Il desiderio del tram di Giuseppe Matulli

Memorie amministrative in “La tranvia e la città”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 novembre 2013 22:01
Il desiderio del tram di Giuseppe Matulli

di Nicola Novelli In occasione del Campionato mondiale di Ciclismo alcuni esponenti politici hanno celebrato il trionfo della mobilità sostenibile (biciclette e pedoni) con una ingenuità che disarma. Ignorano che il paziente sacrificio di tanti pendolari ha consentito di evitare la congestione del traffico per tutta la settimana, solo rinviando gli impegni lavorativi alla settimana successiva. L'idea della mobilità integrata è una visione semplice in certe menti, rimaste a una dimensione sociale, a una vita quotidiana ancora tipica dell'economia fordista e non del mercato dei servizi e del pendolarismo quotidiano intercomunale. Chi ha voglia di approfondire sul serio le questioni, trova giovamento in “La tranvia e la città” di Giuseppe Matulli (Edizioni Polistampa, 78 pagine, € 10), che raccoglie le riflessioni sull'esperienza personale di amministratore comunale.

Matulli ha vissuto da protagonista un avvenimento importante e vivacemente contrastato, raccontando sinteticamente le fondamenta del progetto fiorentino e le modalità adottate per realizzarlo, gestendo gli imprevisti di un'urbanistica antica, ma viva e le resistenze di quella che definisce la “cultura della rendita”. L'auspicio dell'autore è che le sue considerazioni possano essere utili per futuri progetti di trasportistica urbana. Giuseppe Matulli si impegna particolarmente sul tema della sostenibilità del trasporto pubblico e sul ritardo endemico italiano.

Il principale problema del nostro paese è l'incapacità di gestire gli ambiti trasportistici in modo integrato. Tipica la contrapposizione tra sistema ferroviario e trasporto su gomma, o il fatto che il progetto dei treni ad alta velocità si stia sviluppando sostanzialmente a scapito dei percorsi regionali, dei convogli notturni, dei servizi nelle tratte periferiche. Giuseppe Matulli entra a fare parte della Giunta comunale del sindaco Leonardo Domenici all'indomani delle elezioni del 1999, con la carica di Vicesindaco.

Si trova così a gestire il nuovo progetto di trasporto urbano avviato dalla precedente giunta Primicerio e in particolare dall'Assessore Amos Cecchi. Il mezzo scelto per coprire il percorso di 6 chilometri da Firenze a Scandicci è la tranvia integrata alla rete degli autobus. L'operazione amministrativa risulta subito difficile. Dove far passare il tram? Oltre alle corsie già riservate agli autobus, la domanda di sosta in sede stradale è talmente consistente da rendere proibitiva l'occupazione di corsi per il trasporto pubblico, senza ostacolare il traffico privato.

All'esterno dei viali di circonvallazione è stata trasformata in un enorme parcheggio con strade ridotte a unico senso di circolazione per offrire maggior spazio alla sosta. Nel tentativo di risolvere i problemi si è limitato il traffico privato nel centro storico, ma questo ha ulteriormente aggravato la situazione nelle adiacenze. I parcheggi pubblici scarseggiano e anche la legge sui parcheggi pertinenziali a Firenze non ha dato frutti. Con il risultato che chi arriva in città dalle direttrici esterne finisce in un imbuto senza sbocco. Matulli gestisce il progetto della Linea 1 nell'arco di due mandati amministrativi.

Affronta numerosi imprevisti. Il rinnovo del Codice della strada riduce il numero delle corse nel sottopasso al ponte alla Vittoria, quando ormai la struttura è stata realizzata. Nel corso dei lavori cambia anche la normativa sullo smaltimento delle terre di scavo, aumentando in maniera imprevista i costi da sostenere. Tra i tanti motivi di allungamento dei tempi il ritrovamento delle strutture del porto fluviale di epoca granducale sulla riva sinistra dell'Arno a valle del ponte alla Vittoria.

Con conseguente sospensione dei lavori e recepimento delle prescrizioni della Soprintendenza. Sopratutto, il Vicesindaco si rende conto che l'opinione avversa che monta di giorno in giorno, va contrastata con un programma informativo sulle decisioni assunte dall'amministrazione. La cosa non sarà facile. Questa delicata attività avviene in un clima di sfiducia nei confronti della giunta, che si manifesterà in incontri caldissimi e scontri memorabili. Le assemblee pubbliche si avvicendano tra polemiche verbali e affollata partecipazione.

Matulli, vecchio leone della politica fiorentina, non si sottrae alla sfida e ci mette la faccia. Decine di giornate di lavoro a Palazzo Vecchio si concludono gli incontri serali nei quartieri e le mille risposte alle preoccupazioni degli abitanti. Unico membro della Giunta Domenici disposto a lasciarsi contestare in pubblico, prova sempre a vincere la diffidenza degli interlocutori e dimostrare le proprie convinzioni politiche, a distinguere tra contestazioni pregiudiziali e critiche obiettive. Sui giornali la polemica viene animata dalle opposizioni di destra e di sinistra.

Sino alla clamorosa protesta in difesa degli alberi di viale Morgagni, che blocca per una settimana un cantiere, forse aperto prematuramente, e al referendum consultivo sull'opera perduto dai detrattori del progetto comunale. Con il suo libro Giuseppe Matulli intende celebrare gli “evidentissimi vantaggi della prima linea della tranvia”, messi in dubbio, in attesa dell'intervento, solo a causa della demagogia e del “populismo imperante”. Ammette tuttavia di essersi fatto carico di un disegno in parte carente e da correggere, e che in contemporanea “è emerso prepotente il problema della legalità della politica”. La realizzazione della Linea 1 della Tranvia conclude e corona la sua lunga militanza politica.

La riflessione sull'esperienza amministrativa lascia ancora margini per un ulteriore approfondimento. Oltre che la disamina strategica del progetto di mobilità integrata (con ampia dovizia di allegati tecnici), sarebbe interessante approfondire il dipanarsi della vicenda politica fiorentina di quegli anni. In questo volume lascia ai margini della narrazione il ruolo del resto della Giunta. Quale fu il rapporto con il sindaco Domenici e con l'Assessore all'Urbanistica Gianni Biagi? Poco Matulli si dilungua su questi aspetti. Altrettanto sarebbe interessante approfondire gli aspetti contabili del progetto, magari in un prossimo lavoro editoriale.

Quanto è costata complessivamente la Linea 1? In che modo è stata finanziata? Che eredità il peso finanziario dell'opera ha lasciato nel bilancio comunale? E dal punto di vista urbanistico, il tracciato si è rivelato ben progettato? Qual è il profilo sociale degli utenti che usano il servizio? Quanto costeranno le Linee 2 e 3? Sarà possibile finanziare tutta la rete? Matulli, almeno in questo volume, non risponde a queste domande. Sarebbe interessante se, ritiratosi a vita privata, uno dei politici più esperti della scena fiorentina, proseguisse questo percorso analitico con la sua capacità di visione al servizio dei lettori.

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