Prato: in arrivo la Natività di Karlsruhe

Paolo Uccello tra protagonisti della mostra “Officina pratese”. L’opera presenta la particolarità delle figure del bue e dell’asinello inginocchiate davanti a Gesù

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 agosto 2013 22:51
Prato: in arrivo la Natività di Karlsruhe

E’ uno dei pezzi più pregiati fra le opere di Paolo Uccello che entreranno in Palazzo Pretorio, in occasione della mostra “Da Donatello a Lippi. Officina pratese”. Così pregiato che un particolare della “Natività con San Girolamo, Santa Maria Maddalena e Sant'Eustachio” è stato scelto per la quarta di copertina del catalogo della mostra pubblicato da Skira (in copertina invece campeggia il dipinto di Filippo Lippi certamente più legato a Prato, la “Madonna della Cintola”). La Natività di Paolo Uccello, proveniente dal museo d’arte Kunsthalle di Karlsruhe e risalente al 1436, ha una sua peculiarità che ne fa un unicum storico: nella tavola, infatti, il bue e l’asinello s’inginocchiano davanti a Gesù, con uno schema mai visto nella storia dell’arte, in un’atmosfera fiabesca e notturna che fa da sfondo all’opera.

Così come è rivoluzionaria l’idea di far presenziare i santi alla scena sacra, proiettando sulle loro figure la devozione di chi guarda: un’idea che Filippo Lippi riprese in diverse opere pratesi. «La mostra in programma a Palazzo Pretorio sarà così un’occasione per far luce sul legame con Prato di un indiscusso maestro del Rinascimento di cui arriveranno nove opere», sottolinea l’assessore alla Cultura Anna Beltrame. Composta a Bologna, la Natività di Karlsruhe è infatti il punto d’arrivo delle ricerche stilistiche di Paolo Uccello negli anni pratesi: al maestro è dedicata la seconda sezione di “Officina pratese”, intitolata “La giovinezza di Paolo Uccello” appunto.

Tra il 1420 e il 1430 l’artista diede il suo contributo alla decorazione della cappella dell’Assunta nel transetto destro della Pieve, dove lasciò un ciclo con Storie della Vergine e di Santo Stefano. In mostra, per la prima volta, si potranno mettere a confronto tutti i dipinti collegati agli affreschi di Prato e quindi alla giovinezza del maestro. Dalla sua nostalgia per gli ori tardogotici alle prime infatuazioni per la prospettiva che lasceranno il segno nelle sue opere successive.

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