Nencini: “Bene le Unioni di Comuni. Adesso le aree metropolitane”

Occorre accelerare sullo sviluppo dell’area metropolitana, possibile risposta a ‘mali’ storici della Toscana e agli acciacchi nuovi che sta creando la crisi economica. Lo sottolinea l’assessore alle riforme

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 giugno 2012 14:21
Nencini: “Bene le Unioni di Comuni. Adesso le aree metropolitane”

FIRENZE – Occorre accelerare sullo sviluppo dell’area metropolitana, possibile risposta a ‘mali’ storici della Toscana e agli acciacchi nuovi che sta creando la crisi economica. Lo sottolinea l’assessore alle riforme e al rapporto con gli enti locali Riccardo Nencini. La legge sul riordino istituzionale approvata a gennaio sta dando i primi frutti. Ha permesso il superamento delle comunità montane; comincia ad essere utilizzata per formare altre unioni di Comuni, ma anche per fondere insieme più comuni (non solo piccoli).

“E’ una novità per la Toscana del municipalismo – dice l’assessore – In posizione di testa c’è Incisa e Figline Valdarno, ma se ne discute anche all’Elba e in parti dell’Amiata”. “Avere comuni più grandi significa contenere i costi e valorizzare l’efficacia dei servizi. E’ un passo in avanti – spiega -, ma ora occorre dare un’altra accelerata sul fronte delle aree metropolitane, per risolvere il grande problema della Toscana contemporanea che è, come spiega anche l’Irpet, la carenza di città, intese nella loro dimensione ed accezione europea”.

Alla carenza di ‘città’ e di rapporti tra il centro e l’hinterland per l’assessore si può supplire infatti aumentando i servizi a rete. E la prima rete da definire dovrebbe essere quella che corre lungo l’asse tra Firenze, Prato e Pistoia. Appena ieri Nencini aveva incontrato gli esperti e ricercatori dell’Irpet, l’istituto regionale di programmazione economica. Stamani ne ha parlato con il presidente dell’Unioni delle province toscane, con cui, dopo questo primo confronto, tornerà ad incontrarsi.

“La crisi economica ha messo in evidenza alcuni tratti economici e istituzionali della toscanità che vanno affrontati e corretti con decisione – sottolinea – Si manifestano con preoccupazione carenza di reti urbane e di funzioni, mentre la rendita continua ad essere troppo alta (come l’età di chi risiede accanto a noi). Necessitano alta formazione, sviluppo di funzioni superiori e migliore accessibilità internazionale”. “Una prima possibile risposta – conclude – potrebbe essere la realizzazione di un’area metropolitana larga, definendo un nuovo e più alto punto di equilibrio istituzionale a partire dall’asse tra Firenze, Prato e Pistoia, dove si susseguono tre province, quattro città con Empoli e il popoloso hinterland fiorentino.

Un inizio necessario per poter poi affrontare il tema delle aree vaste nel resto della Toscana ed avere istituzioni più autorevoli nel rapporto con l’Italia e nelle relazioni internazionali”.

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