Per la I volta raccolti i codici fondamentali del diritto del XIV sec.

La presentazione de “Gli Statuti della Repubblica fiorentina del 1355 in volgare” nei giorni scorsi a Palazzo Vecchio

Nicola
Nicola Novelli
09 aprile 2023 19:03
Per la I volta raccolti i codici fondamentali del diritto del XIV sec.

Gli Statuti della Repubblica fiorentina del 1355 in volgare raccolgono per la prima volta in una pubblicazione moderna i codici fondamentali del diritto municipale del XIV secolo, testi che rappresentano uno straordinario monumento della cultura politica fiorentina e della lingua italiana nelle sue forme più antiche.

L’edizione, appena pubblicata dalla Casa Editrice Leo S. Olschki di Firenze, si compone di un primo volume che riedita lo Statuto del Capitano del Popolo, nel secondo volume trova spazio lo Statuto del Podestà, mentre il terzo ospita gli indici. La pubblicazione è curata da Federigo Bambi, Francesco Salvestrini e Lorenzo Tanzini. Gli indici sono a cura di Federigo Bambi e Piero Gualtieri. I tre volumi sono accolti nella collana Documenti di storia italiana (cm 17 x 24, I tomo viii-648 pp con 8 tavv. a colori.; II tomo 654 pp.; III tomo 264 pp.).

La volgarizzazione dei due precedenti latini (gli Statuti del Capitano del Popolo e gli Statuti del Podestà), che fin dalla sua prima realizzazione ebbe l’intento di rendere il diritto cittadino accessibile alla lettura di tutti i fiorentini, rappresentò un’impresa di grande impatto politico e comunicativo, con cui il comune di Firenze intese sottolineare la forza e la vitalità dell’identità urbana.

Approfondimenti

Similmente la ripubblicazione contemporanea rappresenta un’opera fondamentale per la storia fiorentina e per l’analisi di un periodo spartiacque per la città. Intorno alla metà del XIV secolo, Firenze era una metropoli, una delle più grandi città d'Europa. Ma nel giro di pochi decenni si trovò a vivere una disastrosa alluvione, una epidemia di peste decimante e la crisi dei monopoli bancari delle principali famiglie fiorentine e poi la resistenza alla tirannia. La famiglia Medici ottenne il governo della città nel 1434 sotto Cosimo de' Medici. I Medici mantennero il controllo di Firenze fino al 1494, poi Giovanni di Lorenzo de' Medici riconquistò la repubblica nel 1512. Papa Clemente VII, lui stesso un Medici, nominò il suo parente Alessandro de' Medici primo "Duca di Firenze", trasformando così la Repubblica in una monarchia ereditaria.

E’ nel cuore del periodo repubblicano che si esprime questa esigenza di volgarizzazione dei testi in latino, esperienza piuttosto circoscritta, che impegna i giuristi nel tentativo di divulgare a un pubblico popolare i testi delle leggi cittadine nella loro evoluzione dinamica. Dunque un intento didascalico e democratico.

Il progetto di riedizione che una équipe di studiosi ha realizzato, su iniziativa della Deputazione di Storia Patria per la Toscana, per la prima volta dopo oltre 650 anni mette a disposizione degli studiosi e della cittadinanza documenti di grande interesse per comprendere la vita del tempo in tutti i suoi risvolti, raccontata e regolata nello Statuto con la freschezza della prosa volgare. Si è lavorato sulle migliori copie disponibili, dato che l’originale andò perduto a seguito del tumulto dei Ciompi, con l’intento di recuperare il rapporto con un pezzo del passato fiorentino.

La loro lettura è un’esperienza sorprendente sia dal punto di vista storico che linguistico. Gli statuti sono coevi di due pilastri della lingua italiana, partoriti dal genio di Dante Alighieri e Giovanni Boccaccio. Palesando oscillazioni linguistiche che documentano la ricchezza delle componenti lessicali di un testo giuridico, gli Statuti, assieme ad altri scritti amministrativi, finanziari e scientifici legittimano la scelta del volgare fiorentino quale lingua nazionale italiana, alla stregua dei grandi capolavori letterari, dalla Commedia, al Decameron e al Canzoniere.

Presentata in una raffinata edizione in tre volumi in cofanetto per 1582 pagine, comprende nell’ordine lo Statuto del Capitano del Popolo preceduto da tre ampie introduzioni di carattere storico e linguistico, lo Statuto del Podestà e infine un terzo volume che ospita i diversi indici, nonché l’analisi linguistica dei lemmi in volgare occorrenti nel testo statutario. Un’opera monumentale e antiquaria per custodire e venerare la storia della propria città, dalla quale affiorano le immagini e i luoghi di Firenze, delle professioni, delle corporazioni, attraverso le norme dispositive e i divieti. Frequente l’enunciazione di pene corporali, sino alla condanna a morte. Come ad esempio le severissime sanzioni contro l’occupazione dell’alveo del fiume, forse istituite a seguito della rovinosa alluvione del 1333.

L’edizione appena pubblicata dalla Casa Editrice Leo S. Olschki si rivela un grandissimo passo avanti nello studio di questi monumentali documenti. Un' occasione per recuperare la storia di un periodo cruciale per la città, che appena precedente all'avvento della Signoria finisce per subirne ingiustamente l'ombra, anche se ne è l'indiscutibile prodromo.

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