Rsa: aumenta il contributo della Regione

Legacoop Toscana e Federsolidarietà: “E' un passaggio importante”. La Cgil: 'Ora aumentare gli stipendi dei dipendenti'

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 settembre 2023 18:35
Rsa: aumenta il contributo della Regione

Firenze, 1 settembre 2023- Un aumento dei fondi per la non autosufficienza, una migliore programmazione del fabbisogno, attenzione alla formazione degli operatori e l’istituzione di un Osservatorio permanente. Sono i principali punti dell'intesa raggiunta oggi tra Regione Toscana e i gestori delle Rsa toscane, dopo mesi di trattative.

L’intesa è stata siglata questa mattina in Palazzo Strozzi Sacrati dal presidente Eugenio Giani e dai rappresentanti dei gestori delle Rsa: Agespi, Arat, Arsa, Aret, Anaste, Uneba, Confcooperative Federsolidarietà Toscana, Legacoop Toscana, Agci, Aiop Rsa Toscana, Diaconia Valdese-Csd, alla presenza dell’assessora alle politiche sociali Serena Spinelli e del direttore sanità, welfare e coesione sociale Federico Gelli.

La Giunta Regionale, ribadendo la volontà politica di sostenere economicamente il sistema di offerta residenziale per anziani non autosufficienti, si impegna ad un aumento progressivo delle quota sanitaria, con il conseguente incremento del fondo ad essa destinato, per i seguenti importi giornalieri:

  • 2,00 euro dal 1° luglio 2023
  • 1,60 euro dal 1° gennaio 2024
  • 1,50 euro dal 1° gennaio 2025

Si tratta dunque di un aumento da subito del contributo regionale di 60 euro al mese per ogni ospite di Rsa, con ulteriori aumenti progressivi stabiliti anche per le due prossime annualità. È il caso di ricordare che la Giunta Regionale, in questi anni di emergenza Covid-19 è intervenuta con misure di ristoro che hanno parzialmente ridotto i gravi problemi di tenuta economica delle Rsa, adesso però si rendono necessari ulteriori adeguamenti.

“La salvaguardia della qualità della vita dei nostri anziani e la tutela di coloro che non sono autosufficienti è per noi una priorità assoluta”, ha detto il presidente Eugenio Giani. “In questa direzione va l’accordo che sottoscriviamo perché la sinergia tra pubblico e privato è un fattore determinante per la presa in cura della persona fragile. Io ritengo che dopo l’emergenza causata dal Covid19 sia il momento di fare un salto di qualità nei servizi che possono caratterizzare la Toscana come regione d’ avanguardia sul piano della salute e dell’assistenza.

Questo pur con la consapevolezza che le risorse a livello nazionale non sono quelle sperate. Sappiamo però di chiedere molto ai gestori che operano in regione, ecco perché questo accordo è doveroso. Aldilà degli aspetti economici sono poi previsti ulteriori elementi importanti. Apriremo, per esempio, modalità di formazione in cui le strutture possano essere protagoniste direttamente per i propri fabbisogni”, ha concluso Giani.

“Siamo molto soddisfatti di questo accordo - ha commentato invece l’assessora alle politiche sociali Serena Spinelli - che accoglie anche le richieste dei soggetti gestori, perché per noi il mondo delle Rsa gioca un ruolo fondamentale nella presa in cura delle persone più fragili. E’ necessario mantenere un dialogo costante e costruttivo per garantire la massima qualità del servizio. Per la Regione è uno sforzo economico importante, anche rispetto a quanto sta avvenendo a livello nazionale sul Fondo sanitario, per il quale assistiamo ad un progressivo definanziamento.

Contemporaneamente però abbiamo l’urgenza di rispondere ai bisogni crescenti della parte più fragile della nostra popolazione e non possiamo sottrarci”.I gestori delle strutture residenziali si impegnano dal canto loro a condividere con la Giunta Regionale un percorso di approfondimento tecnico diretto alla valutazione dell’attuale struttura dei costi delle Residenze, per individuare il livello di sostenibilità economica nel medio periodo che non pregiudichi la qualità e l’appropriatezza assistenziale né la sicurezza degli operatori.

Questo nell’ottica di favorire la programmazione di un’ offerta adeguata sul territorio, perché il cittadino sia in grado di scegliere liberamente all’interno di un sistema di strutture residenziali plurale e diffuso, ma omogeneo in termini di requisiti strutturali, organizzativi e professionali, di qualità residenziale e appropriatezza assistenziale.

Per quanto riguarda la formazione degli operatori, sempre nel protocollo è contenuto l’impegno della Giunta con il contributo dei soggetti gestori e il coinvolgimento delle parti sociali, all’istituzione di un Osservatorio permanente cui affidare, la stima e il monitoraggio del fabbisogno complessivo dei profili socio-sanitari necessari per rispondere concretamente alle dotazioni operative delle strutture.Nel corso dell’incontro sono stati illustrati anche i contenuti della recente delibera N 1007 del 28/08/2023 che stanzia ristori per i maggiori costi sostenuti a seguito dell’emergenza Covid-19 dalle Residenze sanitarie per disabili e Comunità alloggio protette. Si tratta in particolare di una quota integrativa giornaliera di 4 euro per posto letto per il periodo dal 1 aprile 2022 al 30 giugno 2022 e per il periodo dal 1 gennaio 2023 al 30 giugno 2023 che verranno erogati dalle Asl territoriali con fondi regionali per oltre 1 milione e 600 mila euro.

Questi ristori vengono erogati ogni anno dal 2020 per un totale di oltre 5 milioni e mezzo stanziati dalla Regione nell’arco del triennio 2020-2023.

