Spesa sanitaria: la Toscana decide le misure di razionalizzazione

Gli interventi di Mugnai (Pdl), Carraresi (Udc), Locci (Gruppo misto), Romanelli (Gruppo misto), Sgherri (Fds/Verdi), Lazzeri (Più Toscana)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 dicembre 2012 15:29
Spesa sanitaria: la Toscana decide le misure di razionalizzazione

Firenze – Via libera a maggioranza alla legge che detta misure urgenti di razionalizzazione della spesa sanitaria e alla risoluzione collegata. Hanno votato contro i gruppi di opposizione (Pdl, Udc, Più Toscana) e i consiglieri del gruppo Misto Locci e Staccioli. “La proposta di legge sulle misure di razionalizzazione della spesa sanitaria si inserisce in un momento complicato e difficile”, ha affermato il presidente della commissione Sanità e politiche sociali Marco Remaschi (Pd) che, illustrando l’atto in aula, si è fatto guidare dai numeri.

Su un budget di spesa sanitaria di 6 miliardi e 700 milioni, nei prossimi tre anni la Toscana dovrà ridimensionare le risorse per circa 750 milioni di euro, in un contesto che va dalla spending review alla legge di stabilità, e che si inserisce nel percorso del Piano sanitario e sociale integrato. “Questa proposta di legge è un pezzo importante del Piano, perché va ad incidere sulla spesa farmaceutica e i dispositivi medici, sulla razionalizzazione della rete ospedaliera, sull’accorpamento legato all’emergenza-urgenza, sui privati accreditati sia per la specialistica ambulatoriale che la spedalità – ha sottolinetato Remaschi – è un po’ una legge quadro che traccia le linee del percorso e che come commissione, in tempi davvero stringenti, abbiamo contribuito a migliorare”. Il presidente ha ricordato a tale proposito la partita sul privato, iniziata sulla stampa qualche settimana fa e mitigata da emendamenti e suggerimenti di “buon senso”: fino al 7 per cento di contenimento della spesa in materia di spedalità privata e fino al 9 per cento per l’assistenza spacialistica ambulatoriale, attraverso la stipula di nuovi accordi o la rinegoziazione di quelli vigenti.

E ancora: lo standard dei posti letto ospedalieri per acuti a carico del servizio sanitario regionale, comprensivo della riabilitazione e della lungo degenza, “è determinato nella misura di 3,15 posti letto per 1000 abitanti”, procedendo ad una contestuale riorganizzazione dell’offerta dei servizi territoriali alternativa al ricovero ospedaliero. “Ci siamo dati obiettivi più ambiziosi del Decreto Balduzzi – ha commentato il presidente – andando a incidere sulla rete territoriale, con particolare attenzione ai presidi insulari e montani”.

In tema di emergenza-urgenza Remaschi ha inoltre ricordato la riduzione a 3 delle centrali del 118, una per area vasta, per concludere con una riflessione sui provvedimenti attuativi della stessa legge. “Visto che le misure urgenti di razionalizzazione della spesa sanitaria toccano direttamente il soddisfacimento del diritto alla salute dei cittadini toscani, abbiamo presentato una risoluzione collegata che impegna la Giunta regionale ‘a portare all’attenzione della IV commissione i provvedimenti attuativi delle disposizioni contenute nella proposta di legge n.

193, antecedentemente alla loro approvazione in Giunta, al fine di una condivisione dei contenuti’”. “L’obiettivo è quello di condividere le scelte tra Giunta e Consiglio regionali, per dare risposte agli utenti, garantendo sacrifici uguali per tutti e salvaguardando i criteri guida di universalità, equità ed efficienza”. Questa secondo il presidente Remaschi la sfida da vincere, una sfida che non dovrà mancare di affrontare il tema della complessiva riorganizzazione dell’Agenzia regionale di sanità e degli altri enti dipendenti della Regione Toscana, con la richiesta alla Giunta di presentare una proposta di legge di riordino. Ad aprire il dibattito sulle misure urgenti di razionalizzazione della spesa sanitaria il vicepresidente della IV commissione Stefano Mugnai (Pdl), che è partito dalla proposta di risoluzione e quindi dal bisogno “anche da parte della maggioranza, di difendere le prerogative del Consiglio regionale su una materia così importante, la cui genesi è stata un po’confusa: in poche settimane ci siamo trovati a licenziare una legge che costituisce il pezzo di un Piano, cui abbiamo dedicato tempo e impegno”.

