Le politiche volte al sostegno degli studenti meritevoli e privi di mezzi
Le borse di studio aiutano gli studenti che ne usufruiscono a proseguire nella carriera scolastica, li spingono a sostenere piu' esami, costituiscono un efficace deterrente, soprattutto nel primo anno, contro l'abbandono degli studi. Sono questi i principali risultati della ricerca che la Regione ha affidato all'Irpet per valutare, appunto, l'efficacia delle politiche volte al sostegno degli studenti meritevoli e privi di mezzi. Un monitoraggio non casuale, dal momento che la Regione, negli anni, e' andata investendo sempre di piu' nelle borse di studio universitarie che rappresentano di gran lunga lo strumento piu' rilevante sia per entita' di spesa che per numero di beneficiari coinvolti.
Basti pensare che nell'anno accademico 1998-1999 tutti gli studenti risultati idonei (cioe' inseriti nella graduatoria perche' in possesso dei requisiti) hanno effettivamente conseguito la borsa.
Per dare un'idea dell'importanza di questa voce, basti dire che nel concorso per l'anno accademico 1999-2000 i vincitori sono oltre 11.000, per una spesa complessiva di 49 miliardi. In Toscana la spesa complessivamente sostenuta per il diritto allo studio (che comprende quindi anche le voci trasporti, mense, alloggi ecc.) per il 2000 e' stata di oltre 80 miliardi, pari allo 0,7 per cento delle spese correnti della Regione.
Una spesa inferiore, nell'ordine, soltanto a difesa della salute (6.900 miliardi), trasporti su strada (463 miliardi), opere pubbliche (432 miliardi), edilizia abitativa (323 miliardi), agricoltura e zootecnia (163 miliardi). Tornando alla ricerca Irpet, si e' visto che l'effetto delle borse incide in maniera diretta sulla propensione a sostenere esami e in maniera indiretta sulla riduzione del fenomeno degli abbandoni e quindi sulla prosecuzione della carriera universitaria. Se la probabilita' di abbandonare al primo anno e' pari al 28,5 per cento per lo studente medio, scende al 16,9 per cento per i detentori di borse di studio.
L'efficacia della borsa risulta maggiore nell'Universita' di Pisa, poi a Siena e quindi a Firenze. E' comunque soprattutto al primo anno, quando il fenomeno degli abbandoni e' generalmente piu' diffuso, che la borsa di studio sembra costituire un deterrente contro l'interruzione. Maggiore anche il numero degli esami sostenuti dai borsisti: al primo anno l'88,5 per cento di loro sostiene almeno un esame, contro il 65,8 per cento degli altri studenti. Al secondo anno il 66,1 per cento dei borsisiti sostiene almeno tre degli esami previsti, contro il 37 per cento degli altri studenti.
Un discorso particolare merita la questione degli idonei. Sono infatti migliori, rispetto a quelli della media degli studenti, anche i risultati conseguiti da coloro che, pur non avendo assegnata la borsa, ne hanno comunque il diritto. Cio' sembra dimostrare che l'orientamento della Regione negli ultimi due anni, consentendo di assegnare l'assegno a tutti gli idonei, sembra andare nella direzione di ottimizzare l'efficacia complessiva delle borse di studio.