Videogiochi - Swords and Soldiers

Stefanacci continua l'immersione nei giochi low budget con questo Swords and Soldiers, a metà fra il RTS e il cartoon...

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 febbraio 2011 20:27
Videogiochi - Swords and Soldiers

Giochetto davvero carino e diverso, questo, che ha esordito a maggio 2009 su WiiWare - piattaforma software della Nintendo per la Wii – a cui è poi seguita una versione PC e Mac, e infine – a dicembre dell'anno appena trascorso – una seconda versione “HD”, cioè in alta definizione, approdata sulla piattaforma Valve che ormai dovreste ben conoscere: Steam. Un percorso di pubblicazione molto simile al best seller “Plants vs Zombies”, che questo gioco ricorda in più punti. Swords & Soldiers è di fatto un rts (real time strategy, strategico in tempo reale) 2D, che però svolge un'operazione a togliere e diventa “1D”.

In pratica, l'unica direzione in cui si può andare è in avanti, verso destra dello schermo. I braccianti raccolgono l'oro automaticamente, mentre con il passare del tempo accumulerete il mana necessario per le magie. Per il resto, ogni volta che create un'unità, questa automaticamente comincerà a marciare verso destra, a prescindere che in sua attesa ci siano orde nemiche assetate di sangue, torrette difensive, oppure anche assolutamente nessuno. Ogni unità prodotta è virtualmente persa (salvo alcuni casi), sia che venga trucidata dal nemico sia che riesca ad arrivare in fondo al livello (e successivamente svanisca nell'oblìo). Capirete da soli quindi che la parte strategica è un po' lacunosa, e il gioco in sé consiste semplicemente nel cliccare sulle icone delle unità una volta che il cooldown è terminato, e al massimo “micrare” le magie per non sprecarle su bersagli sbagliati. Non ci sono nemmeno shortcut o comandi da personalizzare: si gioca tutto con il mouse, cliccando prima sulla magia da fare e poi sul bersaglio desiderato...

Insomma, le mancanze sono talmente palesi da chiarire subito che si tratta di un titolo che non si prende affatto sul serio, anzi punta tutto sulla simpatia, sull'immediatezza e sulla “casualità” del giocatore. La cosa più “difficile” da imparare è che unità e magie si sbloccano secondo un classico albero di priorità: ad esempio non potrete acquistare la “magia 2” senza prima comprare l'”unità 1”, e così via... La grafica ovviamente segue il concetto di simpatia+immediatezza e – pur essendo effettivamente in alta risoluzione come dice il titolo – rimane un 2D cartoonistico molto semplice ed elementare, dai buffi personaggi caricaturizzati, che pronunciano dialoghi tra il comico e il demenziale, delineando i veri motivi che li spingono in guerra: gozzoviglie (vichinghi), concorsi di verdure (aztechi) e giocattoli (impero cinese). Ed eccoci quindi alle “razze”, come ogni rts che si rispetti! La campagna single player comincia con i vichinghi.

Finendo questa campagna sbloccherete quella azteca; finendo anche quest'ultima, quella dell'impero cinese. Ognuno di questi popoli ha peculiarità differenti: i vichinghi sono la più semplice da padroneggiare; dispongono di unità tutte mediamente resistenti che fanno un danno decente, e ben poche che dispongono di abilità particolari. Il parco magie è abbastanza classico e generico: hanno potenziamenti per i soldati, una cura divina e due upgrade per la rigenerazione del mana. Come arma finale, i vichinghi possono contare niente meno che sull'intervento del Dio Thor e il suo possente martello Mjjolnir. Gli aztechi sono la razza più tecnica: buona parte della loro strategia consiste nell'utilizzo della loro magia base – il sacrificio – per convertire unità viventi in mana e accelerare così la loro crescita e potenza, che di base è piuttosto lenta.

Dispongono inizialmente di soldati che sparano frecce avvelenate, e di guerrieri-giaguaro veloci ma non troppo forti in corpo a corpo. Possono accedere poi ai giganti, estremamente lenti ma dotati di molti punti vita e di un potente attacco ad area, e soprattutto ai necromanti, che trasformano i cadaveri – amici e nemici – in scheletri guerrieri (ottimi da sacrificare per il mana, se riuscite a cliccarci sopra). Gli aztechi sono anche capaci di usare il controllo mentale, una magia che converte una qualsiasi unità nemica! Il loro attacco finale è un masso rotolante che asfalta tutte le unità sul suo cammino. L'impero cinese, l'ultimo sbloccabile, è pesantemente basato sul mana, tant'è che non dispone nemmeno di torrette difensive come le altre due razze, ma di statue di Buddha che generano mana e sono completamente indifese.

Inizialmente è difficile resistere agli attacchi nemici, proprio perché il grosso della potenza è nascosto nelle unità e nelle magie più avanzate, ma se si riesce a resistere quanto basta, l'impero cinese si dimostra forse la razza più potente del gioco. Le sue unità base sono potentissime, in particolare quella ranged, che lancia razzi da distanza; quelle medie – cioè le scimmie ninja – offrono una tattica alternativa, dato che sono capaci di teletrasportarsi dietro il nemico e quindi, se opportunamente assistite con magie come lo scudo o la pioggia di frecce, raggiungere in men che non si dica la base nemica.

Quella finale è invece l'anziano Maestro, unità tremenda in grado di uccidere qualsiasi tipo di unità in un sol colpo senza riceverne danno. Un gruppo di tre o quattro anziani protetti da un paio di spadaccini è una forza praticamente inarrestabile. La magia finale dell'impero cinese è l'attacco del leggendario drago, in grado di spazzare via eserciti interi con il suo alito di fuoco; ma non pensate che sia la magia più terribile che questa razza ha a disposizione: l'uso oculato dello scudo e soprattutto del Tao (una magia che duplica un'unità amica) sono in realtà le vere armi della vittoria. La campagna di Swords & Soldiers si finisce senza fretta in tre pomeriggi, per cui viene lecito chiedersi cosa ce ne si possa fare dopo. Beh, la risposta è: ben poco. C'è una modalità “sfida”, una variazione sul tema del gameplay sulla falsariga di quelle di Plants vs Zombies, ma mentre in quest'ultimo titolo si possono trovare decine di variazioni, le sfide di Swords & Soldiers sono giusto 3, e non basta certo la leaderboard online per renderle meno noiose e ripetitive. In quanto rts, la sua vera forza avrebbe dovuto trovarsi nel gioco multiplayer online, ma purtroppo, forse a causa della natura davvero troppo casual del gioco, è davvero arduo trovare un avversario: personalmente sono rimasto in attesa più di cinque minuti per poi vedere il mio nemico droppare (uscire dal gioco) appena avviata la partita.

Davvero un peccato. Punti di forza: allegro, colorato e pacioccoso, punta tutto sulla simpatia, la semplicità e l'immediatezza. Punti deboli: forse davvero troppo “casual”, cosa che si ripercuote nel gioco online, praticamente inesistente. Poco longevo e senza variazioni sul tema. Requisiti 300Mb su HD e qualsiasi hardware. C'è anche una versione per MAC. Francesco Stefanacci

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