Scendendo nel merito: “la commissione ha cercato di migliorare il testo, ma è difficile farlo laddove si parte male o addirittura si è già superati – ha commentato il consigliere – portando in aula un fascicoletto con lettere di alcuni direttori generali che vanno a ridurre del 25 per cento i contratti con le strutture private”. In tema di tagli ai posti letto: “invidio l’ottimismo di Remaschi”, ha commentato Mugnai, chiudendo il proprio intervento sulla governance: “non voler mette mano alla governance in questa aula non può certo renderci ottimisti”. Per Marco Carraresi (Udc) questa porposta di razionalizzazione “non è una legge quadro, la legge quadro è la 40, che negli anni è stata modificata e direi quasi impallinata – ha esordito – e ciò la dice lunga sulla situazione in divenire ma anche sulla urgenza di cambiare”.

Da qui l’”insoddisfazione” per la proposta di legge di razionalizzazione, “che non va a incidere sulla legge quadro e si limita a interventi minimali: ci voleva oggi molto più coraggio se intendiamo salvare il futuro della nostra Regione e non ritrovarsi il prossimo anno a parlare di commissariamento della sanità toscana”. Da qui l’invito al confronto in vista di proposte concrete, come il termine del 31 marzo, “data fatidica entro la quale la Giunta dovrà presentare una proposta complessiva di riordino della sanità in Toscana”.

“Se l’aula voterà questo emendamento io darò il mio appoggio alla legge – ha assicurato Carraresi – dando prova della volontà di andare avanti, senza false ipocrisie e dimostrando la volontà di cambiare”. “Al di là delle ipocrisie, prima di andare a scaricare sui servizi, dando magari il colpo di grazia alla sanità privata, occorre far dimagrire la struttura elefantiaca, incidendo sulla macchina burocratica di regime”, ha commentato Dario Locci (Gruppo misto). Il consigliere ha inoltre ricordato di aver presentato, insieme alla collega Marina Staccioli, due ordini del giorno: uno sull’Estav e altro sulle Sds, “carrozzoni” sui quali intervenire, “se esiste davvero la volontà di fare sul serio”.

Per Mauro Romanelli (Gruppo misto) “il principio universalistico di diritto alla cura non può essere toccato in alcun modo”. Da qui la preoccupazione della “cappa ideologica di abbattimento del debito”, che invece ha bisogno dei suoi tempi. Anche per Romanelli, che ha riconosciuto alla legge elementi positivi come la riorganizzazione dei posti letto e l’attenzione ai territori insulari e montani, “è urgente ragionare sul costo dei livelli apicali della sanità toscana”, così come è importante rafforzare il settore della prevenzione e riorganizzare il sistema di smaltimento dei rifiuti sanitari. “Con una coperta molto stretta a disposizione la nostra Regione fa una scelta di ulteriore riduzione – ha esordito Monica Sgherri (Fds/Verdi) – Non vorrei che il calo dei posti letto andasse a tradursi in un taglio di sanità nei confronti dei cittadini meno abbienti”.

Da qui l’invito a “monitorare costantemente le politiche che vengono adottate, ma anche a rivedere le scelte di programmazione fatte negli anni precedenti, oltre a metter mano seriamente all’impalcatura burocratica, alla luce delle risorse a disposizione”. “Di fronte ad una situazione drammatica, con 750 milioni di euro da risparmiare in tre anni, la risposta della Giunta regionale è deludente e banale”. Questo il pensiero di Gian Luca Lazzeri (Più Toscana), che ha parlato di “iato profondo tra ciò che anima la sensibilità del Consiglio regionale e le azioni proposte dalla Giunta”.

“Chiedo un voto negativo compatto a questa legge – ha invitato il consigliere – per una politica diversa e più decisa: anche se l’aula dovesse accettare il termine del 31 marzo il gruppo Più Toscana voterà un no deciso”.

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