percorso di buon senso e nell'interesse della collettività».
Questo invece il testo dell'intervento della capogruppo di Rifondazione Comunista Monica Sgherri:
«L'ordine del giorno "Vincolare i proventi delle vendite del patrimonio residenziale all'acquisto di appartamenti liberi" approvato lunedì 18 marzo dal consiglio comunale merita maggiore attenzione anche per le contraddizioni che apre nel bilancio mentre sarebbe opportuno evitare qualunque tipo di scorciatoia dai toni allarmistici come leggo sul quotidiano de La Nazione.
E' evidente che riguardo all'indistinto calderone dove sono stati messi tutti i proventi delle alienazioni (dal patrimonio non residenziale, alle municipalizzate, ecc.) verrebbe sottratta la parte relativa alla vendita degli appartamenti residenziali e quindi andranno fatte nell'immediato futuro delle scelte di ridimensionamento o posticipazione di alcuni progetti finanziati sia con il famoso codice 14 (proventi da alienazioni) e anche con il codice 2 (assunzione di mutui). Ma questo non è scandaloso anche perché se le amministrazioni locali vivono costantemente nella ristrettezza di bilancio è evidente che la scelta su cosa come e quanto investire diventa difficile ma nel frattempo diventa qualificante del segno politico e dell'attenzione sociale di una amministrazione.
In questo senso ritengo del tutto inventate le interpretazioni tendenziose che già quantificano in miliardi il valore di questo ordine del giorno ma soprattutto danno per scontato i progetti che salterebbero: cosa come e quanto tagliare sono nuovamente nell'ambito della sfera politica e non della lettura burocratica. La volontà di questo ordine del giorno sta proprio nella indicazione di reintrodurre nelle scelte di investimento di questa amministrazione una attenzione prioritaria al problema abitativo partendo da una impostazione più complessiva, ossia: primo, l'emergenza abitativa e il bisogno casa non sono materie da riservarsi alla sola edilizia residenziale pubblica al contrario necessitano di risorse aggiuntive; secondo, l'edilizia residenziale pubblica ha tempi lunghi di realizzazione, dai cinque ai dieci anni, di per se non è sufficiente a rispondere in tempi adeguati all'emergenza abitativa; terzo, non diminuire il patrimonio residenziale pubblico vincolato (ERP) e non vincolato, al contrario valorizzare la sua capacità di dare risposte "vendere gli appartamenti solo agli inquilini che lo possono acquisire e ricomprare appartamenti liberi"; quarto, la scelta prioritaria del ritorno alla residenza in Firenze non può essere governata solo in termini di ulteriori espansioni e consumo del territorio, bisogna affrontare decisamente il capitolo del recupero, anche in forme nuove, ma per questo bisogna avere risorse immediatamente disponibili e non vincolate ai massimali dell'edilizia residenziale pubblica.
Che con questo ordine del giorno si sia aperto un problema tutto politico e di sensibilità sociale è evidente; ma ritengo importante che nelle scelte degli investimenti sia stato reintrodotto la priorità del bisogno casa. Ed infatti, vorrei precisare rispetto al comunicato dell'Assessore Albini che nell'ordine del giorno approvato lunedì dal consiglio comunale non è vero che si "invita" il sindaco e la giunta bensì "si impegna" ("a garantire che siano messi in vendita solo gli appartamenti rispetto ai quali può accedere all'acquisto la famiglia che vi risiede; a vincolare i proventi delle vendite all'acquisto di ulteriori appartamenti liberi al fine di aumentare la capacità di risposta dell'amministrazione comunale alle famiglie che in graduatoria da anni attendono un alloggio"); parimenti non è vero che questo impegno è da "valutarsi" nell'ambito degli "obiettivi più generali" come dice l'Assessore Albini, bensi il Consiglio Comunale nell'ambito dei compiti istituzionalmente assegnati esclusivamente ha questo organo istituzionale ha dettato un indirizzo generale preciso che chiede in quanto tale di essere realizzato e non genericamente valutato.
Una ultima nota personale: dispiace che a fare la precisazione in questi termini sia l'Assessore alla Casa. Mi sarei aspettata una sensibilità maggiore in quanto come assessore al ramo avrebbe dovuto apprezzare la disponibilità reale di risorse aggiuntive per fronteggiare il bisogno casa. Che questa priorità sia indifferente all'assessore al patrimonio può risultare discutibile ma certo diventa sconcertante se questa indifferenza è di chi giornalmente dovrebbe combattere per risolvere il problema di quelle famiglie che da anni attendono case ed in cambio hanno elenchi di progetti.
Questo la dice lunga sulla difficoltà che il Consiglio Comunale avrà nel fare realizzare questo ordine del giorno».