Alta velocità: il punto sulla stazione Medioetruria

I vertici di Rfi hanno illustrato i risultati della relazione tecnica in Commissione regionale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 febbraio 2024 19:03
Alta velocità: il punto sulla stazione Medioetruria

Firenze - La nuova stazione dell’Alta Velocità “Medioetruria” è stata al centro di un’audizione mercoledì mattina in commissione Territorio e Ambiente, presieduta da Lucia De Robertis (Pd). Sono stati ascoltati i vertici di Rete Ferroviaria Italiana in merito alla relazione tecnica sulla localizzazione dell’ipotizzata stazione dell’Alta Velocità.

“Abbiamo deciso questa audizione - ha detto la presidente De Robertis - perché avevamo bisogno di comprendere quali siano state le motivazioni e i criteri che hanno portato a scegliere la soluzione proposta. Si tratta infatti di una decisione che avrà riverberi molto importanti per la Toscana e tutto il paese”. Il tavolo tecnico convocato presso il ministero delle Infrastrutture aveva dato il compito a Rfi di indicare, secondo parametri oggettivi, il luogo più adatto per la realizzazione di una stazione Av tra la Toscana e l’Umbria. Il tavolo ha alla fine indicato l’ubicazione di Valdichiana-Creti, scelta che non ha soddisfatto tutti.

I numerosi dirigenti e tecnici di Rfi intervenuti hanno illustrato i risultati delle analisi effettuate, che hanno compreso vari fattori, tra cui le infrastrutture viarie necessarie e la potenziale utenza. Come hanno spiegato, sono state prese in esame cinque ipotesi di localizzazione della nuova stazione, due servendosi di infrastrutture esistenti e tre di nuova realizzazione sulla linea: la prima ad Arezzo, presso la stazione esistente potenziata; la seconda a Rigutino; la terza in Valdichiana, a Creti; la quarta a Chiusi presso la stazione esistente potenziata e la quinta a Chiusi sud. Lo studio ha preso in considerazione il passaggio di un treno in ogni direzione ogni ora, per un massimo di 14 coppie, cioè 28 treni.

La stima dei costi sull’ipotesi di Arezzo è stata di 10 milioni di euro, di cui 8 milioni per l’accessibilità ferroviaria e 2 milioni per le aree esterne e i parcheggi, con una conclusione dei lavori prevista per il 2027. La stima dei costi per la realizzazione della nuova stazione a Rigutino è di 137 milioni di euro, suddivisi tra fabbricato viaggiatori, accessibilità ferroviaria, aree esterne e parcheggi, nuova fermata sulla linea lenta, nuova viabilità, opere civili della piattaforma ferroviaria, sovrastruttura ferroviaria, Te-is e tecnologie, espropri, con la conclusione dei lavori prevista per il 2030.

L’ipotesi Valdichiana prevede un costo di 79 milioni di euro, suddivisi tra fabbricato viaggiatori, accessibilità ferroviaria, aree esterne e parcheggi, nuova fermata sulla linea lenta, nuova viabilità, opere civili della piattaforma ferroviaria, sovrastruttura ferroviaria, Te-is e tecnologie, espropri, con conclusione dei lavori nel 2028. La stima dei costi per realizzare la stazione dell’Alta Velocità presso la stazione esistente di Chiusi-Chianciano Terme è di 80 milioni e 750 mila euro, ripartiti tra realizzazione di fabbricato viaggiatori, accessibilità ferroviaria, aree esterne e parcheggi, espropri e modifica Prg, con conclusione nel 2028.

L’ipotesi di Chiusi sud stima un costo di realizzazione di 90 milioni di euro, suddivisi tra fabbricato viaggiatori, accessibilità ferroviaria, aree esterne e parcheggi, nuova fermata sulla linea lenta, nuova viabilità, opere civili della piattaforma ferroviaria, sovrastruttura ferroviaria, Te-is e tecnologie, espropri, con fine lavori nel 2030.

