Ascanio Celestini, il nuovo Moni Ovadia, giovedì 31 al Teatro Studio di Scandicci

Redazione Nove da Firenze

Alle ore 10 Radio clandestina, uno spettacolo di Ascanio Celestini, con Ascanio Celestini.
Cantastorie del sociale e impareggiabile affabulatore, Ascanio Celestini nei suoi spettacoli riesce a incantare gli spettatori con racconti densi di storia, di vicende anche dolorose e drammatiche come questa della strage delle fosse Ardeatine.
23 marzo 1944: gruppi di Azione patriottica attaccano la colonna tedesca della polizia in via Rasella. 24 marzo 1944:per rappresaglia i nazisti uccidono 335 persone in una cava sulla via Ardeatina..25 marzo 1944: sui giornali compaiono le parole dei nazisti che annunciano tanto l’azione dei partigiani quanto l’eccidio che seguì.

Questa sembra una storia che inizia un giorno e termina due giorni dopo, una storia tragica che si consuma in poche ore. Ma nel libro di Alessandro Portelli che ispira questo spettacolo di Celestini, L’ordine è già stato eseguito, questa storia viene inserita nel quadro di nove mesi di occupazione nazista a Roma e poi in quella di 5 anni della guerra dei venti anni del fascismo, nella storia orale di Roma che diventa capitale e inizia velocemente a cambiare. Il libro si fonda su circa 200 interviste a testimoniare che questa non è la storia di quei tre giorni, ma qualcosa di vivo e ancora riconoscibile nella memoria di un’intera città.
Alle ore 21,15 Saccarina, uno spettacolo diretto e interpretato da Ascanio Celestini con Olek Mincer.

Arrangiamento e esecuzione dal vivo di musiche popolari dal ghetto: Klezroym.
Saccarina è un racconto per voci e musica. Un percorso della memoria attraverso le storie di due luoghi apparentemente lontani come Lodz e Roma e soprattutto le storie delle persone che le hanno attraversate 50 anni fa durante la guerra. Saccarina è la storia di una moneta. Di una moneta che non serve più per compare e non può essere messa da parte come un tesoro. La moneta battuta nel ghetto di Lodz, il ghetto che in Europa è sopravvissuto più a lungo.

Ascanio Celestini costruisce il suo affresco di narrazione storica a partire da questa moneta, partendo dalla quotidianità degli oggetti, e poi raccogliendo e reinventando le mille voci vive del ghetto. In parallelo scorrono due storie diverse, quella del ghetto di Lodz e quella del rastrellamento del 16 ottobre del ’43 nel ghetto di Roma. Due storie profondamente diverse. Perché a Lodz il ghetto è davvero un carcere e la precarietà della vita di quelli che vi sono reclusi è oltre ogni limite umano.

Mentre a Roma il ghetto è un quartiere. Ma qualcosa li accomuna e rende le due storie terribilmente simili: l’illusione che ci si possa relazionare in modo umano con un’istituzione disumana e criminale. Quando i nazisti occuparono Roma ordinarono alla comunità ebraica di portare 50 chili d’oro, pena la deportazione di 200 capi famiglia: la comunità di Roma, allora, mette insieme l’oro e lo consegna. A Lodz Haim Mordechai Rumkowsky trasforma il ghetto in una sorta di azienda convinto che fino a quando produrrà i nazisti non lo smobiliteranno.
Il 16 ottobre dal ghetto di Roma vengono portate via 10022 persone, mentre nel ghetto di Lodz ne sopravvivono solo 887.