Polemica sull'esistenza del Consiglio delle autonomie locali

Redazione Nove da Firenze

Il gruppo consiliare di An chiede l'abrogazione del Consiglio delle autonomie locali, organismo non elettivo rappresentativo di Province e Comuni, istituito nel 1998 dalla Regione Toscana, unico caso in Italia.
Il gruppo consiliare di An ritiene questo organismo "un mostro giuridico", in quanto, come ha spiegato il capogruppo, Maurizio Bianconi, pur non essendo elettivo tende ad espropriare delle loro funzioni altri organi elettivi come lo stesso consiglio regionale, i sindaci ed i presidenti di Provincia.
Secondo Bianconi le competenze del Consiglio delle autonomie sarebbero destinate ad aumentare con il nuovo statuto regionale fino ad assurgere al ruolo di unico rappresentante delle autonomie locali, "il che significa - spiega il capogruppo di An - che il sindaco di un qualsiasi paese o citta' non potrà piu' avere un rapporto diretto con la Regione e che le sue istanze dovranno filtrare attraverso il consiglio della autonomie".
Per abrogare la legge il gruppo di An ha presentato una proposta di legge regionale, ma nel caso che non trovi la maggioranza in consiglio, e' gia' stato previsto il ricorso al referendum.

Il consigliere di An Virgilio Luvisotti, tuttavia, si dice abbastanza ottimista sulla possibilita' che la proposta passi in consiglio "in quanto anche molti consiglieri della maggioranza giudicano negativamente questo organismo".
Il gruppo regionale dei Ds respinge la proposta di An di abrogare il consiglio delle autonomie definito dal consigliere della Quercia, Massimo Bellandi, "una delle istituzioni più innovative, che abbiamo realizzato in Toscana e per il quale, eventualmente, possiamo pensare a diverse forme di elezione dei propri rappresentanti".
"Il consiglio delle autonomie nello specifico - ha aggiunto Enrico Cecchetti, presidente della commissione affari istituzionali del consiglio regionale, anch'egli diessino - in questi anni ha svolto un lavoro importante e di crescente coinvolgimento e coordinante degli enti locali e degli amministratori eletti in tutta la Toscana".

Secondo Cecchetti il consiglio delle autonomie rappresenta "un progetto concreto per scongiurare pericoli di neo centralismo che invece stanno realizzando i governatori polisti del nord". "Visto che crediamo davvero nel federalismo - conclude Cecchetti - pensiamo che questo organo debba trovare una significativa valorizzazione con il nuovo statuto regionale".
I Verdi del consiglio regionale toscano sono con An per l'abrogazione del consiglio dele autonomie. La loro posizione e' stata spiegata dal capogruppo Fabio Roggiolani che ricorda di aver sollevato il problema per primo in commissionea agricoltura con lettera inviata alla fine di agosto.
"Non si tratta di allearsi con An o chicchessia -ha detto Roggiolani- ma in questo caso si tratta di questioni istituzionali: nella discussione dell'ordine del giorno del parlamento della Toscana, svoltasi in una recente seduta del consiglio, i Verdi hanno chiesto ed ottenuto dalla maggioranza di centrosinistra che qualsiasi ipotesi di coinvolgimento futuro del consiglio delle autonomie locali dovesse comportare una sua profonda riforma".
"Oggi - prosegue Roggiolani -, il consiglio delle autonomie rappresenta solo 50 Comuni su oltre 200 della Toscana con un'articolazione delle forze politiche rappresentate che si riuduce solo a Forza Italia e ai Ds e la possibilita' di surroga dei componenti in assenza degli eletti, comunque di secondo grado, la dice lunga sulla rappresentativita' effettiva di questo organismo".

"La polemica - conclude Roggiolani - poteva rimanere negli ambiti istituzionali se non fosse arrivata la continua rivendicazione di essere consultati al posto degli enti locali anche su materie non previste dalla legge".