I vertici Rfi hanno spiegato inoltre che, dopo un’iniziale propensione per la soluzione di Arezzo, al tavolo sono stati ascoltati i rappresentanti di Trenitalia e Italo, che hanno espresso la netta preferenza per vari motivi, tra cui i minori tempi di percorrenza, per una soluzione di nuova realizzazione sulla linea dell’Alta Velocità. A questo punto, il rapporto costi-benefici ha fatto cadere la scelta su Valdichiana Creti.

Numerosi le domande, le osservazioni e gli spunti critici dei commissari, a cui Rfi ha risposto.

Ad aprire il giro di interventi è stata la stessa De Robertis, chiedendo chiarimenti sul livello di aggiornamento dei dati utilizzati per le analisi e sul valore dato, nello studio, alla strategicità delle soluzioni ferro-ferro nell'ambito delle politiche nazionali sulla sostenibilità ambientale di trasporti e mobilità.

Vincenzo Ceccarelli (Pd) ha osservato che “lo scarso tempo a disposizione per lo studio ha portato a conclusioni discutibili, non sono state prese in considerazione le connessioni ferro-ferro e analizzata l’utenza potenziale: a Creti il 90% si dirigerebbe verso sud, mentre a Rigutino il 40% a nord e il 60% a sud”.

Elena Rosignoli (Pd) ha auspicato il potenziamento dei treni su Arezzo e Chiusi. “Avevamo preso in considerazione Chiusi perché in questo modo avremmo ridotto un gap infrastrutturale di cui quest’area, molto vasta e popolata, soffre” ha detto.

“Spero che la finalità di riequilibrio di tre territori, per cui è stata operata la scelta di Valdichiana, si realizzi effettivamente - ha affermato Anna Paris (Pd) -. Ho preso atto delle varie motivazioni e delle spiegazioni, che mi hanno chiarito moltissime cose. C’è necessità di un riequilibrio, molte città sono fuori dalle direttrici di traffico che creano sviluppo”.

Anche Marco Casucci (Lega) si è detto “perplesso perché non sono stati presi in considerazione i dati della connessione ferro-ferro” e ha espresso critiche per il mancato aggiornamento dei dati sui bacini di utenza.

Secondo Gabriele Veneri (FdI) “è auspicabile che questo sia solo il primo incontro in Commissione sul tema, visti i dubbi e le incertezze su alcuni numeri richiamati dai consiglieri” e ha invitato a “non sottovalutare l’importanza della connessione ferro-ferro visto che stiamo andando verso una mobilità green”.

Anche Alessandro Capecchi (FdI) ha affermato che “è necessario che a questo primo confronto ne seguano altri, coinvolgendo anche l’assessore, dato che si tratta di una scelta politica basata sui dati tecnici”.

Lucia De Robertis ha commentato alla fine che “sicuramente a questa prima audizione seguiranno altri incontri e momenti di confronto, perché i dubbi da chiarire, a partire da quelli espressi dai territori, sono veramente tanti. È vero che cinque minuti di percorrenza in più fanno la differenza, ma anche tanti soldi in più la fanno”.

Durante la seduta del mattino è stato inoltre ascoltato l’assessore regionale Stefano Ciuoffo, il quale ha fornito alcuni chiarimenti sulla proposta di legge che modifica la disciplina vigente in materia di impianti di radiocomunicazioni, all’esame della Commissione. Sono stati infine licenziate con voto favorevole a maggioranza due proposte di deliberazione: l’aggiornamento del quadro conoscitivo del Piano di indirizzo territoriale con valenza di Piano paesaggistico per le aree tutelate per legge di cui all’art.142, c.1, lett.b) i territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 m dalla linea di battigia, anche per i territori elevati sui laghi del D.lgs.

