Elisabetta Pozzi alla Limonaia di Sesto Fiorentino in "Ciò Esula"

Redazione Nove da Firenze

Apre la stagione 2002 Elisabetta Pozzi, una delle attrici italiane di maggiore talento, interprete forte e raffinata, sempre attenta verso la nuova scrittura, impegnata a dare corpo ad un testo straordinario di Ludovica Ripa di Meana, che la Limonaia ospitò in lettura due anni fa e che oggi torna nell’allestimento di Walter Le Moli. Una periferia agghiacciante emerge dalle risposte di Luciana di fronte alla Corte: il figlio ucciso dal marito è vittima della sua vendetta, ma anche dell’orrore delle borgate, delle Tv accese nel silenzio, di quell’eros indifferente e disattento che produce tanti figli ma non li vuole.

Il canto di dolore barbaro e disperato della Pozzi, mirabile traduzione scenica di una violenza verbale che è scandita dagli endecasillabi borgatari dell’autrice, evoca Roberto Zucco prima che Tullio Brigida (il padre che rapì ed uccise i tre figli per vendicarsi della moglie); lo spettacolo si sottrae ad ogni naturalismo, e viaggia nei ritmi imposti dai tre strumentisti o sollecitati da Luciana, che di fronte ad ogni domanda non può che principiare a vagare, esule, dentro la sua tragedia.