Tecniche costruttive innovative grazie al patto tra Shalom e Università di Firenze

Scopo è indagare le tecniche costruttive tradizionali, reinserirle nel percorso della progettazione ed utilizzarle nel corso della costruzione dei manufatti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 agosto 2014 17:51
Tecniche costruttive innovative grazie al patto tra Shalom e Università di Firenze

FIRENZE – Massima disponibilità a dare un aiuto per la realizzazione di progetti in Africa e diminuire il disagio di tante popolazioni. 

Lo ha detto la vicepresidente Stefania Saccardi che oggi è intervenuta alla firma di una convenzione tra il Movimento Shalom e il Dipartimento di Architettura dell'Università di Firenze (DiDa) destinato a studiare tecniche costruttive innovative da applicare in progetti di cooperazione internazionale. Durante l'incontro si è anche fatto il punto su uno dei progetti, in fase di ultimazione, finanziati anche dalla Regione: la Casa della Pace di Amahoro, in Burundi. Per il Movimento Shalom sono intervenuti il fondatore Don Andrea Cristiani ed il presidente Bellarmino Bellucci, per il Dipartimento di Architettura dell'Università di Firenze il preside Stefano Mecca.

"L'immigrazione incontrollata a cui stiamo assistendo – ha detto la vicepresidente Saccardi – può essere incanalata e aiutata attraverso questi progetti che il Movimento Shalom insieme ad altri soggetti, tra cui anche la Regione, sta portando avanti da tempo. Milioni di persone in Africa hanno diritto a condizioni di vita migliori e la Regione guarda con molto favore a costruire un rapporto di collaborazione sia col Movimento, di cui condivide la filosofia, che con il Dipartimento di Architettura dell'Università di Firenze. Un aiuto che può sostanziarsi anche nel sostegno all'accesso dei contributi europei per potenziare l'attività di cooperazione".

L'accordo firmato tra Movimento Shalom e Dipartimento di Architettura dell'Università di Firenze prevede di lavorare mettendo a sistema cooperazione e ricerca: lo scopo è indagare sulle tecniche costruttive tradizionali, reinserirle nel percorso della progettazione ed utilizzarle sperimentalmente nel corso della costruzione dei manufatti. Creare quindi un percorso sinergico tra Europa e Africa in modo che questa possa diventare un luogo dove poter studiare ed applicare tecniche costruttive a basso impatto energetico e l'Europa possa trarne insegnamento applicandone i risultati.

Per quanto infine riguarda la Casa della Pace di Amahoro, che si trova nella città di 'Ngozi nel Burundi e finanziata con contributi provenienti da Regione, Monte dei Paschi di Siena, Centro Nord Sud, Comuni di Pontedera e San Miniato, e Movimento Shalom, siamo alla fase di avvio. Lo scopo è ribaltare la natura dei problemi e costruire un'università che lavorasse per la pace, creando "animatori della pace" in grado di impegnarsi in tutti quei luoghi dove ce ne sia bisogno.

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