Siena: una ricerca sul telelavoro

Redazione Nove da Firenze

Una ricerca durata sei mesi, 477 questionari distribuiti con un tasso di risposta superiore al 60 % e un primo punto di partenza per verificare la possibilità di trasformare il telelavoro in uno strumento per garantire alle donne un equilibrio tra vita lavorativa e condizione familiare. Sono alcuni dei risultati dell’indagine condotta nella nostra città e in provincia tra le lavoratrici dipendenti del Comune di Siena, dell’amministrazione provinciale e della Azienda Usl 7. Un progetto promosso dal Comitato di Ente per le Pari Opportunità del Comune, in collaborazione con i rispettivi comitati della Provincia e dell’azienda ospedaliera e presentato questa mattina in un’apposita conferenza stampa.

Siena è la prima fra le città italiane ad applicare questo tipo di ricerca, in cui i dati raccolti sono stati sottoposti ad un’analisi qualitativa e quantitativa. L’indagine, svolta dalla società “Microcosmos”, ha cercato di far luce sul possibile utilizzo delle nuove tecnologie per ridurre i disagi delle donne e trasformare il telelavoro in una vera e propria opportunità. In primo luogo è stato redatto e studiato l’organigramma delle amministrazioni, con i vari settori o servizi e le mansioni dei singoli profili professionali.

Successivamente è stato portato avanti un programma di colloqui individuali con i singoli direttori e dirigenti per verificare l’analisi dell’organigramma e l’effettività delle mansioni svolte. Infine, è stato compilato un questionario per le donne occupate in attività riconducibili a forme di telelavoro. Delle 1912 lavoratrici che operano all’interno dei tre Enti (1353 alla Usl, 159 in Provincia e 400 in Comune), in base alle procedure di scelta del campione, sono stati somministrati 477 questionari.

Una selezione precisa che è nata dall’esigenza di identificare, in modo puntuale, le sole lavoratrici con compiti legati alle prospettive del telelavoro. Al termine della rilevazione sono stati restituiti 293 questionari, più del 60%. Un dato promettente che consente di individuare un nucleo forte di donne per la sperimentazione e la formazione sul telelavoro e le caratteristiche e i fattori che implicano la maggiore inclinazione della persona per il passaggio al lavoro svolto a distanza. Dai questionari risulta che il dato medio relativo alla disponibilità a partecipare ai percorsi formativi è del 77% e tra i soggetti interessati compaiono 38 situazioni familiari difficili (presenza di malati cronici, portatori di handicap e anziani non autosufficienti).

Il programma portato avanti è fortemente innovativo. Gli enti coinvolti, infatti, non si sono ancora confrontati con esperienze di telelavoro.