Calenzano: respinto il ricorso al TAR del Consorzio Estrattivo La Cassiana

Redazione Nove da Firenze
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22 marzo 2009 19:28
Calenzano: respinto il ricorso al TAR del Consorzio Estrattivo La Cassiana

Il Tribunale Amministrativo Regionale ha recentemente respinto il ricorso presentato alla fine del 2004 dal “Consorzio Estrattivo La Cassiana” contro la delibera della Giunta Comunale n. 132 del 26 ottobre 2004, atto che concludeva negativamente la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) iniziata nel luglio 2002, stabilendo che il “polo estrattivo” è incompatibile con l'ambiente. Il Consorzio, che riunisce i proprietari dei terreni su cui si sarebbe dovuta aprire la megacava da 20 milioni di metri cubi di pietrisco, aveva impugnato la delibera comunale chiedendo non solo l'annullamento di questo atto, ma anche di avere il “via libera” per l'apertura della cava.
Con la decisione dei giudici amministrativi il “polo estrattivo” viene ribocciato.

La sentenza conferma la legittimità degli 11 pareri negativi sulla megacava espressi da ARPAT, ASL, Autorità di Bacino del Fiume Arno e Provincia di Firenze durante la VIA. Fu in base a questi pareri che la Giunta Comunale approvò la delibera n. 132, la quale altro non era che una doverosa e dovuta presa d'atto del contenuto dei pareri stessi, che mettevano in evidenza tutti i gravi problemi del “polo estrattivo”:
- le emissioni, sottolineate dalla ASL, di grandi quantità di polveri con silice cristallina, una sostanza che l’Istituto per la Ricerca sul cancro delle Nazioni Unite (IARC) classifica come cancerogena;
- l’eccessiva altezza e l’eccessiva pendenza dei gradoni della cava, tali da impedire il ripristino ambientale;
- l’instabilità idrogeologica del rimodellamento morfologico previsto;
- i rischi di frane;
- l’approvvigionamento idrico ben inferiore alle reali necessità dell’attività di cava e quindi la necessità di prelevare grandi quantità di acqua dal torrente Marina, che alimenta l’acquedotto di Calenzano;
- la necessità di tutelare le risorse idriche dal rischio di depauperamento soprattutto nei periodi di secca;
- la notevole superficie di bosco che si perderebbe in conseguenza dell’attività del “polo estrattivo” (la megacava coprirebbe un'area di 70 ettari e scaverebbe quasi completamente una collina alta circa 400 metri, il “Poggio alle Macine”);
- le problematiche idrogeologiche evidenziate dall’Autorità di Bacino del Fiume Arno e dall’ARPAT (interferenze con le falde sotterranee, ecc.);
- le questioni sollevate dalla ASL a proposito dell’uso degli esplosivi, alla impossibilità di applicare il ricorso alla deroga per il rumore e in generale i problemi riguardanti la tutela dei lavoratori e della popolazione;
- l'elevato numero di passaggi di camion (ben 320 al giorno solo in uscita dalla cava) necessari per trasportare il pietrisco scavato.
Il “polo estrattivo” si troverebbe all'interno di un Sito di Importanza Comunitaria, un’area protetta tutelata dall’Unione Europea.

Negli anni scorsi il Ministero dell'Ambiente (sia durante il precedente Governo Berlusconi che l’ultimo Governo Prodi) ha più volte richiamato formalmente la Regione Toscana a rispettare il SIC e ha chiesto conto alla stessa Regione del perché della scelta del “polo estrattivo”, che era stato inserito nel Piano Regionale delle Attività Estrattive approvato nel 1995 e inserito anche nel nuovo Piano (PRAER, approvato con delibera del Consiglio Regionale n. 27 del 27 febbraio 2007).
"A questo punto riteniamo che le nostre ragioni contro questa opera -commentano dal Comitato di Coordinamento Contro il Polo Estrattivo di Calenzano- inutile e dannosa sia per le persone che per l'ambiente, siano ulteriormente rafforzate.

Non possiamo quindi fare a meno di sottolineare la contraddizione dell'Amministrazione Comunale, che da un lato si rallegra per la sentenza del TAR e dall'altro continua a ripetere come un disco rotto la solita litania: Questo polo estrattivo s'ha da fare!. E addirittura sollecita il Consorzio a presentare un altro progetto".

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