"Interventi per i popoli rom e sinti"
Superare le disastrose realta' dei grandi campi - come l'Olmatello e il Poderaccio a Firenze - ingestibili per dimensioni ed impatto sociale, promuovendo, al loro posto, piccoli insediamenti e altre soluzioni abitative; sostenere gli enti locali nella gestione dell'accoglienza, superando ogni logica emergenziale, ma allo stesso tempo dotandosi di strumenti idonei di programmazione e reperimento delle risorse finanziarie; individuare un corretto equilibrio tra le esigenze d'integrazione di un popolo e la tutela della sua identita'.
Sono questi alcuni degli obiettivi che la giunta si e' posta approvando, su
iniziativa dell'assessore alle politiche sociali, Simone Siliani, la proposta
di legge "Interventi per i popoli rom e sinti", con cui la Toscana supera la
precedente normativa, gia' fortemente innovativa nel panorama italiano,
puntando ad un effettivo governo delle problematiche legate alla presenza
sul territorio di comunita' "zingare".
"Con questa normativa - spiega Siliani - le amministrazioni comunali
avranno a disposizione gli strumenti adeguati per risolvere in maniera
civile un problema che comunque esiste, e che non puo' essere occultato o
scaricato su altre amministrazioni.
E dico in maniera civile, perche' i
grandi campi di civile non hanno niente. Con la nuova legge abbiamo
imboccato definitivamente la strada della distribuzione sul territorio e dei
piccoli insediamenti. Una scelta che ci mette in linea con le migliori
soluzioni realizzate in Europa ma che in Toscana si e' gia' dimostrata
valida con i primi interventi in questo senso, come a Firenze,
nell'esperienza del Guarlone".
La nuova normativa sostituisce la precedente legge 73/1995; ridefinisce il
profilo degli interventi, inscrivendoli all'interno dell'impianto
programmatorio della 72/1997, ovvero della "legge quadro" regionale in
materia di assistenza sociale; prevede insediamenti con una capacita'
ricettiva non superiore alle sessanta persone e li collega agli strumenti
urbanistici comunali; promuove iniziative di orientamento, formazione
professionale e aiuto all'occupazione, tutela l'accesso ai servizi sociali,
sanitari, scolastici ed educativi, punta a salvaguardare il patrimonio
culturale e la lingua (il "romane'") dei Rom, e a valorizzarne le tipiche
produzioni artigianali, favorendone la presenza a mostre e a mercati.
Spettera' alla Regione l'individuazione dei Comuni sede di accoglienza di
rom e sinti, con una programmazione che andra' ad integrare, con efficacia
prescrittiva, il Piano regionale di indirizzo territoriale. Per gli interventi
finalizzati "alla residenzialita' e al transito" la legge attiva anche uno
specifico canale di finanziamento, di cui le amministrazioni comunali
potranno beneficiare purche' i progetti presentati (e finanziabili dalla
Regione fino all'80 per cento) risultino immediatamente cantierabili.
La legge prevede "aree attrezzate per la residenza" che, di dimensioni
contenute (il limite indicato e' appunto, di sessanta persone) siano
"destinate ad accogliere preferibilmente famiglie allargate o piu' nuclei
familiari legati da vincoli di parentela, di affinita' o di mutualita'" e siano
localizzate "preferibilmente su terreni di proprieta' comunale o di altri enti
pubblici", in modo da garantire "l'inserimento in contesti di vita attiva", a
partire dalle necessarie relazioni con i servizi socio-sanitari e la rete degli
istituti scolastici.
E tuttavia si indicano anche altre soluzioni abitative,
come il recupero abitativo di edifici pubblici e privati.
La programmazione regionale indica anche i Comuni interessati alla "sosta
breve", individuando precisi requisiti per le relative "aree attrezzate
(relativi ad esempio alla fornitura di acqua ed elettricita', ai servizi igienici
e di smaltimento rifiuti).
Oltre agli "interventi per la residenzialita' e il transito" la normativa
disciplina le "attivita' per l'integrazione sociale", che, nell'ambito di
quanto previsto dalla legge 72, saranno inserite nei Piani sociali di zona,
con i relativi finanziamenti.