Artigianato: rallenta la crescita

Redazione Nove da Firenze

Pur con una crescita del fatturato del +1,5%, l'economia artigiana ha evidenziato fin dai primi mesi del 2001 un rallentamento rispetto al 2000. La natura improvvisa del cambiamento del mercato, determinato dagli eventi dell'11 settembre, ha prodotto nel complesso limitati effetti negativi, non interessando trasversalmente tutti i settori artigiani. Gli effetti della crisi hanno penalizzato semmai in maniera selettiva solo alcuni settori, in particolare quelli manifatturieri e, in tale ambito, le produzioni della moda.
Questa in sintesi la fotografia dell'artigianato toscano per l'anno passato, secondo quanto riportato dall'indagine congiunturale dell'Osservatorio Regionale sull'Artigianato, realizzato da Regione e Unioncamere Toscana con la collaborazione di Cna e Confartigianato, ed il supporto tecnico di Irpet, Ebret e Artigiancredito.
L'andamento a livello provinciale registra una situazione molto critica per l'artigianato pratese, segnali di debolezza per Pistoia e un arresto per Pisa.

La crescita più sostenuta è stata invece registrata a Siena, Livorno e Massa Carrara. In ripresa risulta inoltre nella seconda metà del 2001 l'area lucchese. L'occupazione artigiana cresce ma con indici limitati (+0,7%), soprattutto a causa della perdita di addetti rilevata nel secondo semestre del 2001 nel settore manifatturiero e a discapito delle formule a tempo pieno. In ripresa appare l'occupazione nel settore edile (+2,6%) e in quello dei servizi (+1,3%). Tuttavia tale ripresa è distribuita in modo squilibrato fra le aree provinciali, con dati negativi sugli addetti nelle aree di Pisa e Massa Carrara e indici decisamente positivi per Livorno, Lucca e Siena.

Il 2002 dovrebbe dare il via ad una nuova fase di ripresa economica, che gli imprenditori leggono con gli occhi della prudenza. Sulla base delle opinioni degli imprenditori artigiani, la seconda parte del 2001 appare così come il momento in cui si è toccato il punto più basso della congiuntura. L'edilizia si presenta come il settore più dinamico anche nella prima parte del 2002. Anche i distretti manifatturieri sembrano beneficiare del clima di ripresa, in modo tuttavia più ridotto dell'intera economia artigiana.

Un moderato ottimismo caratterizza anche le previsioni sull'andamento dell'occupazione e sugli investimenti. La dinamica di questi ultimi sembra derivare anche dalla risposta favorevole degli imprenditori alle politiche fiscali di incentivazione, che troveranno massima espressione nell'anno in corso. Caso a parte è la micro impresa artigiana, che sembra destinata a perdere ulteriormente terreno anche per una crescente incapacità ad attuare livelli significativi d'investimento. La possibilità di sfruttare le nuove opportunità dipenderà dalla capacità delle imprese nell'interpretare i forti cambiamenti avvenuti, e per questo si rendono necessari interventi strutturali specifici.