Strage di Pratale: l’avvocatura dello Stato contesta le sentenze

Il sindaco di Stazzema Maurizio Verona che fa appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Redazione Nove da Firenze
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23 dicembre 2023 17:42
Strage di Pratale: l’avvocatura dello Stato contesta le sentenze

Sulle istanze presentate dai familiari, relative agli efferati accadimenti avvenuti nell'estate 1944, il Tribunale di Firenze con la giudice, la dottoressa Susanna Zanda, aveva emesso le prime sentenze italiane che condannavano la Repubblica federale di Germania al risarcimento dei danni nei confronti degli stessi familiari attraverso il fondo di garanzia istituito dal governo italiano nel 2022. L’avvocatura dello Stato, che era già intervenuta durante le udienze, convocate alcune settimane fa alla presenza degli avvocati, dei familiari e dei rappresentanti istituzionali del Comune di Barberino Tavarnelle, ha appena fatto appello contestando la presenza della Repubblica federale di Germania nel processo, come parte in giudizio.

Oggi con una lettera il sindaco di Stazzema Maurizio Verona fa appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in merito al comportamento dell'Avvocatura dello Stato che si sta frapponendo alla possibilità che i familiari delle vittime di stragi nazifasciste ricevano un risarcimento grazie al Fondo istituito dallo stesso Stato: "In sostanza, prima lo Stato apre questo spiraglio, per far avere risarcimenti ai familiari delle vittime, e poi fa ostruzionismo facendo appello agli atti di giudizio già arrivati a sentenza, invece di procedere a transazione, rendendo più lungo e complicato questo già complesso procedimento".

“È un'assoluta vergogna che lo Stato italiano ostacoli, invece di portare avanti e contribuire a definire il percorso giudiziario che vede coinvolta la Repubblica federale di Germania nell'assunzione di responsabilità dei crimini nazifascisti perpetrati nel nostro territorio attraverso il risarcimento dei danni ai familiari delle vittime”. Così il sindaco David Baroncelli del Comune di Barberino Tavarnelle, medaglia d’oro al merito civile per i fatti della strage di Pratale, commenta la notizia pervenuta ai legali Vittoria Hayun e Iacopo Casetti e alle famiglie delle vittime, 13 contadini fucilati a colpi di mitraglie nella radura tra Sambuca e Badia a Passignano, e di Egidio Gimignani, massacrato nel suo paese di origine, a San Donato in Poggio.

“I due appelli - continua il sindaco Baroncelli - sono identici e il fatto paradossale è che la contestazione è riferita non tanto al quantum del risarcimento né ai fatti presi in esame ma ai soggetti coinvolti”. Secondo l’avvocatura dello Stato il percorso giudiziario doveva far riferimento unicamente allo Stato italiano e non alla Germania. “È chiaro che si tratta di un incomprensibile pretesto per allungare i tempi a danno dei familiari, di chi ha visto morire i propri cari, come Mirella Lotti, figlia di Carlo, di coloro che non si stancano di cercare giustizia e verità come Katia e Sergio Poneti, nipoti di Egidio, una risposta che non è ancora un diniego alla verità ma lo lascia pensare poiché di fatto si oppone allo sviluppo dell’iter giudiziario a danno della nostra memoria, della nostra storia di fronte alla quale l'avvocatura dello Stato preferisce voltarsi dall'altra parte, mostrare indifferenza, creare inutili lungaggini burocratiche che non daranno risposte, né certe né celeri, a chi le attende da 80 anni”.

“Ricordo anche - rincara il sindaco - che alcuni mesi fa al comune di Barberino Tavarnelle è stato comunicato il conferimento della medaglia d'oro al merito civile per i fatti di Pratale, questo è lo stesso Stato che oggi ci dice che i militari nazifascisti, autori dei crimini di guerra compiuti nel nostro territorio, non dovevano essere citati, non dovevano essere coinvolti nel processo. Ma quale motivazione ragionevole, che abbia un senso condiviso, può sostenere questa tesi? Trovo l’atteggiamento dell'avvocatura dello Stato assurdo e surreale.

E con lo stesso sconcerto non trovo le parole per spiegare tutto questo alla cara Mirella Lotti che non si dà pace e oggi a questa vicenda che ha segnato profondamente, con il sangue, l'intera nostra comunità può rispondere solo con l'ennesimo pianto di una figlia strappata alla vita, alle braccia del padre, dagli unici responsabili dei fatti di Pratale, i soldati nazifascisti. Una figlia che non vuole perdere fiducia nello Stato, nonostante tutto. Per questo mi appello ancora una volta al governo e chiedo con forza che il risarcimento nei confronti dei familiari avvenga con l’assunzione di responsabilità da parte della Repubblica federale di Germania e si definisca in tempi congrui.

Da sindaco di un territorio dilaniato dalle stragi, insieme a tutti gli altri miei colleghi della regione toscana, esigo rispetto per la memoria e chi con tutte le ferite che si porta dentro la tiene in vita, anche a 90 anni come la nostra cara Mirella Lotti”.

“Sono sconcertato per questa decisione dell'Avvocatura – rimarca il senatore Dario Parrini - È moralmente e giuridicamente ingiustificabile. È evidente la volontà di allungare pretestuosamente i tempi per scoraggiare sia chi ha fatto ricorso sia chi sta decidendo se farlo. Un organo dello Stato non dovrebbe mai comportarsi così. A questo punto il Governo non può più tacere. Nella guerra che di fatto l'Avvocatura ha purtroppo dichiarato ai familiari delle vittime di crimini nazifascisti da che parte stanno Meloni, Giorgetti e Nordio? Stanno con le vittime o con chi calpesta il loro diritto di avere rapidamente giustizia dopo decenni di indifferenza e di oblio? Lo dicano al Paese e soprattutto vengano a dirlo in Parlamento, rispondendo alla mia interrogazione indirizzata a loro in quanto Presidente del Consiglio, Ministro dell'Economia e Ministro della Giustizia.

Se, di fronte a questa abnorme iniquità, continueranno a restare silenti e passivi, vorrà dire che una scelta l'hanno già fatta: quella più sbagliata”.

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