Posti letto da tagliare, curiosa sproporzione Italia-Toscana

Mugnai (Pdl): «Balduzzi vuole eliminarne 7.389 in tutta Italia. Marroni 2.000 nella sola Toscana. Quale sarebbe il criterio?»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 novembre 2012 14:18
Posti letto da tagliare, curiosa sproporzione Italia-Toscana

La sproporzione sarebbe curiosa: «Il ministro della salute Renato Balduzzi fa sapere dalle colonne del Corriere della Sera che il numero di posti letto messi in pericolo dal decreto sulla spending review è di 7.389. Ma allora con che criterio l’assessore regionale Luigi Marroni solo in Toscana vuol tagliarne 2.000 sugli 11.674 posti letto ospedalieri, cui se ne aggiungono 2.114 in day hospital? Quali sarebbero i parametri?» A sollevare la questione è il Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai (Pdl), che per la verità ha una risposta. «Visto come stanno le cose – osserva – la fame di tagli ai servizi che la giunta regionale continua a manifestare non può che addebitarsi al bisogno di risorse da impiegare al ripiano dei bilanci delle Asl.

Ricordo che per la contabilità 2011 delle Aziende sanitarie toscane da marzo ad oggi la maggioranza ha approvato ben tre variazioni al bilancio regionale per un totale di 125 milioni di euro, tra l’altro sfilando anche 45 milioni di euro originariamente destinati al trasporto pubblico locale e quindi ai pendolari che dal 1 novembre hanno subito aumenti fino al 20% nel costo dei loro abbonamenti. Che ci sia bisogno di reperire nuove risorse – prosegue Mugnai – è fuor di dubbio: ma non togliendo assistenza e cura alle persone, bensì mettendo mano agli apparati e alla burocrazia, cosa che la giunta si rifiuta di fare».

Non è finita: «I numeri dichiarati oggi dal ministro Balduzzi – rincara il Vicepresidente della Commissione sanità – sbugiardano le dichiarazioni con cui la giunta ha sempre addossato alla spending review del governo le colpe dei provvedimenti che già vanno e che andranno a colpire duramente i cittadini. Nulla di più falso, a quanto pare. E adesso vogliamo risposte: vogliamo che si metta mano alle poltrone che si moltiplicano tra 12 Asl, 3 Aziende ospedaliere, Meyer, 3 Estav, Ispo e Fondazione Monasterio.

Lasciando stare i posti letto». Interrogazione in arrivo da parte del consigliere di “Più Toscana” Gian Luca Lazzeri all’assessore Luigi Marroni per avere chiarimenti su quanti posti letto verranno effettivamente tagliati negli ospedali toscani, se il taglio avverrà su posti letto per acuti o per post acuti, che ruolo avranno in tutto questo le strutture private e le RSA e quale sarà l’impatto economico complessivo. «In base all’attuazione dello schema di regolamento, (inviato da Balduzzi allo Stato Regioni) dal titolo “Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera”- spiega Lazzeri –, il taglio derivante dalla riduzione dal 3,82 al 3,7 per mille della media italiana di posti letto per mille abitanti, come stabilito dalla spending review, dà come risultato la chiusura in Italia di almeno 7.389 posti letto.

Si passerebbe così da 231.707 posti letto censiti al primo gennaio 2012 in Italia (il 3,82 per mille abitanti) a 224.318 (3,7 per mille abitanti). Come ben spiega la nota del Ministero “Laddove, invece, il numero dei posti letto attuali fosse inferiore, le Regioni avranno la facoltà di aumentarli fino alla soglia indicata dal Regolamento”. La nota del Ministero parla chiaro e la tabella allegata indica per la Toscana la chiusura di 106 posti letto per acuti e la possibile apertura di ben 1.573 posti letto in più per post acuti.

Marroni, invece, nelle linee generali della razionalizzazione della rete ospedaliera presenta come obiettivo il recupero dei posti letto con tasso di occupazione inferiore all’85%, e come azioni da compiere la “riduzione del parametro dei PL per 1000 abitanti da 3,7 attuale a 3,15 (inclusa riabilitazione e lungodegenza) con riduzione di 2000 posti letto (valore stimato)". Nell’interrogazione – conclude Lazzeri –, chiediamo in quali strutture vi siamo posti letto occupati con un tasso inferiore all’85%, quale sia l’impatto complessivo della manovra, se e in che tipologia di strutture verranno aperti i nuovi posti letto per post acuti». E che il sistema sanitario toscano non sia propriamente leggero, tutt’altro, lo conferma anche un raffronto con la situazione delle altre regioni italiane: «Stando ai dati raccolti tra Istat e Ministero della Salute (cfr.

tabella e grafico di seguito, ndr) – snocciola Mugnai – nel numero di Asl (a cui da noi si aggiungono anche 3 aziende ospedaliero-universitarie più il Meyer) la Toscana supera Valle d’Aosta, Molise e Marche (1 Asl), Basilicata, Trentino Alto Adige e Umbria (2 Asl), Abruzzo (4 Asl), Calabria e Liguria (5 Asl), Puglia e Friuli Venezia Giulia (6 Asl), Campania (7 Asl), Sardegna (8 Asl), Sicilia (9 Asl) ed Emilia Romagna (11 Asl). E se questo non dovesse esser sufficiente a farsi un’idea, la Toscana ha un rapporto popolazione/Asl pari a 312.484 che la colloca dietro a ben 14 regioni italiane: Marche (rapporto 1.565.335), Campania (833.437 persone per ciascuna Asl), Puglia (681.877), Lombardia (661.181), Sicilia (561.231), Trentino Alto Adige (518.557), Umbria (453.243), Emilia Romagna (402.947), Lazio (stesso numero di Asl ma rapporto con la popolazione di 477.391), Calabria (402.279), Piemonte (342.872), Abruzzo (335.592), Liguria (323.358) e Molise (319.780).

Insomma, un figurone già così non lo si fa. Per di più questo è il quadro ad oggi, ma in un simile scenario di contrazione economico-finanziaria è immaginabile che in altre regioni si stia valutando una ulteriore riduzione delle Asl, come fatto proprio poche settimane fa dall’Umbria che le ha dimezzate passando da 4 a 2. La Toscana rischia davvero di rimanere al palo».

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