42/2004, ricadenti nei Comuni di Greve in Chianti (Fi), Lamporecchio (Pt), Scandicci (Fi), Scarperia e San Piero (Fi), San Giuliano Terme (Pi), Arezzo (Ar), Chiusi (Si), Gavorrano (Gr), Roccastrada (Gr), Sovicille (Si), Trequanda (Si); e, inoltre il Piano progetto di paesaggio “Territori del Mugello” di cui all'articolo 34 della disciplina del Piano di indirizzo territoriale con valenza di piano paesaggistico (Pit-Prr).

“Sono assolutamente favorevole all'aumento del numero di fermate dei treni AV alla stazione di Arezzo, fermo restando che la richiesta non deve essere intesa come soluzione definitiva nè tanto meno come una resa alla scelta sbagliata di Creti, bensì come risposta intermedia e temporanea finalizzata alla realizzazione della stazione alta velocità, tra Firenze e Roma: la Stazione AV Medioetruria.

Sul tema bisogna essere chiari: più fermate di AV servono per dare risposte immediate al bacino aretino e della cosiddetta Medioetruria sempre più economicamente forte e attrattivo, ma ciò non rappresenta la risposta che spetta all'Italia centrale e che ci aspettiamo. Al netto di giuste e opportune misure intermedie, sarà però necessario rimettere al centro del dibattito l'assurdo report che ha individuato Creti come localizzazione più opportuna. Il report uscito dal tavolo tecnico presenta errori evidenti, valutazioni insufficienti, analisi raffazzonate che sono gia' state evidenziate e che porterò all'attenzione di tutti, insieme ai comitati e a chi vorrà, in pubbliche assemblee e pubblici incontri.

Sia chiaro -fa notare oggi il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli- che Arezzo non alza bandiera bianca e non rinuncia a chiedere una rivalutazione di Rigutino, ma di questo parleremo più diffusamente e puntualmente immediatamente dopo le prossime elezioni, europee e regionali. Questo perché il tema trattato richiede valutazioni tecniche oggettive e libere da dinamiche diverse che appaiono invece oggi molto presenti e decisamente inutili - se non dannose - per raggiungere un risultato che necessita di valutazioni oggettive, logiche, neutre, imparziali, terze, dimostrate, dimostrabili e autorevoli che appaiono al momento del tutto introvabili nel fantareport che individuerebbe Creti e che di fatto mette una pietra tombale sulla possibilità di realizzare una stazione AV in Valdichiana”.

Semaforo rosso di Legambiente all’ipotesi progettuale di Rete Ferroviaria Italiana di costruire una nuova stazione Alta Velocità a Creti-Farneta, in Val di Chiana aretina, sul modello di quella di Reggio Emilia, tra Bologna e Milano, e quella di Afragola, prima di Napoli.

La stazione AV di Creti dovrebbe sorgere in piena campagna come una cattedrale nel deserto: un progetto che implicherebbe costi ingenti e forte impatto ambientale dovuto al consumo di suolo, a beneficio di un’utenza ridotta dei capoluoghi di provincia di Arezzo, Siena e Perugia, di meno di un milione di persone.

La zona interessata dal progetto è raggiungibile solo in auto con la Siena/Bettolle/Perugia (SS 715). Una superstrada nel cui tratto umbro si registrano peraltro la più alta densità di incidenti stradali della rete viaria regionale. La nuova opera finirebbe quindi con l’incentivare altra mobilità su gomma e la costruzione di nuovi parcheggi vicino alla stazione, aumentando il già notevole consumo di suolo rurale. La realizzazione della stazione Alta Velocità a Creti comporterebbe un costo di circa 100 mln di euro, 15 anni di lavori e un consumo di suolo di oltre 20 ettari, che corrispondono a 28 campi da calcio, per costruire una stazione che è a un’ora circa di superstrada dai vicini capoluoghi di Arezzo, Siena e Perugia. Il macro bacino di utenza sarebbe limitato a meno di 900 mila abitanti, cioè meno di un terzo di quello sotteso dalla stazione Medio Padana di Reggio Emilia.

