La nuova Comédie alla Pergola

Redazione Nove da Firenze

"Il Misantropo" è il ritratto immortale di un uomo che si rifiuta di venire a patti coi compromessi della vita. Jean-Baptiste Poquelin, detto Molière, lo traccia 333 anni fa, per rappresentarlo (egli stesso va in scena) nella sala del Palais Royal, che gli ha messo a disposizione Luigi XIV, dopo i successi di "Le preziose ridicole" (1659) e "La scuola dei mariti" (1661). Il creatore della grande commedia di costume, dopo una vita sfortunata fatta di difficoltà in provincia, vive ora il prestigio e la fama parigina.

Ma è anche reduce dal Tartufo (1664), con cui ha colpito, suscitando critiche, discussioni e accuse, il moralismo fanatico e bigotto ostentato da certi influenti personaggi di corte. La commedia è stata addirittura proibita, determinando in Molière uno stato d'animo risentito. Che non nuoce alla sua arte, anzi gli ispira un altro capolavoro, in cui, cogliendo il lato ridicolo dei costumi dell'epoca, esamina e ritrae l'uomo nella sua universalità.
Ancora stasera "Le Misanthrope" è al Teatro della Pergola, per iniziativa dell'ETI (all'interno del programma "Percorsi internazionali") con la collaborazione dell'Istituto francese, nella messa in scena di Jacques Lassalle, già amministratore della Comédie Française e prima fondatore della scuola d'arte drammatica presso il Teatro nazionale di Strasburgo.
Lassalle, con questo spettacolo celebrato in patria, sembra dar vita ad una nuova ortodossia molièriana.

Il teatro ha bisogno periodicamente di ricollocarsi nei confronti della comunità, stabilendo nuovi canoni del rito scenico in base alla mutate esigenze sociali. L'interpretazione cambia per poter conservare la funzione collettiva, morale del mezzo.
Nella scrittura di Molière, tutta cerebrale tanto da esser teatro di parola puro, che lo si potrebbe rappresentare a dipario chiuso, il registra da spazio ad una fisicità inusitata nella granitica tradizione d'oltralpe. Con il loro corpo i personaggi tradiscono sentimenti che non hanno ancora rivelato verbalmente, così che la scena sembra anticipare lo svolgimento narrativo, sottolineando ed accompagnando un testo di cui Lassalle rimane comunque fedele strumento.
Il gruppo di interpreti, assai affiatato in scena, è guidato da Andrej Sewerin, attore di grande presenza, noto anche in Italia per la sua partecipazione nel film "Schindler's list".

L' azione è incisiva e lo spettacolo può essere seguito anche dallo spettatore che non conosce il francese (la commedia è in lingua originale con sopratitoli).