Fiepet: 'Con il Green Pass serve chiarezza sulle regole'

Come funziona in bar e ristoranti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 agosto 2021 23:50
Fiepet: 'Con il Green Pass serve chiarezza sulle regole'

In Italia le regole per l’uso del Green Pass sono state fissate. Ma come funziona? Ormai è difficile ricordarsi che il documento nasceva, in realtà, per facilitare gli spostamenti all’interno dell’Unione Europea. Ma nelle ultime settimane il suo utilizzo è notevolmente cambiato. Il ministro dell'Interno ha detto che i ristoratori non potranno controllare i documenti, ma solo il green pass e che lo stesso non possono farlo le Forze dell'Ordine.

Fra insulti ai gestori, recensioni negative sulle piattaforme e posizioni no-vax, la ristorazione è alle prese con i primi effetti dell'introduzione della certificazione verde. Ma per esempio, la norma che vale per i pubblici esercizi non può valere per le mense. In gioco ci sono i livelli di welfare aziendali e la questione della privacy. Per risolvere il problema, si potrebbe utilizzare lo schema della ristorazione alberghiera. Ma il dubbio è che si utilizzi questo servizio per forzare la vaccinazione dei dipendenti.

Non si può continuare a scaricare responsabilità eccessive e generalizzate sulle imprese del settore della ristorazione. – commenta Franco Brogi Presidente Fiepet Confesercenti Firenze - La circolare emessa ieri sera dal Ministero degli Interni non chiarisce i perimetri e le procedure da seguire, lasciando inalterata la responsabilità a carico dei gestori. Tutto questo mentre nel paese si discute sull’utilizzo del green pass, ma con una sua applicazione graduale, come per i trasporti, oppure scegliendo soluzioni di buon senso, come avvenuto per la ristorazione nelle strutture ricettive o per le sagre e fiere. Purtroppo la gradualità e la condivisione delle procedure per il nostro settore sembra che non sia valida.”

Approfondimenti

In queste ultime 48 ore sul green pass, che è bene ricordare è già attivo dal 6 agosto per la ristorazione, si sono susseguiti vari pareri e dichiarazioni, anche difformi, creando ulteriore confusione e soprattutto incertezza. Ma ogni errore nell’applicazione ha conseguenze salate, con sanzioni onerose che arrivano fino alla chiusura del locale.

La nostra Associazione ha sempre improntato il confronto sulla collaborazione, siamo convinti che tutti devono fare la propria parte per mettere in atto quelle soluzioni necessarie per la gestione sanitaria e un ritorno alla normalità. Chiediamo però di condividere le procedure, che queste siano praticabili e che garantiscano i titolari dei pubblici esercizi da responsabilità non proprie, ma inerenti a comportamenti non corretti da parte degli avventori.

Non a caso sin dall’inizio abbiamo sottolineato come nella fase di emergenza sanitaria, tutte le misure messe in atto sono e saranno collegate al senso di responsabilità di ognuno di noi, ai comportamenti che tutti noi, come cittadini, dobbiamo seguire. – conclude Brogi - E in questa logica, chiediamo che la responsabilità resti in capo al cliente. Non può essere a carico anche del gestore del locale un abuso commesso dall’avventore. Le imprese del settore possono essere chiamate in causa solo per le proprie responsabilità nell’applicazione dei protocolli sanitari. Su questo siamo pronti a continuare a dare il contributo ma è necessario modificare subito la normativa!”

Notizie correlate
In evidenza