Spari a Firenze: lo strano caso del signor Pirrone

Perché non fa paura a tutti che lunedì, per ore, in città si sia aggirato un folle armato di pistola con 14 colpi?

Nicola
Nicola Novelli
10 marzo 2018 08:56
Spari a Firenze: lo strano caso del signor Pirrone

FIRENZE- Mettiamo il caso sia stato proprio un caso. Che sia vero quanto afferma Pirrone, cioè che, uscito di casa lunedì mattina, abbia scelto una vittima a caso, uno qualunque per strada, su cui sfogare tutta la rabbia repressa. Una simile faccenda avrebbe dovuto gettare nel terrore tutti i fiorentini, atterriti dall’idea che per ore in città si sia aggirato un folle criminale, armato di una pistola con almeno 14 colpi, che avrebbe potuto provocare una strage nell’affollato centro storico.

Invece un pezzo di Firenze ha preso per buone le dichiarazioni dell’assassino, come oro colato, e si è messa l’anima in pace, con la volontà di relegare questa tragica pagina in un fascicolo giudiziario, per non pensarci più. Se non fosse che a un’altra fetta della città non è bastata la dinamica raccontata a caldo dell’omicida, cominciando a farsi domande, a pretendere risposte e a sospettare un movente razzista. Senza dimenticare la comunità senegalese, circa 1.200 persone (lo 0,30% dei residenti) che al terzo morto ammazzato nel giro di poco più di cinque anni comincia ad avere paura per la propria incolumità.

Com’è stato possibile manifestare questo enorme divario di percezioni?

Forse perché chi è convinto che sia stato solo un caso, ha la certezza, magari solo in un recondito angolo dei propri pensieri, che lui non sarebbe mai potuto cadere sotto sei colpi di Beretta sul ponte Vespucci. Perché quella vittima a caso, quel vecchino da sacrificare (come ha detto Pirrone), quell’”ammazzato come un cane” (come hanno scritto i giornali) non avrebbe mai potuto essere un italiano, ma uno straniero, un suddito, un individuo di serie B, un extracomunitario, un “negro”.

Questo solo spiegherebbe il paradosso della pervicacia rabbiosa, con cui è stata sinora negata la pista razzista, unita all’olimpica serenità con cui è stato “accettato” l’omicidio di Diene Idy. Non da noi, che continuiamo a farci domande e a pretendere risposte.

Con un grande dubbio. Che anziché la follia assassina di Pirrone, che, in fin dei conti, avrebbe potuto sparare solo a un africano, abbia fatto molta più paura la morte improvvisa del calciatore della Fiorentina.

Perché anche Voi che su Facebook avete scritto “è stato solo un caso, il razzismo non c’entra”, anche Voi che “sì l’ha ammazzato, ma loro hanno danneggiato le fioriere”, anche Voi che “basta con questa immigrazione, tornatevene tutti a casa”, anche Voi che “finitela, provocatori, siete i soliti comunisti”, anche Voi che non ci pensate nemmeno a identificarvi nella sorte tragica di Diene Idy, avete invece una gran paura del destino assurdo di Davide Astori. Perché, questo sì potrebbe capitare anche a Voi, di andare a letto la sera e non risvegliarVi più, perché il Vostro cuore ha cessato improvvisamente di battere. Ammesso ne abbiate ancora uno.

Notizie correlate
In evidenza