Laura Boldrini a Firenze: "La rete è un posto incredibile, ma va usato con responsabilità"

Liam Cunningham del "Trono di spade" racconta il suo personaggio al Wired Next Fest. Domenica 1 ottobre: tutti gli appuntamenti dell'ultimo giorno

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 settembre 2017 15:04
Laura Boldrini a Firenze:

Firenze, 30 settembre 2017 - Disinformazione e messaggi d'odio. O, per dirla in slang 2.0, fake news e hate speech. Sono stati questi i temi sui quali si è concentrata la presidente della Camera Laura Boldrini nel corso del suo intervento al Wired Next Fest di Firenze. L'intervento della Presidente è cominciato in una sala colma di adolescenti e con l'argomento che più le sta a cuore: la lotta che sta portando avanti contro il fenomeno del bullismo digitale, in particolare con l'istituzione della Commissione internet alla Camera."Insieme ai deputati ho voluto invitare a farne parte giornalisti ed esperti di ogni campo, per ragionare insieme su un lavoro ambizioso", ha raccontato Boldrini.

"Questa commissione fa qualcosa di unico e irrituale, va a parlare nelle scuole, con gli insegnanti, per sensibilizzare loro e i loro alunni su temi da non sottovalutare. Perché la rete è uno spazio incredibile, che però va usato con responsabilità".L'esperienza istituzionale di Laura Boldrini in questo campo si lega a quella personale, che portandola ad agire con particolare determinazione sul tema: "io purtroppo ho avuto modo di incontrare genitori di ragazzi e ragazze che si sono tolti la vita.

E dopo anni di minacce di morte e stupri subiti, personalmente ho deciso di denunciarne gli autori. Con quale faccia potrei dire ai nostri ragazzi di reagire agli episodi di bullismo se io per prima non mi batto contro questi fenomeni? Da quando ho preso questa decisione la situazione è migliorata". L'applauso parte spontaneo dal pubblico. L'altro, attuale fenomeno internet sul quale il governo ha intenzione di muoversi è quello della circolazione di notizie false in Rete, perché da una parte è vero che le fake news esistono da quando esistono le news, ma anche che la rete rende difficile punire chi le genera e le diffonde per interessi politici o economici.

La soluzione per la presidente della Camera è diffondere una cultura della verifica, a tutti i livelli. Le aziende non devono sponsorizzare o fare pubblicità su siti riconosciuti come coacervo di fake news; il giornalismo professionale dev'essere sempre più professionale e attento alle fonti gli editori devono spendere di più per la salvaguardia delle notizie, retribuendo dignitosamente i cronisti che vengono impiegati per un lavoro sempre più delicato. Anche le piattaforme sulle quali questi contenuti sono ospitati però hanno un ruolo nel ciclo vitale delle fake news.

Per Boldrini questi colossi del mondo hi tech non possono più fingere indifferenza o limitarsi a prendere atto di ciò che accade intorno a loro e in parte a causa loro. Facebook per esempio, in Italia, non ha un ufficio che si occupa della verifica e dell'eventuale eliminazione di fake news e messaggi d'odio: se veramente tiene al tema deve sì investire in risorse in tecnologie, ma anche in una presenza più vigile sul territorio. Da ultimo, i lettori devono imparare a non fidarsi ciecamente di tutto ciò che leggono: "per questo" annuncia Boldrini "in accordo con la ministra Fedeli il 31 ottobre partirà il primo Progetto italiano di educazione civica digitale, tramite il quale cercheremo di dare a ragazzi e ragazze gli strumenti per orientarsi nel mondo della Rete e delle notizie che diffonde".

Il suo è uno dei personaggi più amati di una delle serie più seguite al mondo: Liam Cunningham, il Ser Davos di Game of Thrones, è fra gli ospiti di punta della seconda edizione del Wired Next Fest Firenze. Nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio ("è stupefacente qui, una sala così tutta per me"), l'attore irlandese ha parlato dell'evoluzione del suo personaggio: "Non avevo idea di arrivare così avanti nella serie. All'inizio avevo fatto il provino per un'altra parte che non vi dirò, ma avevo capito subito che sarebbe stato un progetto molto bello e ambizioso".E in effetti, in una serie in cui chiunque può morire da un momento all'altro, non si aspettava di arrivare così lontano: "Sono arrivato fino all'ultima stagione, ora la mia sfida come attore è quella di arrivare fino all'ultimo episodio". Fra l'altro il suo personaggio, Ser Davos Seaworth, è cambiato molto nell'arco dei vari episodi: "Nell'ultima stagione è stato trattato in modo molto divertente.

