L'edizione 2000 di Metastasio Jazz

Redazione Nove da Firenze

E' centrata sul rapporto tra scrittura e improvvisazione quale si è venuto delineando nei quasi 100 anni di vita del jazz. Una delle più grandi novità reintrodotte dal jazz nella musica del Novecento in occidente è stata appunto l'improvvisazione, la capacità di invenzione estemporanea, l'esaltazione della creatività individuale. Al tempo stesso nel jazz si è sviluppata fin dall'inizio una nuova dinamica di interazione tra i musicisti, chiamati a suonare collettivamente o a succedersi in una serie di assoli, ma comunque impegnati in un dialogo reciproco, in cui la propria musicalità è definita dalla partecipazione degli altri, pubblico compreso.

Al tempo stesso ogni musica esprime la necessità o la volontà di pianificazione, di disegnare una struttura, di organizzare una forma che dialoghi con le parti improvvisate: una forma flessibile, che può essere tutta scritta o tutta improvvisata o, come capita più spesso, in cangiante equilibrio tra le due polarità. Questi meccanismi hanno consentito al jazz di assimilare le musiche più diverse senza perdere in identità culturale, ma anzi rinnovandosi costantemente; inoltre hanno permesso l'emergere non solo di grandi improvvisatori, ma anche di grandi compositori.
In questa chiave, la quinta edizione della rassegna è dedicata, fin dall'immagine d'apertura, a Herbie Nichols, grande e dimenticata figura degli anni Cinquanta, simbolo di un'originalità rimasta intatta nel tempo.

E l'omaggio a Nichols è inserito in una sorta di singolare storia del jazz in quattro parti, che al tempo stesso offre altrettante occasioni di ascoltare grandi musicisti del presente e per godere della incredibile varietà espressiva del più importante fenomeno musicale del nostro secolo.