“In questi anni le nostre cooperative si sono trovate ad affrontare enormi criticità: prima la pandemia, durante la quale abbiamo continuato a garantire i servizi facendoci carico delle maggiori spese, poi l’emergenza legata al caro energia, gli aumenti delle bollette, l’incremento dell’inflazione e di altri costi che hanno inciso sui bilanci delle imprese. L’intesa raggiunta oggi con la Regione Toscana non esaurisce certo i problemi ma rappresenta un passaggio importante, perché dà una boccata di ossigeno e ci consente di programmare con maggiore serenità il lavoro futuro.

Per noi l’obiettivo è quello di poter continuare a garantire il livello di servizi offerti agli utenti e la qualità del lavoro dei soci delle nostre cooperative”. Assunta Astorino, responsabile del Dipartimento Welfare di Legacoop Toscana, commenta così l’accordo siglato oggi tra la Regione e i gestori delle Rsa toscane.

“L’impegno del protocollo va oltre l’accordo economico – aggiunge Astorino - apre ad una stagione di collaborazione pubblico/privato sui temi più caldi come la revisione dei moduli assistenziali, la formazione del personale, l’offerta di un modello di servizi di qualità ed attento ai bisogni delle persone”. 

“Le Rsa - dice Alberto Grilli, presidente di Confcooperative-Federsolidarietà Toscana – stanno affrontando da anni diverse criticità, che la pandemia prima e l'aumento dei costi e dei prezzi poi, hanno ulteriormente aggravato, mettendo a rischio la sopravvivenza delle strutture e quindi di tutto il sistema assistenziale toscano per la non autosufficienza. Questo accordo che chiediamo da tempo con forza non risolve tutte le problematiche ma certamente è un passo importante per aiutare le Rsa toscane a continuare il loro lavoro mantenendo gli standard di qualità che le hanno sempre caratterizzate”.

"Apprendiamo dell’intesa tra Regione Toscana e gestori delle Residenze Sanitarie Assistenziali che aumenta la quota sanitaria ferma da anni. Avremo modo di leggere l’intesa, ma quello che ci aspettiamo è che con il raggiungimento di quest’accordo non si metta più in discussione la tenuta dei servizi e anzi e soprattutto l’impegno dalle Associazioni dei Gestori nel congelare l’effetto di scaricare l’aumento dei costi sul personale e sui cittadini". Così CGIL Firenze - SPI CGIL Firenze - FP CGIL Firenze, che proseguono:

"È necessario che grazie a questi aumenti economici si possano determinare le condizioni affinchè possa aumentare la qualità dei servizi offerti agli utenti, e si possa procedere anche a livello territoriale all’innalzamento dei livelli retributivi di chi lavora in questo settore.

La fuga di operatori e professionisti verso il sistema pubblico alla quale stiamo assistendo in queste settimane si argina non applicando Contratto nazionale pirata, ma aumentando i livelli retributivi, individuando il Contratto nazionale di riferimento sotto il quale non andare e migliorando le condizioni di lavoro di chi opera nel settore.

Finchè chi lavora in questi settori sarà costretto a elevati rapporti numerici operatori/utente o sarà costretto a fare doppi e tripli turni vivrà questo settore lavorativo come di transito, in attesa di trovare un posto di lavoro con paghe e condizioni di lavoro migliori.

Quello delle Rsa è un settore delicatissimo che ha bisogno di attenzione e di una strategia complessiva, per gli utenti di quelle strutture e per i lavoratori, oltre che per la tenuta complessiva del nostro sistema socio sanitario regionale.

Le nostre richieste, ormai note, sono di adeguare i Livelli di Assistenza per migliorare la qualità dell’assistenza agli ospiti in una strategia complessiva e di rafforzare i controlli ed il governo clinico pubblico così da essere in relazione con i servizi sanitari pubblici territoriali e ospedalieri".

Su questi temi è interesse di tutto il sistema intervenire velocemente convinti che la questione non possa essere solo economica ma di riforma più complessiva", chiudono i sindacati.

“Siamo stati tra i primi a sollecitare la Regione, nella figura del Presidente Giani e l'Assessore di competenza dott.sa Spinelli, affinchè venissero riviste e aumentate le quote sanitarie alle Rsa e finalmente si è arrivati all'accordo! Le nostre rimostranze erano assolutamente pertinenti e lecite -afferma Giovanni Galli, Consigliere regionale della Lega e membro della Commissione Sanità- Sono trascorsi lunghi mesi in cui, nonostante l’accorato e ripetuto appello degli addetti ai lavori, alle prese con una gestione economica sempre più complicata delle strutture, lo stesso Presidente Giani e l’Assessore Spinelli, che oggi ringraziamo, apparivano colpevolmente evasivi-prosegue il Consigliere”.

“Risolta, dunque, seppur tardivamente questa problematica, ci uniamo ora alla richiesta della Fp-Cisl che chiede maggiore attenzione sulla tipologia di contratti di lavoro che vengono stipulati da quelle Rsa accreditate con la stessa Regione-precisa l’esponente leghista.” “La denuncia dei sindacati è chiara e nel contempo molto grave; si parlerebbe di accordi pirata che darebbero, dunque, ampia discrezionalità al datore di lavoro, riducendo parimenti alcuni diritti dei dipendenti-sottolinea il rappresentante della Lega.”

“Chiediamo, quindi, anche noi che venga fatto un tempestivo controllo sulla contrattualistica in essere nelle Rsa, per garantire pienamente tutti i lavoratori delle residenze sanitarie” conclude Giovanni Galli.

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