Il rapporto con Jon Snow in particolare è molto giocoso e umano" racconta l'attore. "Prima il mio rapporto principale era quello con Stephen Dillane, l'interprete di Stannis Baratheon: lui è un attore di straordinario talento, ma il rapporto fra i nostri personaggi era ovviamente più freddo, problematico".Ma perché il personaggio di Ser Davos ha un così grande successo fra il pubblico? Cunningham ha la sua teoria: "Lui è un po' la bussola morale della serie, è un personaggio utile anche per il pubblico per fare un po' di ordine fra il bene e il male". In qualche modo è anche un'eccezione: "Ci sono pochi personaggi così, per esempio quello di Samwell Tarly: sono persone sane in mezzo a tutti quei pazzi, servono per dire ciò che è giusto e sbagliato e gli spettatori li apprezzano per questo".A volte, in effetti, identificarsi con i personaggi della serie non è facile: "Io apprezzo molto che gli autori abbiano creato personaggi molto forti per ragazze giovani e minute, come Lyanna Mormont o anche Arya.

Ma prendete Arya, ad esempio: molte giovani donne mi dicono che la prendono come modello, ma pensateci bene. È una psicopatica, una serial killer che ha una lista di persone che vuole uccidere!" Ma questa è veramente una delle caratteristiche più peculiari di Game of Thrones: "Tutti i personaggi sono scritti con grande profondità, anche le comparse", ammette l'attore. "Gli showrunner, esattamente come George RR Martin, hanno un grande talento nella scrittura, una grande umanità ma anche un che di morboso".A proposito di George RR Martin, Cunnigham ammette una sua piccola défaillance: "Non ho mai letto i libri, ogni volta che vedo George cerco di evitarlo perché ogni volta mi domanda a che punto sono", scherza lui.

"Ma, poiché pretende da me un resoconto di lettura, al prossima volta gli dirò che li inizierò solo quando lui avrà finito l'intera saga". In effetti la serie Hbo finirà molto prima delle pubblicazioni letterarie: "A malincuore lascerò Firenze domani per andare al Comicon di New York e poi tornare brevemente a casa in Irlanda". Ed ecco la grande rivelazione: "Alla fine della prossima settimana inizieremo la lettura dei nuovi copioni della stagione finale e probabilmente attorno al 16 o 19 ottobre inizieranno le riprese".Quando vedremo dunque in onda l'ottava e ultima stagione? "Non posso dire nulla, l'ultima volta ci ho azzeccato e mi hanno sgridato"dice ridendo Cunningham.

"In ogni caso posso solo prevedere che, considerando i tempi di riprese e postproduzione, non riusciremo sa vederla in tv prima del 2019". Allo stesso modo Ser Davos parla molto cautamente sul suo futuro: "Ma perché continuate a chiedermi della mia morte? Chiedetemi piuttosto come sarà quando finirò io sul Trono", scherza.Infine una considerazione sulla qualità delle serie tv di oggi, che a volte supera i confini in passato delimitati dal cinema: "Il cinema è un'industria gigantesca con le sue dinamiche, la televisione è invece ancora incentrata su autori e sceneggiatori", spiega l'attore."Probabilmente è una questione di budget: nonostante Game of Thrones sia una delle serie più costose di questi anni non raggiunge minimamente i soldi investiti in alcuni film". Questione di libertà e sperimentazione: "Nei film per attirare il più grande pubblico possibile abbassi la qualità.

In tv si può essere invece ancora osare con coraggio".

Il più grande festival italiano dedicato alla cultura dell’innovazione si conclude domenica 1 ottobre a Palazzo Vecchio con un cartellone molto intrigante. Ospiti italiani e stranieri, professionisti in diversi settori, si confronteranno sul tema del festival “I Confini”, alternandosi tra il palco del Salone dei Cinquecento, la Sala D’Arme, la Sala Macconi e i cortili di Palazzo Vecchio, offrendo spunti e riflessioni in diversi campi: dalla tecnologia all'arte, dalla musica alla scienza, dal cinema all'economia, dallo Spazio alla politica passando anche dallo sport. Tutti i talk potranno essere seguiti in streaming su Wired.it e sul profilo Facebook di Wired Italia.

Foto gallery
In evidenza