Giacosa: riapre il Salotto d'Europa dove nacque il Negroni

Nuova veste, nuovo management e nuova proprietà per uno dei più antichi ed importanti bar d’Italia

Alessandro
Alessandro Rella
30 luglio 2023 21:38
Giacosa: riapre il Salotto d'Europa dove nacque il Negroni
Alessandro Rella - PhotoPress.it

Quando riprende vita uno dei locali più antichi ed importanti del panorama italiano è sempre un evento da celebrare e festeggiare. Ed è certamente questo il caso di Giacosa, che riapre oggi grazie alla nuova proprietà del Gruppo Valenza. Lo storico locale, all’angolo fra via Tornabuoni e via della Spada, intreccia infatti in modo indelebile le sue vicende con la Storia del bar mondiale. E’ qui infatti che nacque, nel 1919, quello che è, ancora oggi, il cocktail più venduto del Mondo, il Negroni.

La storia di Giacosa risale agli anni trenta dell’Ottocento quando via Tornabuoni e le vie adiacenti attiravano viaggiatori da tutto il mondo come parte dei loro Grand Tour. Ospiti colti e facoltosi arrivavano a Firenze per la sua bellezza, le sue numerose testimonianze storiche, ma anche per la presenza di luoghi straordinari pensati proprio per far incontrare ed accogliere questi personaggi. Fu in questo “Salotto d’Europa” che i fratelli Giacosa aprirono, nel 1860, la loro attività, già fondata a Torino nel 1815.Situato tra la sede del Circolo dell’Unione e l’albergo Londres et Suisse, Giacosa divenne subito un luogo d’incontro dei dandy dell’epoca tanto che, già durante Firenze capitale (1865-1871), aveva assunto un ruolo centrale nelle molte guide cittadine del tempo.

Tra i dandy e i nobili che frequentavano l’angolo di via Tornabuoni e via della Spada vi era un personaggio il cui nome è entrato nella Storia, era il conte Cammillo Luigi Manfredo Maria Negroni. Ai banchi dei migliori caffè fiorentini era all’epoca in uso sorseggiare un calicino di “Vermutte”, per usare il termine in voga nella città, o una miscela composta da Vermouth dolce rosso di Torino, una parte di Bitter Campari e completata con uno spruzzo di acqua di seltz, nota come l’Americano.

Si narra che in un indefinito giorno del 1919 Cammillo suggerisse al giovane barista Fosco Scarselli una modifica sostanziale: “Fosco, diminuisci il seltz e mettici del Gin, senza farti vedere”. Nasceva così, oltre un secolo fa “un americano come il conte Negroni”, nasceva il Negroni.

Rendere omaggio ad una storia tanto importante e prestigiosa, mantenendo in tatta la sua sacralità ma al tempo stesso trasformandola ed adattandola ai nostri giorni è una sfida esaltante che Luca Manni, Bar Supervisor del Gruppo Valenza, ha colto con grande entusiasmo. “E’ un onore per me poter ridare vita ad un nome tanto importante per la mia città, ed un onere, che porto con grande orgoglio e piacere, quello di aver contribuito ad ideare i menù di realtà come Caffè Paszkowski, Caffè Gilli ed ora Giacosa” ha dichiarato lo stesso Luca Manni.

Il primo menù del nuovo Giacosa, pensato dal team guidato da Luca Manni, non poteva che essere interamente dedicato all’aperitivo italiano. Il passato, il presente ed il futuro di questo rito collettivo, orgoglio nazionale divenuto globale, si ritrovano nella pagine di questa drink list composta da tre sezioni principali. L’omaggio alla tradizione, vede la presenza di “classici” Negroni,in cui la ricetta tradizionale (gin, vermouth rosso e bitter) rimane invariata, ma cambiano modalità di servizio o tecniche di preparazione, come nel caso de lNegroni shakerato.

La parte centrale del menù è invece dedicata alle rivisitazioni in chiave moderna della tradizionale ricetta inventata dal Conte nel 1919. Nascono così creazioni come il Gibson Negroni o il Cham-on!, personale rivisitazione di un Negroni Bianco. Il futuro dell’aperitivo è invece presentato nella sezione denominata, non a caso, Giacosa Creations, in cui si rivisitano alcuni grandi classici dell’aperitivo italiano come il Garibaldi, rivisto qui con Savoia Americano, Chinotto, arancia e cacao, o il Cardinale, arricchito da penetranti ed affascinanti note d’incenso.Con l’apertura di Giacosa Marco Valenza rinnova il suo amore verso la città di Firenze e conferma ancora una volta la sua volontà di ridare lustro alla grande storia fiorentina ed italiana nel mondo dell’ospitalità.“La rinascita di Giacosa è frutto di una serie di segnali che ho deciso di accogliere.

E’ stato un po' come se questo marchio, che ho acquistato nel 2019, volesse tornare in vita e mi avesse scelto come mezzo - credo che con la chiusura di Giacosa si fosse persa una parte importane della storia non solo di Firenze ma dell’Italia intera” La ristrutturazione, firmata dagli architetti interior design Paolo Becagli e Alessandro InterLando, ha ripreso con sobria eleganza l’immagine storica del locale, lavorando a partire dagli aspetti più belli restituiti direttamente dalle foto del passatoLavorando da sempre in locali storici, è entrata a far parte del mio DNA una passione per la storia che certi marchi si portano dietro e questa mia passione è stata determinante per sposare il progetto Giacosa” ha continuato Marco Valenza, sottolineando “I locali storici hanno la stessa funzione dei monumenti: cosa sarebbe Venezia senza il Florian o il Quadri, Padova senza il Pedrocchi o Roma senza il Caffè Greco. Entrare in un locale storico ti fa respirare l’appartenenza di quel luogo alla città, a patto che chi lo guidi ne abbia una gestione attenta.

Gestire un locale storico è un mestiere che necessita molta sensibilità, perché non si tratta solo di conservare ma di rinnovare nel rispetto della sua storia e autenticità”.Dopo aver rilanciato con grande successo due dei più antichi bar d’Italia, Caffè Gilli e Caffè Paszkowski, risalenti rispettivamente al 1733 ed al 1903, il Gruppo Valenza ribadisce ancora una volta l’importanza di riportare agli antichi fasti i marchi che hanno fatto grande l’industria del bar italiana.

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