Minacce di morte ai consiglieri leghisti

Messaggi rivolte ai rappresentanti della Lega Nord in Consiglio regionale e in Consiglio provinciale lasciate sulle porte degli uffici. Presentata denuncia alle Autorità competenti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 maggio 2012 17:57
Minacce di morte ai consiglieri leghisti

Minacce di morte nei confronti della Lega Nord Toscana. È quanto è successo questa mattina in Consiglio Regionale e in Consiglio Provinciale a Firenze. Intorno alle ore 10:30, un dipendente del gruppo consiliare del Carroccio, rientrando nel proprio ufficio, ha trovato sulla porta e sull’adiacente armadietto due post-it recanti la stessa scritta minatoria: “Per il bene dell’Italia tutta unita contro mafie e corruzione, morte alla Lega, Bossi in galera!”. A darne notizia lo stesso capogruppo Lnt, Antonio Gambetta Vianna che, in chiusura dei lavori dell’aula ha reso noti all’assemblea gli accadimenti della mattinata.

“E’ stata chiamata la Digos a fare dei rilievi”, ha spiegato Gambetta, definendo “molto grave” il fatto che “persone possano circolare per il Palazzo regionale e arrivare alle stanze dei gruppi indisturbate. Significa che non c’è controllo”, ha commentato. Il presidente di turno dell’assemblea, Roberto Benedetti, oltre a condannare i fatti ha espresso solidarietà al gruppo della Lega: “Mi farò carico di portare la questione in Ufficio di presidenza”, ha assicurato. È stata immediatamente avvertita la vigilanza interna che ha provveduto a far intervenire la Digos e la Polizia Scientifica per i rilievi e le impronte.

Intorno alle ore 12, invece, sono stati trovati altri due post-it minatori, uno sulla porta di un altro ufficio del gruppo leghista in Palazzo Panciatichi, l’altro nei locali del gruppo consiliare del Carroccio in Provincia. «Le minacce contro di noi – ammettono in una nota congiunta i consiglieri regionali Antonio Gambetta Vianna e Gian Luca Lazzeri e il capogruppo del Carroccio alla Provincia di Firenze, Marco Cordone – stanno a significare che il nostro Movimento, come forza politica antisistema, dà noia a qualcuno, soprattutto a chi non vuole che le cose cambino nel nostro Paese.

Siamo impegnati nella cosiddetta “rivolta fiscale” contro quella tassa ingiusta che è l’Imu, siamo impegnati a difesa del mondo del lavoro contro le continue tasse che ormai portano troppo spesso al suicidio piccoli imprenditori in difficoltà, lavoratori e disoccupati. Siamo l’unica voce di opposizione in un’Italia nella quale anche certi dirigenti sindacali vanno ridenti a pranzo e a braccetto con i membri di quel Governo di banchieri che, invece, dovrebbero combattere. Siamo gli unici dalla parte del Popolo, gli unici che hanno avuto la forza di fare pulizia interna cacciando e facendo dimettere quelli che hanno preso soldi pubblici.

Diamo fastidio e per questo ci colpiscono e ci minacciano. Ma le minacce per noi sono benzina per andare avanti. La Lega non morirà mai. Riteniamo non da Paese civile il fatto che tutti i giorni esponenti politici del Movimento politico fondato da Umberto Bossi debbano sentirsi addosso il peso delle minacce». In riferimento al messaggi cartacei contenenti minacce di morte alla Lega Nord, trovati sia presso gli uffici del Carroccio del Consiglio regionale della Toscana, che presso l'ufficio leghista a Palazzo Medici Riccardi, sede della Provincia di Firenze, Marco Cordone comunica che per quanto di sua competenza ha provveduto nel primo pomeriggio a presentare denuncia alle Autorità competenti.

I PRECEDENTI – All’inizio del 2010, sullo stemma apposto alla porta d’ingresso dell’ufficio del gruppo consiliare Lega Nord alla Provincia di Firenze, il capogruppo Cordone trovò una scritta contenente delle frasi ingiuriose nei confronti del Carroccio. Esattamente un anno fa, il 4 maggio 2011, tre dipendenti del gruppo regionale del Carroccio furono aggrediti (e finirono all’ospedale) all’uscita del Consiglio Regionale della Toscana da un gruppo di anarchici che stava manifestando davanti alla Prefettura di Firenze per contestare 22 misure cautelari emesse nei confronti di altrettanti giovani appartenenti a quel movimento. On.

Morganti (LN): “Da queste prendiamo la forza per lavorare meglio” 
 «Se pensano di fermarci si sbagliano di grosso». Interviene così l'europarlamentare leghista Claudio Morganti sulle minacce di morte ricevute dai gruppi consiliari del Carroccio in Regione e in Provincia a Firenze. 
 «Da tali considerazioni - ammette Morganti - prendiamo sempre di più la forza per lavorare e combattere per gli interessi dei cittadini. È evidente che lo svolgere bene il nostro lavoro aumenta l'invidia e il rancore di certe persone che la democrazia non sanno neanche cosa sia». "Solidarietà ai consiglieri regionali e provinciale della Lega Nord e ai collaboratori dei loro staff per le minacce subite.

Sono gesti che vanno respinti. E' inaccettabile che qualcuno,chiunque sia, provi ad alimentare un clima di tensione in un contesto in cui peraltro i diversi gruppi politici agiscono con rispetto reciproco, nella normale dialettica e differenza di idee". Così il segretario regionale del Pd della Toscana Andrea Manciulli solidarizza con la Lega Nord dopo il ritrovamento di fogli contenti minacce e intimidazioni affissi sulle porte degli uffici in Consiglio regionale e provinciale di Firenze. Minacce a Lega Nord, Mecacci “Atti ingiustificabili, piena solidarietà da parte del Pd metropolitano” Il commento di Patrizio Mecacci segretario Pd metropolitano, dopo le intimidazioni ricevute da esponenti e dipendenti della Lega Nord in Consiglio regionale e provinciale “Si tratta di atti ingiustificabili in una società civile, per questo esprimo la piena solidarietà del Pd metropolitano ai consiglieri regionali e provinciali e al loro personale”.

Così Patrizio Mecacci, segretario Pd metropolitano Firenze, a seguito delle minacce di morte ritrovate affisse alle porte degli uffici della Lega Nord in Regione e Provincia. “È necessario far luce sull’accaduto perché messaggi così gravi non vanno mai sottovalutati, ma piuttosto respinti fermamente perchè mirano a creare tensioni pericolose”, conclude.

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