Legambiente critica nettamente la soluzione della stazione AV a Creti a cui oppone la proposta del potenziamento del trasporto regionale nelle province di Arezzo, Siena e Perugia e la riqualificazione del sedime ferroviario di Chiusi e Arezzo. Da questo punto di vista è evidente un disaccoppiamento tra domanda e offerta. Dalle popolazioni dell’Umbria e della Toscana Sudorientale perviene un’incessante richiesta di potenziamento del trasporto ferroviario regionale, mentre invece, il piano industriale 2023-2028 di RFI va in tutt’altra direzione: solo il 10% degli investimenti è destinato al trasporto regionale mentre il 90% va all’alta velocità.

"Dal punto di vista locale, le vere esigenze della popolazione sono altre e diverse: anzitutto, investire nel miglioramento delle linee ferroviarie su scala locale e regionale, che versano spesso in un degrado imbarazzante e necessitano ammodernamenti rilevanti. Secondariamente, mantenere il sostegno economico alla gestione delle stazioni esistenti, che vedrebbero portare via ingenti risorse da una nuova cattedrale nel deserto, costosissima nella realizzazione e ancora più nel mantenimento gestionale futuro; nuova stazione che, inevitabilmente, per sostenersi nel tempo, eroderebbe le già scarne risorse riservate all'esistente,” dichiarano Fabio Comanducci per il Circolo Valdichiana Aretina, Romano Formichi del Circolo Terra e Pace (Valdichiana Senese), Chiara Signorini del Circolo Laura Conti di Arezzo e Paolo Menicori per il Circolo di Siena.

“L'alta velocità c'è già nel nostro territorio: a Chiusi, ad Arezzo, a Terontola, i treni ad alta velocità possono già fermare; queste stazioni hanno avuto investimenti per renderle compatibili con le esigenze tecniche richieste. Il modello da preferire, è sicuramente quello di una distribuzione equa sul territorio degli scali ad alta velocità. Non aggiungere nuovi sprechi, ma prendersi cura dell'esistente: un principio generale, che vale anche per questo caso particolare."

Il potenziamento delle linee regionali costerebbe un terzo di quanto previsto per la nuova stazione dell’Alta Velocità a Creti e sarebbe un’opzione con zero impatto ambientale e consumo di suolo. Legambiente propone di migliorare subito i trasporti regionali con più corse e migliori infrastrutture sulle linee di Perugia-Terontola, Siena-Chiusi C.T, Sinalunga-Arezzo e sul passante di Sinalunga con otto nuove coppie di treni per ciascuna linea, promuovendo così anche la mobilità dolce, con biciclette e piccoli veicoli elettrici.

“La nostra non è un’opposizione pregiudiziale contro l’utilizzo della dorsale AV nel nostro Paese. Comprendiamo, infatti, molto bene il valore strategico della connessione delle province di Arezzo, Siena e Perugia al Corridoio Scandinavo-Mediterraneo della rete ferroviaria europea TEN-T, ma il luogo ipotizzato per la stazione in linea è incoerente con questo obiettivo: Creti non consentirebbe il necessario interscambio ferro su ferro, richiesto anche dal regolamento UE 1315/2013, oltre a servire un bacino d’utenza potenziale assai ridotto e legato all’uso di mezzi privati e inquinanti.

L’accesso dei territori alla dorsale Alta Velocità può essere realizzato più efficacemente – e con notevole riduzione dei tempi e dei costi – attraverso il potenziamento delle stazioni esistenti, Arezzo e Chiusi, che sono già state adeguate allo scopo e che, con la nuova opera, rischiano di veder scomparire le poche corse AV oggi disponibili. Questo consentirebbe anche d’investire di più sulle linee ferroviarie regionali (che ne hanno un gran bisogno a tutti i livelli) e di evitare un consumo di suolo di oltre 20 ettari, in un’area peraltro a medio/alta pericolosità idraulica,” dichiarano i vertici di Legambiente Toscana e Legambiente Umbria e Gabriele Nanni, dell’ufficio scientifico nazionale di Legambiente.

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