Firenze internet-less: a noi ci ha rovinato Bin Laden

In città la connettività gratuita e pubblica scarseggia, mentre le connessioni private e a pagamento sovrabbondano. Ma la rete non è un'esigenza collettiva insopprimibile?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 luglio 2010 20:42
Firenze internet-less: a noi ci ha rovinato Bin Laden

di Nicola Novelli Direttore di Nove da Firenze Presidente di Comunicazione Democratica FIRENZE- Abito in una zona non densamente popolata e con uno scarso transito pedonale. La mia abitazione è dotata di una rete wireless domestica come quella dei miei vicini. L'accesso a ciascuna è scrupolosamente bloccato con login e password, nel rispetto delle norme di sicurezza prescritte dalla legge. Infatti se lasciassimo libero accesso ai nostri router di casa subito pericolosi terroristi internazionali, od organizzazioni pedofile, si inerpicherebbero sulla collina di Firenze per approfittare della nostra connettività incustodita. I terroristi non sono i soli ad aver bisogno di accesso a internet in città.

Ci sono anche i giovani, gli studenti univeristari e le fasce deboli di Firenze, a cui una connettività senza fili, diffusa nell'area urbana, farebbe tanto comodo per crescere, progredire culturalmente, o recuperare il divario sociale. Ma tant'è, a Firenze preferiamo disporre di connettività privata, a pagamento, sovrabbondante e inutilizzata, mentre la connettività pubblica e gratuita è scarsa. Ne è una conferma l'appello dei giorni scorsi degli alloggianti delle case dello Studente, che a Firenze devono spendere 10 euro al mese ciascuno per poter andare in rete dall'edificio in cui abitano. E ormai si può affermare che anche l'a lungo annunciato “Firenze Wireless”, il progetto sbandierato da Matteo Renzi nei mesi scorsi per offrire il web in dieci piazze cittadine, ha riscosso esiti modesti (e sono a disposizione, nell'aspicio sereno di ricevere una pubblica smentita).

Dieci piazze in cui si può navigare gratis e senza fili, ma solo per un'ora al giorno e previa trafila burocratica per l'autorizzazione e l'autenticazione dell'utente. E forse va bene così. Perché se il progetto avesse successo poi gli utenti chiederebbero di moltiplicare i punti di accesso, generando una spesa insostenibile per le casse comunali. Ma siamo davvero sicuri che a Firenze non si spenda già molto per accedere in rete? Ragioniamo. Se le piazze del progetto comunale sono dieci e la banda realmente utilizzata è, diciamo 20 mega, abbiamo un totale di 200 mega di accessibilità gratuita offerta dall'amministrazione comunale.

Quanto pensiamo che costi alla città di Firenze? Certamente meno di quello che spendiamo tutti insieme collettivamente per avere accesso on line dalle nostre case, o attività economiche. Circoscriviamo le nostre ipotesi al centro storico ed escludiamo le attività economiche. Nell'area risiedono circa 45 mila persone. Ipotizziamo che i residenti abbiamo sottoscritto 10 mila contratti di telefonia fissa e di questi, almeno il 20% comprendano la fornitura di una linea ADSL. Possiamo dedurre che la connettività potenziale nelle sole abitazioni private del centro di Firenze ammonta a circa 5/10 Giga di banda.

E' una connettività potenziale perché per gran parte del giorno nelle case private nessuno si collega a internet: su questo contano le telecom nazionali che incassano per questa fornitura potenziale centinaia di migliaia di euro l'anno dagli utenti fiorentini. Almeno la metà di queste sono reti senza fili, ma per la stragrande maggioranza sono criptate e non accessibili agli altri cittadini. Internet è uno strumento fondamentale per l'economia, la cultura, lo studio e l'approfondimento personale.

Ma a Firenze una parte della città ne ha in sovrabbondanza e non lo utilizza appieno, mentre il resto della città, proprio quella che ne avrebbe bisogno non riesce ad accedervi. E gli enti pubblici, parlano, parlano ormai da un decennio, ma di risolvere il problema non si fanno carico. Come sorprendersi se la nostra città, insieme al resto del paese, versa in evidente stato di crisi? Crediamo ancora di poterci permettere il lusso di un simile spreco di risorse e intelligenza.

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