Donne e lavoro nella Metrocittà di Firenze, l’analisi tra luci e ombre

Un soffitto di cristallo difficilissimo da sfondare. Parla Alberta Bagnoli (Cna). C'è uno sciopero Cgil

Redazione Nove da Firenze
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06 marzo 2024 11:57
Donne e lavoro nella Metrocittà di Firenze, l’analisi tra luci e ombre

20.108. Sono le imprese femminili attive nella Città Metropolitana di Firenze, in calo rispetto ad un anno fa dell’1%. Una performance negativa, ma migliore rispetto a quella del sistema imprenditoriale nel suo complesso, diminuito, nello stesso periodo di tempo (giugno 2023 rispetto a giugno 2022), del 2,4%.

“In un momento cruciale come quello attuale, è fondamentale promuovere e incentivare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, sia attraverso forme di impiego autonomo che subordinato. L'Unione Europea, insieme alla necessità di attuare importanti riforme e investimenti strutturali per la ripresa economica, sollecita un impegno deciso da parte del nostro Paese per colmare le disparità ancora presenti nel settore occupazionale femminile. L'artigianato, le piccole imprese e le professioni offrono concrete opportunità alle donne grazie alle loro caratteristiche intrinseche. Tuttavia, è innegabile che siano presenti sfide e ostacoli da affrontare” commenta Giacomo Cioni, presidente di CNA Imprese Firenze.

I dati per la Città Metropolitana di Firenze, sia pur migliori di quelli medi del paese, parlano chiaro. Il tasso di occupazione femminile (15-64 anni) nel 2022 (ultimi dati Istat disponibili) era pari a 69,1%, quello maschile, invece, sfiorava il 75% con un divario occupazionale pari a circa 6 punti percentuali, un dato, però, inferiore non solo alla media Italiana (circa 18 punti percentuali) ma anche a quella UE (circa 10 punti percentuali).

La musica, purtroppo, non cambia anche lato retribuzioni. Quella media annua delle donne del settore privato della Metrocittà era, nel 2022 (ultimo dato Inps disponibile), di 7.229 euro inferiore a quella degli uomini (19.829 euro stipendio medio femminile e 27.058 euro stipendio maschile): una differenza assimilabile a quella esistente a livello medio italiano pari a 7.922 euro (18.305 euro stipendio medio femminile e 26.227 euro stipendio maschile).

Quanto al soffitto di cristallo, la segregazione verticale che impedisce alle donne di raggiungere posizioni di vertice e responsabilità in ambito professionale, la Città Metropolitana di Firenze presenta indici peggiori, seppur di poco, di quelli medi italiani. Sono donne solamente il 21,6% di tutti i dirigenti (472 donne rispetto a 1.711 uomini) e il 31% di tutti i quadri (3.835 donne rispetto a 8.376 uomini) mentre a livello medio italiano le percentuali salgono rispettivamente a 21,7% e 32%*.

Perché tutti questi gap? “Perché le donne tendono a lavorare meno ore degli uomini poiché sulle loro spalle ricade una grossa parte di lavoro (non retribuito) nelle attività domestiche e di cura; per la loro sovra-rappresentazione nei lavori part time; perché meno presenti nelle posizioni apicali; perché tendono ad essere invece sovra-rappresentate in settori che pagano salari bassi e offrono scarse possibilità di carriera; per la loro segregazione in imprese che pagano salari più bassi e infine perché tendono ad essere pagate di meno a parità di altre condizioni” spiega Alberta Bagnoli, presidente di CNA Impresa Donna Firenze.

“Quanto all’autoimprenditorialità, per promuoverla sono necessari interventi ben calibrati negli ambiti della conciliazione vita-lavoro e del welfare. Su quest’ultimo punto è importante ricordare che il welfare crea occupazione, dunque economia, e non può più essere considerato una necessità solo al femminile, ma deve essere elemento cardine del nostro modello sociale e di sviluppo” conclude Bagnoli.

CGIL - 8 marzo Giornata internazionale della donna, in Toscana sciopero (intero turno) nei settori della conoscenza (personale della scuola statale e non, università, ricerca, Afam e formazione professionale), commercio-terziario-servizi-turismo e funzioni pubbliche. Tutti settori ad alta incidenza di lavoro femminile.Il primo è indetto a livello nazionale da Flc Cgil, gli altri due sono indetti a livello regionale rispettivamente da Filcams Cgil Toscana e Fp Cgil Toscana.Dice la Flc Cgil: “I diritti delle donne, l’uguaglianza di genere, l’autodeterminazione, la parità salariale non sono ancora una realtà per tutte, anzi assistiamo, e su larga scala, a un attacco, a una messa in discussione dei diritti che le donne si sono conquistate nel corso degli anni.

Ciò è evidente anche nel nostro Paese che è ancora ai primi posti nel mondo per ‘gender pay gap’ e per incidenza del lavoro povero e precario; per non dire dell’invisibile sfruttamento del lavoro di cura, mai riconosciuto come responsabilità sociale, sempre e ancora scaricato sulle donne”.Per la Filcams Cgil Toscana, “dobbiamo fare un passo avanti contro un sistema che ti vuole sempre un passo indietro. Scioperiamo per l’importanza della lotta per i diritti delle donne, in particolare per la loro emancipazione, ricordando le conquiste sociali, economiche e politiche e per portare l’attenzione su questioni come l’uguaglianza di genere, le discriminazioni e le violenze contro le donne.

La Filcams Cgil è rappresentata dal 65% di donne che da sempre si sacrificano, lottano per costruire un domani migliore. E’ evidente che le disparità di genere, rappresentano un danno per tutti, perché incidono sulla crescita sociale ed economica del Paese”.Per la Fp Cgil Toscana, “l'intersezione delle lotte impone una presa di coscienza che non può che passare dalla condivisione delle motivazioni alla base dello sciopero globale nella Giornata internazionale della Donna. Le lavoratrici e i lavoratori dei servizi pubblici sono parte offesa nella riduzione del perimetro dello stato sociale: dove diminuiscono i servizi pubblici aumentano le disuguaglianze di genere e di classe, aumenta il razzismo, l’abilismo, l’ageismo, quali forme di marginalizzazione e iniquità.

Contro tutte le oppressioni”.

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